
«La libertà di scelta educativa è un valore cui tutti dobbiamo tendere perché è un diritto di ogni famiglia. Per questo, serve una rivoluzione culturale che abbatta, una volta per tutte, il pregiudizio che ancora circonda le scuole paritarie. La politica smetta di giocare a nascondino». È un richiamo forte alla responsabilità del Parlamento, che si appresta a discutere la legge di Bilancio, quello lanciato da padre Luigi Gaetani, in rappresentanza di Usmi e Cism, durante il web pressing promosso ieri da oltre 70 associazioni no profit (Comitato Polis Pro Persona). Il webinar è stato introdotto da Domenico Menorello, promotore dell’Osservatorio “Vera Lex” e coordinatore della rete associativa mobilitata per la scuola paritaria. Settore per il quale, ha ricordato, «non c’è nulla» nella legge di Bilancio, che dimentica, ha osservato il giurista, anche i disabili che frequentano istituti non statali. «Forse per il legislatore nelle nostre scuole va tutto bene, come fossero isole felici nel dramma della pandemia in corso – ha sottolineato Menorello -. Ma il crollo del Pil non tocca forse anche le famiglie che, con grandi sacrifici, pagano 4-5mila euro di rette all’anno al posto dello Stato per i propri figli? Nessuno si accorge di quante scuole libere, più fragili, stanno chiudendo? Nessuno si accorge che i disabili nelle paritarie sono la metà di quelli nelle scuole statali a causa di costi spesso inarrivabili?», si è provocatoriamente chiesto Menorello.
Le richieste delle associazioni sono contenute in un pacchetto di sei emendamenti alla legge di Bilancio proposto dall’Agorà per la parità (vedi sotto).
«Negli ultimi quindici anni – ha ricordato Luigi Morgano, segretario della Fism, la Federazione delle scuole materne – i contributi dello Stato non sono aumentati ma i costi sì. Per ogni alunno riceviamo 630 all’anno, che significa 2,8 euro al giorno».
Il «grido di dolore» delle famiglie è stato rilanciato da Maria Rachele Ruiu, rappresentante dei genitori nel Fonags. «Chiediamo un gesto di responsabilità – ha sottolineato suor Anna Monia Alfieri, di Altis-Università Cattolica –. Non possiamo usare la scuola come un vaccino, chiudendola quando aumentano i contagi, perché la curva della deprivazione culturale produce le stesse vittime della curva della pandemia».
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Sulla necessità di intervenire per l’inclusione dei 13.600 alunni disabili delle paritarie, ha insistito la presidente della Fidae, Virginia Kaladich, ricordando che «lo Stato spende 20mila euro per ciascun allievo disabile delle statali contro i 1.700 delle paritarie».
Le sei proposte
Sono sei gli emendamenti alla legge di Bilancio 2021, in discussione alla Camera, proposti dall’Agorà della parità, di cui fanno parte le associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie.
Le modifiche riguardano l’estensione del bonus del 110% sulle ristrutturazioni anche alle scuole non statali, la conferma del contributo di 300 milioni per l’emergenza Covid, la detraibilità totale delle rette, l’aumento di 100 milioni del fondo per il sostegno degli alunni disabili, l’istituzione di un fondo di dotazione per il finanziamento in convenzione delle scuole materne non profit, rendere permanente il contributo annuale statale, eliminando l’obbligo di emanare il relativo decreto ministeriale, che comporta un allungamento dei tempi di distribuzione effettiva di queste risorse alle scuole.
Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e fanno parte del sistema nazionale d’istruzione, definito dalla legge 62 del 2000. Gli istituti non statali sono oltre 12mila scuole, con più di 860mila alunni e 150mila dipendenti.