La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non aumenta la scelta delle donne

La maggior parte delle donne che si prostituisce non ha fatto una scelta razionale di entrare nel mondo della prostituzione, scegliendo da una lista di altre opzioni. Esse non si sono sedute un bel giorno a decidere che volevano prostituirsi. Piuttosto, queste « scelte » sono state definite « strategie di sopravvivenza ». Più che acconsentire, una donna prostituita si sottomette alle uniche opzioni per lei disponibili. Il suo consenso é dato dal solo fatto di doversi adattare alle condizioni di inuguaglianza create dal cliente che la paga per farle fare quello che lui vuole che ella faccia. La maggior parte delle donne intervistate negli studi di CATW affermava che ‘la scelta’ di entrare nel mondo della prostituzione poteva essere discussa solo in un contesto di mancanza di altre opzioni.

La maggior parte enfatizzava che le donne che si prostituivano avevano poche altre opzioni. Molte parlavano della prostituzione come dell’ultima possibilità, o come una maniera involontaria per arrivare a fine mese. In uno studio, 67% delle forze dell’ordine che CATW ha intervistato, affermava che le donne non entravano nel mondo della prostituzione volontariamente. 72% dei fornitori di servizi sociali che CATW ha intervistato non pensano che le donne scelgano volontariamente di entrare nell’industria del sesso (Raymond and Huges : 2001) La distinzione tra prostituzione forzata e volontaria é precisamente quanto l’industria del sesso sta promuovendo in quanto essa darà all’industria più sicurezza e stabilità legale, se queste distinzioni possono essere utilizzate per legalizzare la prostituzione, i lenoni e i bordelli. Le donne che sporgono denuncia contro i lenoni e i perpetratori dovranno sopportare l’onere di provare che esse furono ‘costrette’.

Come faranno donne povere ed emarginate a dimostrare di essere state costrette? Se le donne prostituite devono provare che la forza è stata utilizzata nel loro reclutamento o nelle loro « condizioni di lavoro » saranno pochissime le donne che si prostituiscono che avranno ricorso alla legge e pochissimi criminali saranno perseguiti.   Le donne che si prostituiscono devono continuamente mentire sulle loro vite, i loro corpi, e le loro reazioni sessuali. Mentire é una parte della definizione del ‘lavoro’ quando il cliente chiede  « Ti é piaciuto? » Il vero edificio della prostituzione é costruito sulla bugia « che alle donne piace ». Alcune donne sopravvissute alla prostituzione hanno affermato che ci sono voluti degli anni dopo aver lasciato la prostituzione per ammettere che la prostituzione non era una libera scelta in quanto negare la loro capacità di scegliere voleva dire negare se stesse.

Non c’é dubbio che un ristretto numero di donne affermano che esse hanno scelto di essere nella prostituzione, specialmente in contesti pubblici orchestrati dall’industria del sesso. Alla stessa maniera, alcune persone scelgono di prendere delle droghe pericolose come l’eroina. Comunque, anche quando alcune persone scelgono di prendere delle droghe pericolose, tuttavia noi riconosciamo che l’uso di questo tipo di droghe é per loro dannoso e molte persone non cercano di legalizzare l’eroina. In questa situazione, è il danno alla persona, non il consenso della persona che è lo standard che determina le regole.  Un rapporto dell’ILO (International Labor Organisation (OIL – Organizzazione Internazionale del Lavoro) del 1998 suggeriva che l’industria del sesso dovrebbe essere considerata come un settore economico legittimo, ma ha dovuto ammettere che ha trovato che « la prostituzione é una delle più alienanti forme di lavoro; gli studi (in 4 paesi) mostrano che le donne lavoravano ‘con un cuore pesante’, si sentivano ‘obbligate’ a prostituirsi, si sentivano ‘in colpa’, avevano una ‘immagine negativa di se stesse’ e più significativo, una parte consistente di loro affermava di voler lasciare l’industria del sesso, se avesse potuto» . (Lim, 1998 : 213)

Quando una donna rimane in un rapporto abusivo con un partner che la picchia o anche quando lei difende le azioni del suo partner abusivo, le persone interessate a lei ora capiscono che lei non è lì volontariamente. Essi riconoscono la complessità della sua acquiescenza. Come le donne maltrattate, le donne in prostituzione possono negare gli abusi che subiscono, se non le vengono fornite alternative valide.

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