Associazione tra abuso, dipendenza e patologia psichiatrica

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L’associazione tra abuso e dipendenza e patologia psichiatrica è comune. Una indagine epidemiologica negli USA ha evidenziato che almeno la metà dei pazienti, con circa la metà dei consumatori di droghe, manifesta almeno un disturbo della personalità.
Nei campioni di pazienti tossicodipendenti, una percentuale del 50-90
% presenta disturbi della personalità (soprattutto disturbi della personalità antisociale, che da soli raggiungono il 25 %), il 20-60 % disturbi affettivi e il 15-20 % del campione mostra disturbi psicotici.
Dall’analisi epidemiologica risulta che le forme psicopatologiche di solito precedono il consumo di droghe. I dati europei disponibili forniscono dati in parte diversi: nei vari studi clinici emerge i disturbi della personalità sono presenti dal 14 al 96 % dei casi. Le tipologie predominanti sono i disturbi antisociali e borderline, la depressione va dal 5 al 72 % ed i disturbi dovuti all’ansia dal 4 al 32 %. Anche dati italiani confermano la frequente associazione tra disturbi psichiatrici e Addiction.

La associazione tra abuso di sostanze e patologia psichiatrica, la cosiddetta “Doppia diagnosi”, peggiorando il decorso di entrambe le problematiche, rappresenta un grave problema di salute pubblica e una sfida per i curanti: il rischio di disturbo mentale e rischio di abuso di sostanze si potenziano a vicenda. La prognosi dei problemi psichiatrici peggiora, inoltre, quando il consumo di droghe ha inizio piuttosto presto e prosegue a lungo termine. Alcune associazioni tra diversi tipi di sostanze e quadri clinici psichiatrici si presentano con una frequenza maggiore.
Ad es. è frequente la associazione tra alcolismo, disturbi d’ansia e disturbo antisociale; tra abuso-dipendenza di cocaina e depressione, mania, disturbo antisociale; tra uso-abuso di alcol, marijuana, stimolanti, allucinogeni e schizofrenia; tra abuso-dipendenza da oppiacei e depressione maggiore; tra abuso-dipendenza da narcotici e personalità aggressiva e violenta.

La complessità della psicopatologia delle dipendenze non ha ancora permesso di avere un quadro esplicativo eziopatogenetico preciso ed universalmente accettato. La scoperta dell’universalità dei meccanismi neurobiologici, genetici ed epigenetici alla base dell’Addiction ha permesso di comprendere meglio le basi biologiche dello sviluppo della dipendenza, aprendo alla possibilità di nuovi trattamenti e cure sempre più efficaci e risolutive.
D’altra parte, è evidente quanto siano importanti i fattori ambientali, mostrando la necessità di interventi profondi a livello sociale, familiare e culturale. Solo una visione allargata che tenga conto dei diversi livelli implicati nella genesi del problema, potrà permettere di trovare risposte efficaci a questa emergenza sociosanitaria. Si devono perciò definitivamente abbandonare i pregiudizi nati dal modello morale, in cui la malattia era vista come l’esito di un abuso edonistico, adottando la visione pragmatica e scientifica del modello multifattoriale in cui la Addiction rappresenta l’esito di una serie di fattori soggettivi bio-psico-sociali.

A cura di Giovanni Carollo, Psichiatra, psicoterapeuta, Direttore Comunità terapeutica “Ca’ delle ore”. Tratto da “Formazione continua sulla personalizzazione delle cure” di Viviana Olivieri, Verona, 2015.

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