
Il cardinale Giacomo Biffi risponde all’interrogativo “Chi e’ Cristo?” “Gesu’ di Nazareth un uomo morto sulla croce al cospetto di tutti e’ risorto, questo e’ il nucleo primordiale della presenza cristiana questa e’ la sostanza del Cristianesimo” , ha detto questo martedì, l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi. Questo in sintesi il nodo centrale dell’intervento tenuto dal porporato presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (APRA), durante un ciclo di incontri sul tema “Chi è Cristo? L’enigma dell’esistenza e l’avvenimento cristiano”. L’incontro è organizzato in collaborazione con il GRIS (Gruppo di Ricerca e di Informazione Socio-Religiosa) e trasmesso in videoconferenza da Bologna.
“Che cos’è il Cristianesimo?”.
Ha esordito il cardinale Biffi, spiegando poi che ci sono molte risposte gratuite e non fondate, basate più su reazioni personali piuttosto che su dati oggettivi. “C’è chi dice – ha affermato – che si tratta di una strada di santità personale, o un appello alla giustizia, o un manifesto di liberazione politica o una sublime utopia di amore tra le genti fondato sulla fraternità universale”. “In ognuna di queste ipotesi c’è un po’ di verità ma nessuna coglie la sostanza del Cristianesimo”, ha precisato il porporato.
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Biffi ha continuato illustrando come: “Non emergono proposte di soluzioni al problema di che cos’è in sostanza il Cristianesimo, soprattutto non emergono dati storici accertati del Cristianesimo degli inizi, che è invece la metodologia che noi vogliamo seguire”. “Che cos’è il Cristianesimo alla sua nascita? Con quale caratteristica si è affacciato alla ribalta della vicenda umana?”. Il porporato ha risposto invitando ad indagare sulle prime comunità cristiane da cui emergono tre aspetti della nostra ricerca di senso: Il Cristianesimo è “un fatto, una persona, ed un disegno”. “Il Cristianesimo prende inizio da un fatto avvenuto presumibilmente nella notte tra l’8 e 9 aprile dell’anno 30 e reso pubblico a partire dall’alba del terzo giorno, quando tutta la vicenda del profeta di Galilea era ormai ridotta ad un sepolcro sigillato”, ha affermato Biffi. “Un fatto stupefacente assolutamente inaspettato che Gesù di Nazareth è risorto. Le testimonianze a nostra disposizione concordano nel rilevare che i discepoli di Cristo hanno faticato molto ad accettare questo fatto”, ha aggiunto.
L’arcivescovo emerito di Bologna ha precisato che “le due giornate precedenti alla resurrezione avevano distrutto radicalmente le luci di verità, i vagiti di speranza che erano stati suscitati nelle menti e nei cuori (….) l’intera esperienza eccezionale maturata negli anni di presenza con Lui, si era azzerata davanti alla sua tomba”. “Certo non è che i seguaci di Gesù, non ricordassero più niente di quello che era avvenuto prima, ma erano solo ricordi, belli ma ridotti a scarsi residui di un immensa illusione, come la cenere fredda di un gran fuoco divampato per una breve stagione”. “Solo quando quel gruppo di uomini delusi avviliti si arrende all’evidenza e accoglie il fatto stupefacente ed inaspettato, solo da questo punto inizia l ‘apertura comincia con l’annuncio di un avvenimento incredibile, Gesù di Nazareth crocifisso, morto, dissanguato sul Golgota, è risorto”, ha detto il porporato. “La prima formula di fede che domina tutte le testimonianza delle origini è consistita in una sola parola ‘è risorto’ è stato il piccolo seme di tutta la prodigiosa fioritura che avrebbe colmato i secoli futuri (.) Qui c’è dentro tutto il Cristianesimo”, ha sottolineato Biffi. “Tutti i grandi padri della Chiesa, Agostino, Tommaso, tutto il grande movimento culturale e caritativo, il Miracolo della Divina Commedia, lo sviluppo delle cattedrali tutte le grandi imprese di carità. Fino alle congregazioni degli ordini religiosi”. “Si tratta della notizia che a partire dal terzo giorno dopo il 9 aprile dell’anno trenta gli apostoli andranno a proclamare fino ai confini del mondo”. “Gesù di Nazareth un uomo morto sulla croce al cospetto di tutti è risorto, questo è il nucleo primordiale della presenza cristiana questa è la sostanza del Cristianesimo”, ha ribadito il cardinale.
“Qui dobbiamo notare la dimensione assolutamente oggettiva della formula, non si dice affatto che si tratti di un esperienza della resurrezione di Cristo compiuta dai discepoli, non è una visione né un apparizione, si dice che Cristo è risorto”. Per esempio nel capitolo 24 di Luca si dice: “Gesù è veramente risorto ed è apparso a Simone”. Così nella prima lettera ai Corinzi, “Cristo è morto, fu sepolto, è risorto il terzo giorno ed è apparso” ai tre ai dodici a più di quattrocento fratelli. “Con la resurrezione arriva il Cristianesimo – ha ribadito il cardinale -, questa è la ragione dell’assoluta originalità di Cristo nella totalità della storia umana, una originalità che lo rende un caso unico e del tutto inconfrontabile”. Biffi ha quindi invitato i presenti ad andare a leggere il Capitolo 25 degli Atti degli Apostoli, dove il re Agrippa recandosi in visita al carcere romano incontra San Paolo, e di lui ode da Festo: “L’hanno preso mentre stava litigando su alcune questioni relative alla loro particolare religione riguardante un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere ancora in vita” . “Questo è il nocciolo della questione”, ha concluso il porporato.
Zenit