Internet-Addiction e Gioco d’Azzardo: Classificazione

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I termini “nuove dipendenze”, o “dipendenze senza sostanza”, o “dipendenze comportamentali” si riferiscono allo sviluppo di comportamenti assuefattivi in assenza dell’assunzione di qualsiasi sostanza. Tra di essi possiamo annoverare il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, le “new technologies & Internet addiction” (dipendenza da TV, Internet, social networks, videogiochi), la dipendenza dal lavoro (workaholism), la dipendenza dal sesso (‘sex-addiction’), dalle relazioni affettive, e alcune devianze del comportamento alimentare come l’ortoressia o dell’allenamento sportivo come la sindrome da overtraining.

Nella stesura del DSM-V (il più utilizzato manuale diagnostico), l’American Psychological Association (APA) aveva originariamente proposto l’inserimento di un nuovo capitolo intitolato “Dipendenze comportamentali”, ma questo capitolo non è stato poi inserito nella nuova edizione. Per la prima volta, tuttavia, il manuale comprende, insieme ai disturbi da uso di sostanze, anche il disturbo da gioco d’azzardo (e il gioco d’azzardo online).

Un’altra dipendenza comportamentale, la dipendenza da Internet è presente con il nome di “Internet Gaming Disorder” nella sezione 3, riservata alle condizioni che richiedono ulteriori ricerche prima di essere formalmente considerate “disturbi”. Ci si accorge sempre più di essere di fronte a una nuova emergenza che, nonostante siano passati quasi 20 anni dal suo esordio, manca tuttora di strumenti adeguati di rilevazione, di diagnosi e cura. Infatti, il trattamento della dipendenza da rete è attualmente stabilito su valutazioni empiriche e sulla base di caratteristiche clinico- psicopatologiche di similitudine con i disturbi da uso di sostanze (Goldberg, 1995), con i disturbi del controllo degli impulsi, come il gioco d’azzardo patologico (Young, 1996; 1998), con i disturbi di tipo ossessivo-compulsivo e con i disturbi dell’umore, soprattutto quelli appartenenti allo spettro bipolare.

A cura di Giuseppe Cuoghi, Psicologo,

da “Formazione continua sulla personalizzazione delle cure”

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