Caratteristiche demografiche della comunità indiana in Italia (2019)

I cittadini indiani regolarmente soggiornanti, al 1° gennaio 2019 sono 162.893 e rappresentano il 4,4% dei non comunitari in Italia. Dopo diversi anni nella stessa posizione nella graduatoria delle principali comunità straniere, nel 2018, la comunità indiana in Italia è passata dalla sesta alla quinta posizione, registrando una crescita del 3,5%.

La comunità risulta, invece, quarta nella graduatoria delle concessioni di cittadinanza. Nel corso del 2018, su un totale di 103.478 concessioni per cittadini originari di Paesi Terzi, i procedimenti a favore di migranti di origine indiana sono stati 5.425, pari al 5,2% del totale. Complessivamente, oltre 857mila cittadini non comunitari hanno acquisito la cittadinanza italiana per residenza, matrimonio o trasmissione/elezione tra il 2012 ed il 2018, di cui 41.572 indiani. L’alta incidenza di cittadini di origine indiana tra i neocittadini italiani è indicativa dell’esistenza di un processo di stabilizzazione della comunità, anche se nel corso dell’ultimo anno il numero di neocittadini appartenenti alla comunità in esame è considerevolmente diminuito (-33,8%); la riduzione delle acquisizioni ha
interessato complessivamente tutte le comunità, facendo registrare un -23,8%. A diminuire nel 2018 sono state sia le acquisizioni di cittadinanza per trasmissione dai genitori o elezione al 18° anno (-38,1%), che quelle per
naturalizzazione (-39,3%), viceversa quelle per matrimonio sono aumentate del +5,7%. La prima motivazione di riconoscimento della cittadinanza italiana per la comunità in esame è la trasmissione da parte dei genitori neo
italiani o alla nascita in Italia, motivazione evocata nel 41,9 % dei casi, a seguire la naturalizzazione, che riguarda quasi 2.201 nuovi cittadini indiani, pari al 40,6% delle concessioni e infine il 7,5% sono le acquisizioni legate al matrimonio con un cittadino italiano.
Analizzando le principali caratteristiche demografiche dei cittadini indiani regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2019, si registra:
– un lieve disequilibrio tra i generi a favore degli uomini, che rappresentano il 58,8% della popolazione comunitaria, mentre le donne sono il restante 41,2%. Dato più basso di quello registrato sul complesso dei non comunitari regolarmente soggiornanti, tra i quali il genere femminile rappresenta il 48,3%;
– un’età media inferiore a quella rilevata sul complesso dei cittadini non comunitari: 32 anni, a fronte dei 34 anni rilevati per il complesso della popolazione non comunitaria.
La distribuzione per classi d’età evidenzia la prevalenza all’interno della comunità indiana delle classi di età più giovani; complessivamente, quasi i due terzi dei cittadini di origine indiana hanno meno di 35 anni.
La distribuzione per classi di età della comunità è sovrapponibile infatti solo in parte alla pari distribuzione del totale dei non comunitari. In particolare, si evidenzia come, tra i cittadini indiani, le classi di età centrali abbiano un’incidenza superiore a quella rilevata sul complesso dei regolarmente soggiornanti: ha un’età compresa tra i 25 e i 50 anni il 56,7% circa dei cittadini indiani regolarmente soggiornanti in Italia, a fronte del 49% dei non comunitari. Mentre la classe prevalente è quella dei minori, oltre 37.000, che raggiungono un’incidenza del 22,7%; un valore superiore di un punto percentuale rispetto a quello riscontrato sul totale dei cittadini non comunitari. Da segnalare, infine, una presenza degli over 60 nettamente inferiore a quella registrata complessivamente tra i non comunitari nel nostro Paese: 4,7%, a fronte del 8,2%.
Tra i minori indiani, vanno ricordati i nuovi nati, che nel 2017 sono 2.732, il 5,3% delle nascite di cittadinanza non comunitaria. Anche per la comunità indiana si registra l’andamento decrescente delle nascite tra i cittadini
non UE, passate da 52.624 unità complessive nel 2016 a 51.582 unità nel 2017. Complessivamente nel corso degli ultimi 8 anni sono nati quasi 463mila bambini con cittadinanza non comunitaria in Italia, di cui oltre 21mila di cittadinanza indiana. Osservando la distribuzione per classe di età dei due generi non si osserva una forte differenza, se non agli
estremi della piramide della popolazione dove la presenza femminile è superiore a quella maschile: tra i minori, i maschi raggiungono quota 21%, mentre le femmine sono il 25%; tra gli over 60 gli uomini sono il 3,7% e le
donne il 6% circa.

In riferimento alla distribuzione territoriale, oltre la metà dei cittadini indiani risiedono nel Nord Italia: tale area rappresenta la prima meta di destinazione per la comunità in esame (come per tutti i gruppi di confronto), prescelta dal 59 % dei cittadini indiani; un valore inferiore di due punti in termini percentuali rispetto a quello riferito al complesso dei cittadini non comunitari presenti nel Paese.
Si trovano proprio nel Settentrione due delle prime tre regioni per numero di presenze indiane: la Lombardia, prima regione di insediamento per la comunità, che accoglie circa un terzo delle presenze complessive dei cittadini indiani, a fronte del 25,9% dei non comunitari complessivamente considerati e l’Emilia-Romagna, terza regione di accoglienza dei cittadini indiani, con una percentuale del 10,8%. La seconda regione per numero di presenze è il Lazio, con particolare concentrazione nell’area romana, in cui sono presenti più di 33mila cittadini di origine indiana, con un’incidenza pari al 20,3% (a fronte dell’11,2% per il complesso dei cittadini provenienti da Paesi Terzi). Una presenza importante si registra anche in Campania col 4,7% della comunità indiana lì residente.

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Fonte: Rapporto annuale sulla presenza dei migranti 2019

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