Identitificazione nella cultura “Aspie”
L´identificazione all´interno della cultura “Aspie” può avvenire in due modi. Ci puo’ essere accettazione di una condizione che porta sia vantaggi che svantaggi con il conseguente impegno. Oppure un orgoglio che identifica gli Asperger come migliori degli altri, i neurotipici (le persone non autistiche) come nemici e il desiderio di essere considerati una minoranza da tutelare piuttosto che da integrare nell´organismo della societa’.
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Ma perché uno dovrebbe essere orgoglioso di qualcosa con cui si è nato?
Nelle community Aspie ci sono tutte le caratteristiche distintive di un gruppo di minoranza, comprese quelle, purtroppo, negative. L´etichetta medica è trasformata in un´etichetta sociale e quindi porta all´identità di gruppo. È automatico in quest´ottica provare orgoglio o vergogna nell´essere neurodiversi. Un sentimento di vergogna associato all´appartenenza ad un gruppo ha effetti deleteri sullo sviluppo psicologico ed il senso di efficacia (basti pensare agli afro-americani) ed è quindi necessario puntare sugli aspetti positivi. Molti Asperger però, soprattutto adulti, sono cresciuti senza avere la possibilità di sperimentare il senso di appartenenza e quindi imparare a regolarlo. Questo, in parte, rende ragione di molti problemi che sono sperimentati all´interno delle community autistiche. Il criterio di appartenenza delle community autistiche non si sviluppa ovviamente attraverso la vicinanza fisica, ma attraverso la somiglianza legata all´appartenenza allo Spettro, somiglianza che induce le persone a ricercare le proprie convinzioni, le proprie idee ed i propri bisogni nell´altro. La gratificazione di trovare altre persone con idee simili è ciò che porta, più di qualsiasi altro elemento, all´unione.
Il processo di identificazione ad esempio in me non ha mai avuto luogo (ne con nerd, ne artista, ne scienziato, ne filosofo perché anche i filosofi li vedo per la maggior parte molto diversi da me). Però qui dentro tendo a identificarmi molto di più con le altre persone, pur avendo idee e hobby diversi, gli asperger li vedo come fatti con lo stesso stampo pur avendo preso strade diverse o avendo delle differenze tali da non compromettere la possibilità di identificarmi in loro. È la prima volta che mi sento così tanto un “noi”.
L´identificazione è il processo di strutturazione della propria personalità attraverso l’interdipendenza con il gruppo. Atteggiamenti e modalità di comunicazione si influenzano reciprocamente. Una volta identificati in un gruppo si mettono in atto i processi di categorizzazione e confronto sociale. La categorizzazione è la capacità umana di discriminare e raggruppare oggetti, persone, idee in categorie distinte che porta alla tendenza a considerare più nette categorie contrapposte. Inserita all´interno della tendenza autistica al pensiero dicotomico (bianco o nero) e all´astio spesso sviluppato in una vita di sopprusi ed incomprensioni, è facile capire come possa nascere una contrapposizione tra neurotipici e neurodiversi. L´individuo confronta continuamente il proprio ingroup con l´outgroup di riferimento, con una condotta marcatamente segnata da bias valutativi in favore del proprio gruppo. Il proprio gruppo viene implicitamente considerato “migliore” rispetto agli “altri”.
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