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    La Bolla Pontificia (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Ogni volta che Chiara vedeva il Papa, gli chiedeva due cose: l’assoluzione dei suoi peccati e la conferma della sua povertà. La superiora di San Damiano desiderava dal Papa una bolla, cioè una lettera ufficiale, scritta su cartapecora, col sigillo pontificio, formato da un bollo di piombo, recante nel diritto lo stemma del Papa e […] continua

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    Il Pianto di Chiara (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Quando le visite dei padri spirituali diradavano e nella chiesetta non risonava la lezione del maestro, Chiara ricorreva al Maestro dei maestri e al Signore delle anime. Si poneva dinanzi al Crocifisso e meditava i cinque discorsi delle piaghe sanguinolente. Anche in questo seguiva fedelmente l’esempio di Francesco. Pareva sapesse già, per miracoloso avvertimento, che […] continua

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    La santità di Chiara di Assisi (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Col crescer del giorno, la notizia che Chiara era morta si sparse dovunque. Dalla campagna e dalla città, la gente corse a San Damiano. Tutti dicevano: — O Santa Chiara, prega Iddio per noi! Si mosse anche il Papa, con tutta la corte, per la sepoltura, e corse voce ch’egli avesse voluto l’Uffizio delle Vergini, […] continua

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    La porta del morto (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Quasi tutte le case d’Assisi avevano due porte, che davano sulla strada in pen­dio. Una più grande e larga, con lo sca­lino basso; l’altra più piccola e stretta, con lo scalino altissimo. Le due porte, vicinissime tra loro, non stavano in simmetria sulla facciata, perché diverse di forma e di livello. Per uscire dalla porta […] continua

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    Il bacio alla servigiale (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Tornata a San Damiano, Chiara continuò a far luce attorno a sé. Scendevano a visitarla le sue amiche del­la città. Ella ripeteva loro le parole di Francesco:– Povertà calca ogni cosa coi piedi; ella, dunque, di tutto è regina. Molte restavano a San Damiano, con lei. Vi restò Pacifica di Guelfuccio, che l’aveva accompagnata la […] continua

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    Lo zio Monaldo (dai Fioretti di Santa Chiara)

    Madonna Ortolana era vedova con quattro figlie nubili, ma non si poteva dir sola. I fratelli del marito morto, gli zii delle fanciulle, le erano molto vicino, specialmente il maggiore e più autorevole, Monaldo. Proprio gli zii, con a capo Monaldo, si davan d’attorno, per procurare alle nipoti un buon ma­trimonio. La loro famiglia era […] continua

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