
Iscriversi in palestra o a un corso di inglese, di arabo? Magari, provare con il teatro, ricominciare con il violoncello? E un ciclo di lezioni di storia del Medioevo, una full immersion nella cucina giapponese?
Al rientro dalle vacanze giovani, adulti, anziani e bambini sono alle prese con la scelta di attività per allargare orizzonti cultuali, sportivi, per riempirsi le giornate, scacciare la depressione, fare nuove conoscenze e per chissà quali nuove ragioni.
Dall’Associazione Amici di Lazzaro arriva una proposta trasversale rispetto alle età e alle categorie.
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Una proposta capace di arricchire contemporaneamente più persone, allargare gli orizzonti culturali di qualcuno, sicuramente togliere dalla depressione e riempire le giornate di altri.
La proposta è di trasformarsi in volontari da doposcuola ed è rivolta a studenti, dai 16 anni in su, a docenti in pensione e a chiunque abbia un po di tempo libero e di capacità per insegnare qualche disciplina a bambini e ragazzi, italiani e stranieri.
In questo inizio di anno scolastico è stato sottolineata spesso dai mezzi di informazione lormai altissima percentuale di figli di immigrati iscritti nelle scuole italiane.
Torino ha una media di presenze che ormai sfiora l’8% ma in certe scuole dellobbligo si arriva ad oltre il 50%. Tra questi giovanissimi sono numerosi quelli che cominciano lanno scolastico insieme con la loro vita qui.
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Ma, lo dicono i direttori e i presidi, le risorse per rinforzare i non parlanti non sono sufficienti.
Gli Amici di Lazzaro sono giovani che in città intervengono a sostegno di gruppi e realtà impegnate con le persone svantaggiate- da anni organizzano corsi di italiano per straneri e, in Borgo Vittoria, anche doposcuola su richiesta delle mamme straniere.
Moltissimi bambini e ragazzi hanno bisogno di essere supportati anche in materie come matematica, inglese, geografia dice Botti. Spesso le famiglie non sono in grado di aiutare i figli e il doposcuola diventa prezioso. Anche perché prosegue il volontario noi incontriamo spesso ragazzi che la scuola dell’obbligo ha sempre promosso, ma che in realtà non hanno assolutamente le basi per andare avanti e fare qualcosa di costruttivo.
Così finisce che restano nel loro gruppo etnico ai margini
Chi è interessato può contattare info@amicidilazzaro.it o il 340.4817498.
da La Stampa – Maria Teresa Martinengo