Le donne non dovrebbero essere costrette a vendere sesso per sopravvivere

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Una delle motivazioni usate dalle persone favorevoli alla prostituzione legalizzata è che si avrebbe maggiore sicurezza per le donne: questa stessa posizione è sostenuta dalla maggior parte dei media e dagli editoriali sui quotidiani.

Ma le donne sono veramente più sicure con la prostituzione legalizzata?
L’esperienza sul campo di associazioni e studiosi, dati alla mano dicono di no.

“Ritengo che gli uomini che trattano il corpo della donna come un oggetto a loro disposizione o lo sfruttano, appartengano alla fogna”, scrive Shari Graydon sull’Ottawa Citizen dello scorso 14 giugno.

Graydon afferma che la maggioranza delle donne coinvolte nella prostituzione sono costrette loro malgrado o sono in cerca di una via di fuga dalle condizioni di abuso in cui versano.

Tra chi vuole legalizzare la prostituzione e chi vorrebbe vietarla, dando le multe anche a chi si prostituisce c’è una via intermedia: vale a dire la protezione delle donne e la criminalizzazione degli sfruttatori e dei clienti.

La vera uguaglianza per le donne, spiega, non implica la legalizzazione della prostituzione. “L’idea è che le donne meritano opzioni migliori della prostituzione e non dovrebbero ritrovarsi costrette a vendere sesso per sopravvivere”, afferma Murphy.

“La prostituzione è il lavoro più degradante e di maggior sfruttamento della Terra. Questo ritratto idealizzato dell’operaia del sesso come una piccola imprenditrice emancipata può soltanto essere stato sognato in qualche corso di studi sulle donne”, scrive la columnist Margaret Wente, sul Globe and Mail

“Questo ritratto idealizzato dell’operaia del sesso come una piccola imprenditrice emancipata può soltanto essere stato sognato in qualche corso di studi sulle donne”, aggiunge Wente, con riferimento al caso proposto da coloro che argomentano a favore della rimozione delle restrizioni sulla prostituzione.

Esempi ci arrivano da due paesi di prostituzione legalizzata e diffusa:
L’Olanda, ha sofferto l’influenza delle bande criminali e l’uso dei bordelli come centri per il riciclaggio di denaro e per lo spaccio di droga.

In Germania un decennio fa è stata legalizzata la prostituzione, i politici sperarono che il risultato sarebbe stato quello di migliori condizioni per le lavoratrici del sesso.
“Lo sfruttamento e il traffico di esseri umani rimane un problema significativo”, si legge.

In un rapporto pubblicato cinque anni dopo la riforma legislativa il ministro tedesco della Famiglia ha concluso che la depenalizzazione “non ha portato alcun reale miglioramento nella copertura sociale delle prostitute”.

“Se non ci fosse domanda di sesso commerciale, il traffico sessuale non esisterebbe nella forma in cui esiste oggi”, afferma il Rapporto Trafficking in Persons, pubblicato dal Dipartimento di Stato americano, lo scorso 19 giugno.

La realtà evidenzia la necessità di continui notevoli sforzi per promulgare politiche e promuovere norme culturali che proibisce di pagare per il sesso, afferma il rapporto. Il traffico di persone, inoltre, non dipende dalla legalizzazione della prostituzione.

I traffici per lo sfruttamento sessuale riguardano il 58% di tutti traffici illeciti mondiali, secondo il Global Report on Trafficking in Persons 2012, pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e sul Crimine.

È evidente che la legalizzazione o la depenalizzazione della prostituzione non risolve i problemi di abuso o di traffico e contribuisce soltanto a perpetuare lo sfruttamento delle donne.

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