Cari mamma e papa’, anch’io soffro per il vostro divorzio

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Il matrimonio e’ una bella unione che ci porta a impegnarci per la vita ad amare e a rendere felice l’altro. E’ comune ascoltare i fidanzati che stanno per sposarsi, pieni di gioia, spiegare che si sposano perché si amano, perché sono felici insieme, perché non possono vivere l’uno senza l’altro.

Cosa succede allora quando il matrimonio finisce?

Uno dei dolori più traumatici e duri nella vita dell’essere umano, anche al di sopra della morte, è la rottura di un matrimonio, la separazione, il divorzio. Conosco la storia di una coppia di sposi sopravvissuti a un campo di concentramento durante l’Olocausto. La moglie spiegava che anche se quegli anni erano stati realmente un inferno, stare al fianco del marito li alleggeriva. Pochi anni dopo la liberazione la coppia ha divorziato, e la moglie nel suo dolore ha raccontato che avrebbe preferito tornare a vivere gli anni del campo di concentramento che passare per la separazione dal suo sposo…

A quanto sembra, l’essere umano è più preparato ad accettare la morte che ad accettare il divorzio. E dicendo questo non mi riferisco solo ai coniugi, ma anche ai figli.

I figli dovrebbero essere il luogo di incontro della coppia, e spesso diventano invece il luogo di divisione. I figli, ricordiamolo, sono affidati da Dio a noi genitori, ed è nostro privilegio così come nostro dovere formarli e dare loro una famiglia piena di amore, fiducia e sicurezza perché diventino pienamente adulti. La famiglia è la scuola per eccellenza per formare esseri umani liberi che possano compiere il progetto di Dio e questo, in principio, è che siano felici.

Quando un matrimonio finisce in divorzio, indipendentemente dai motivi, i figli in genere diventano oggetto di dispute e litigi. La crisi della coppia comporta la destabilizzazione della famiglia e interessa sia gli adulti che i figli e la società in generale come conseguenza.

Esistono innumerevoli studi che dimostrano che le conseguenze di un divorzio su un figlio sono devastanti. I figli sentono minacciata la propria sicurezza personale, spesso si danno la colpa per la separazione dei genitori e assumono come missione il cercare una riconciliazione tra loro. È una situazione che spesso li fa soffrire per tutta la vita. Anche in età adulta, un figlio di genitori divorziati può desiderare che i suoi genitori stiano sempre insieme. I figli di genitori divorziati hanno molte probabilità di essere psicologicamente instabili, come conseguenza di un rifiuto che non dovrebbe in alcun modo essere nei loro confronti. L’assenza di uno dei genitori da casa è insostituibile. La paura di impegnarsi, di essere autentico e di donarsi a un’altra persona per amarla per tutta la vita è enorme. Com’è possibile mettere la mia felicità nelle mani di un altro che mi può rifiutare? Come posso essere degno di essere amato per sempre se i miei stessi genitori non ci sono riusciti?

Io sono figlia di un divorzio, e la separazione dei miei genitori è avvenuta quando ero già adulta. Ad ogni modo, posso dirvi che le conseguenze per me sono state devastanti come quelle che leggo in questi studi.

Sentire che i miei genitori sono rimasti uniti per noi e non per loro stessi è un peso molto duro da portare. Capire che in qualche modo hanno sacrificato la propria vita per noi è come aver vissuto in un mondo fittizio. Cos’è stato quello che ho vissuto? La mia famiglia è stata un’illusione? Il matrimonio è un’illusione?

Ero accecata dal dolore e dalla solitudine, vivendo in un mondo in cui per i miei amici l’idea che i miei genitori si separassero era una cosa normale e il mio dolore era incomprensibile. Sono giunta alla conclusione che il matrimonio non era un cammino di felicità, che se due persone si amano e desiderano stare insieme non è necessario un pezzo di carta o un sacramento perché questa unione sia valida.

Sono stati anni dolorosi, e anche se ho nostalgia della famiglia che siamo stati e degli anni felici trascorsi insieme, posso dire che grazie al modo di comportarsi dei miei genitori e ai loro buoni rapporti in generale dopo la separazione il dolore è andato diminuendo.

Grazie all’aiuto e all’accompagnamento soprattutto di consacrati e coppie cattoliche che mi hanno insegnato che il matrimonio era un cammino di felicità e che poteva essere il mio cammino di felicità, oggi, pur con queste ferite e queste paure, ho una famiglia che amo e alla quale dedico ogni minuto della mia esistenza. Ho scoperto che alla ricetta del matrimonio che avevo in mente mancava un ingrediente: Dio.

Leggevo nella “Relatio post disceptationem” dell’undicesima congregazione generale del Sinodo sulla famiglia 2014 quanto segue: “In questo contesto la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di speranza e di senso”. È proprio ciò che è successo a me. È nella Chiesa e nella figura di Gesù e della Sacra Famiglia che ho trovato quel senso che si era spezzato e quella consolazione che cercavo come figlia. Quell’amore incondizionato fino all’estremo per rendere felice l’altro, quell’altro che oggi sono mio marito e i miei figli.

Attraverso questa storia, che come vedete è anche la mia storia, esorto alla riflessione su come farci carico del divorzio e delle sue conseguenze, soprattutto nei figli. Credo che la prima cosa sia concentrarci sulla causa: il matrimonio. I matrimoni oggi finiscono prima perché si entra nel sacramento senza la conoscenza sufficiente e la preparazione adeguata. Ancora, non è solo la mancanza di conoscenza in sé, ma una mancanza di autoconoscenza da parte della persona.

Per questo è necessario che come coppie cattoliche usciamo ad annunciare il vero significato e a condividere la nostra realtà con altri, accogliendo anche le famiglie che soffrono per una rottura e accompagnando quei figli e quei genitori in un processo di riconciliazione. È necessario insegnare alle coppie che i figli sono di Dio e non una cosa che diventa un possesso dei genitori (o di uno dei genitori). E infine, cosa più importante, dobbiamo annunciare con il nostro esempio di coppia che in Dio l’amore è eterno e che il nostro “sì” per sempre accanto a Lui è una garanzia di felicità.

Sta a noi, in qualche modo, diminuire la sofferenza di molti.

di Silvana Ramos

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