Messa e confessione secondo Giovanni Paolo II

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Giovanni Paolo II, nella Lettera Enciclica Ecclesia De Eucharistia,  insegna

“”L’Eucaristia e la Penitenza sono due sacramenti strettamente legati. Se l’Eucaristia rende presente il Sacrificio redentore della Croce perpetuandolo sacramentalmente, ciò significa che da essa deriva un’esigenza continua di conversione, di risposta personale all’esortazione che San Paolo rivolgeva ai cristiani di Corinto: – Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio- ( 2 Cor 5, 20 ) “” ( Lettera Enciclica Ecclesia De Eucharistia, n.37 )

“” Il giudizio sullo stato di grazia, ovviamente, spetta soltanto all’
interessato, trattandosi di una valutazione di coscienza “”( ivi n.37 )

“”Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione””( ivi n.36 )

Dato che l’Eucaristia e la Penitenza sono due sacramenti strettamente legati fra di loro, nella lettera apostolica Misericordia Dei, Giovanni Paolo II ha scritto e ordinato ( ndr ) :-“” Gli ordinari del luogo, nonché i parroci e i rettori di Chiese e santuari, devono verificare periodicamente che di fatto esistano le massime facilitazioni possibili per le confessioni dei fedeli.
In particolare, si raccomanda la presenza visibile dei confessori nei luoghi di culto durante gli orari previsti (.) e la speciale disponibilità per confessare prima delle Messe e anche per venire incontro alla necessità dei fedeli durante la celebrazione delle S. S. Messe, se sono disponibili altri sacerdoti “”-( Giovanni Paolo II , lettera Apostolica Misericordia Dei, 7 aprile 2002 ).

La CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, a proposito della Confessione durante la Messa,

ha così disposto:

“” Se c’è una celebrazione, occorre fare tutto il possibile affinché qualche sacerdote si astenga dal concelebrare, in modo che possa essere a disposizione dei fedeli che vogliano accedere al sacramento della penitenza” ( Cardinale Prefetto Jorge Arturo Estévez e sotosegretario Mons. Mario Marini, Bollettino del Dicastero Notitias, n.419-420, 2001, pp.259-260 ).

( Bruto Maria Bruti )

Bruto Maria Bruti
LA NOSTRA SESSUALITÀ
Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano

pp. 168 – € 15,50
ISBN 978-88-7198-593-0

Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).

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Convivo con il “male di vivere” grazie ai sacramenti, alla preghiera e ai volti amici

Per le vittime di un terremoto (Giovanni Paolo II)