Anche l’omosessuale ha bisogno di amare all’infinito (don Oreste Benzi)

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Come sacerdote a contatto con molte persone, come vedi chi è omosessuale?
“L’uomo omosessuale congenito, cioè per natura, dovuto ad una sovrabbondanza ormonica, quasi non esiste. La maggior parte sono praticamente omosessuali acquisiti. Nel periodo della pubertà c’è un periodo cosiddetto ‘ambivalente’: il ragazzo/a si sente attirato dalla ragazza/o ma anche, nel medesimo tempo, si sente attirato da fortissime amicizie, i famosi ‘amici per la pelle’ e dove c’è un’affettività abbastanza forte c’è vera amicizia. Se in quella fase c’è un abuso sessuale da parte di qualcuno oppure c’è un esercizio di tipo omosessuale, rimangono nel ragazzo/a come delle impronte, delle tendenze che però non indicano che è omosessuale. Piuttosto è uno/a che ha avuto una spinta verso questa via ma chiaramente recuperabile verso l’altro sesso. Moltissimi sono coloro che vivono l’ambisessualità avendo moglie e figli e nel medesimo tempo frequentando anche i maschi.
Quando io mi incontro con loro, se parlo ad un credente dico: ‘Pur avendo queste tendenze, tu puoi essere una persona ottima, splendida, bella, soltanto se ti regoli secondo la luce del Signore’”.
A tuo parere, si può “uscire” dall’omosessualità?
“L’uomo può controllare la propria sessualità e dirigerla verso la donna e la donna verso l’uomo. Anche quelli che potrebbero essere considerati omosessuali congeniti – una donna in corpo d’uomo, oppure un uomo in corpo di donna – possono avere attività nella fede stupenda. Diventa un celibato volontario scelto”.

Come si pone la Chiesa di fronte a questo problema?
“La Chiesa valorizza molto la persona umana indipendentemente dalle condizioni in cui si trova e poi indica la vera risposta all’uomo che è la scoperta della pienezza, il vivere tutto ciò che di Dio è dentro di noi. L’uomo così sviluppa al massimo tutte le sue potenzialità. Nell’ordine secondo Dio, l’uomo diventa sempre qualcosa di stupendo, parola irripetibile di Dio, un prodigio. Colui che fosse omosessuale congenito ha delle attitudini, delle capacità, specialmente nel campo artistico, teatrale, ecc, che altri non hanno. La persona è persona, dopo la Chiesa indica la via di Dio”.
Tu sei stato padre spirituale in seminario per molti anni. Esiste questo problema e come viene vissuto?
“Esiste come esiste dappertutto. Nel seminario l’ideale sacerdotale diventa una prospettiva di pienezza e di missione che è fantastica e riesce a fare equilibrare anche la persona con tendenze che sono invertite. Evidentemente costituisce un grosso problema se il soggetto non vede questo problema nella luce di Cristo. Comunque anche a coloro che non hanno fede dico che è bello essere maschi, essere femmine, e accettarsi come dono stupendo di Dio. Bisogna prendere coscienza di sé e raddrizzarsi, come dice la parola, e rimettersi in cammino”.
Se un omosessuale venisse da te per chiederti un consiglio a livello spirituale, come sacerdote cosa gli risponderesti?
“Prima di tutto vorrei essergli tanto fratello, padre e amico e fargli sentire che non è una persona di serie B o di serie C ma un essere da valorizzare al massimo. Non gli farei prediche ma gli indicherei la via della vita, soprattutto dandogli un sostegno profondo, pieno. L’essere umano sente il bisogno di una relazione vitale, piena, completa, di rispetto. C’è tutta una cultura, purtroppo, che ha caratterizzato l’omosessuale come un qualcosa, qualcuno di strano, di diverso.
Parlando a tu per tu scopri che l’omosessuale desidera superare la carnalità ed entrare nella visione più ampia, più vasta, in un infinito d’amore. Anche l’omosessuale ha bisogno di amare all’infinito”..

Così dice il Catechismo della Chiesa Cattolica

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

di Nicoletta Pasqualini

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