35. Perche’ la Chiesa Cattolica sostiene istanze contrarie alle opinioni piu’ comuni?

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Sono numerosissime le persone che se ne infischiano della Chiesa, ma che si innervosiscono quando essa disapprova l’aborto, la pillola o la fecondazione in vitro.

  • La verita’ e’ che in fondo, quando abbiamo qualche dubbio di coscienza, quando non siamo del tutto sicuri che un atto che vogliamo compiere – o che abbiamo compiuto – sia giusto, cerchiamo ad ogni costo un’approvazione che ci liberi dai rimorsi di coscienza. Baldovino, re del Belgio, ad esempio, rifiutò per motivi di coscienza di firmare la legge sull’aborto, a costo di essere costretto a dimettersi. Proteste pesanti si sono levate da parte di deputati e uomini politici belgi, secondo i quali il re non aveva niente da dire, anzi, doveva semplicemente firmare la legge come un automa. Perché queste persone hanno perduto il loro sangue freddo di fronte ad un gesto di straordinario coraggio? Perché non solo volevano legalizzare l’aborto, ma non potevano neppure sopportare che qualcuno osasse dire che questo non era « bene».
  • Al contrario, 400 anni fa, il re d’Inghilterra Enrico VIII, per risposarsi con Anna Bolena, chiese al papa l’annullamento del precedente matrimonio e non riuscì ad ottenerlo. Avendo tuttavia ricevuto l’approvazione del parlamento e dei vescovi, decise di staccarsi da Roma.
  • Un solo vescovo, John Fisher, ed un solo laico, Thomas More, autorevole uomo politico, rifiutarono di dichiarare che l’annullamento era «bene», e vennero condannati a morte.
  • Oggi, nel nostro mondo occidentale, non si condannano a morte i cristiani quando parlano alle coscienze; ci si accontenta di insultarli. Ma per molti, queste voci sono tanto insopportabili quanto quelle di John Fisher e Thomas More.

La Chiesa protegge la coscienza e testimonia fino al martirio che l’uomo vale più delle tentazioni che lo assalgono. Se la Chiesa non testimoniasse la luce di Cristo, chi potrebbe trovare la luce?

La Chiesa ci propone gli insegnamenti di Cristo

Poiché è imbarazzante prendersela direttamente con Gesù Cristo, anche da parte del mondo laico, si preferisce rimproverare alla Chiesa le sue posizioni. Per esempio: con quale diritto la Chiesa vieta il divorzio? La Chiesa ricorda le parole di Cristo nel Vangelo: «Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, Commette adulterio» (Lc 16, 18). Con quanti adattano le istanze morali alle proprie esigenze e fanno di tutto per verniciare il male facendolo apparire bene, Gesù è molto severo: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» (Mc 9,42).
Si ha torto a credere e a dire che la Chiesa condanna. Come Cristo, la Chiesa dona la luce anche se è doloroso. Ma a colui che ha compiuto qualcosa di male, risponde con Gesù: «Io non ti condanno. Va’e non peccare più» (Gv 8,11). Nel sacramento della riconciliazione (la confessione), il sacerdote offre il perdono di Dio.

La Chiesa non condanna. Perdona nel nome di Cristo

Quando non si crede più in Dio, scompare la possibilità del perdono. Ecco il problema della nostra epoca: non c’è più Dio, non c’è più misericordia. Di fronte ai rimorsi della nostra coscienza allora, ci sforziamo di dimenticare – è la rimozione, con tutte le sue conseguenze – e di chiamare bene ciò che in realtà è male. Perché non pronunciare piuttosto, con la Chiesa, le parole del salmo 51: «Crea in me, o Dio, un cuore puro,… Fammi sentire gioia e letizia… Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe»?

Aborto e Bioetiqua

 

La vita è sacra e tutti gli esseri umani – soprattutto i più deboli – hanno diritto alla vita. La Chiesa perciò non può accettare l’aborto. Essa condanna l’alto, che è sbagliato, ma non le persone. Dio è perdono e misericordia infinita. Difendendo il bambino che deve nascere, la Chiesa difende l’uguaglianza del diritto di ogni essere umano alla Vita. Per la Chiesa, le leggi che liberalizzano l’aborto violano questo principio basilare di ogni democrazia e costituiscono un abuso di potere. Sono, d’altra parte, le uniche leggi che vengono votate da persone alle quali non saranno mai applicate. Sono leggi molto gravi perché creano uno spazio giuridico per il crimine – la soppressione di un innocente senza difesa – e perché pervertono il significato di bene e di male all’interno della società. Per la maggior parte delle persone, infatti, quello che viene permesso dalla legge è bene.

 È vero, peraltro, che alcune donne possono essere angosciate a causa di una gravidanza indesiderata – dovuta per esempio ad una violenza – ma l’aborto non fa che aggravare questa situazione già disperata. Esistono altre soluzioni. Lottando contro l’aborto, la Chiesa vuole difendere la donna, la cui dignità è la prima ad essere colpita in questi casi. Sempre al fine di preservare la dignità umana, la Chiesa si oppone alla fecondazione in vitro, all’inseminazione artificiale, all’«affitto» dell’utero, e così via. Così come la contraccezione e l’aborto, che ne è la logica conseguenza – bisogna pur rimediare in qualche modo agli errori della contraccezione! – questi metodi derivano dalla volontà di separare l’atto sessuale dalla procreazione. Si vuole da una parte impedire le nascite e, dall’altra, provocarne sotto stretto controllo. Ciò significa aprire la porta ad ogni tipo di abuso. Noti scienziati, come il professor Testard – e anche non credenti – hanno già denunciato le possibili e devastanti conseguenze. Il problema fondamentale posto da queste tecniche, è di ridurre il corpo umano a pura materia senza considerare più la persona. La Chiesa incoraggia, piuttosto, le ricerche che mirano a risolvere i problemi della sterilità rispettando pienamente l’intimità dell’unione sessuale dei coniugi.

 Il messaggio che la Chiesa rivolge al mondo contemporaneo è esigente, così come il messaggio di Cristo nel Vangelo. E’ un messaggio coerente e vuole difendere la dignità dell’uomo, di ogni uomo, di tutto l’uomo. «Per conoscere l’uomo, l’uomo vero, integrale… » (Paolo VI).

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Per non smarrire la via del bene (Giovanni Paolo II)

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