Chiedo che il mio cuore diventi sempre più povero

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Rieccomi di nuovo di ritorno dalla romania…due settimane che sono volate, ma che come sempre hanno saputo stupirmi e lasciarmi dentro tante di quelle emozioni, che sembra quasi impossibile metterle per iscritto…
ma prima che qualsiasi dubbio assalga la mia mente, prima che i mille pensieri corrano il rischio di trovare risposta in un nulla dico questo: “una goccia di speranza”… una goccia di spernza di fronte ad un oceano di dolore…già, questo forse è quello che ignificia il servizio svolto in questi giorni e in tutte le altre occasioni che vi sono state di incontrare i nostri amici di timisoara… partire con l’idea di cambiare le cose e tornare con la convinzione che l’unica persona che cambia sei tu. E allora, perch continuare in questa missione contro im mulini a vento?… questa è la domanda che ci si pone, perchè in una mentalità del fare fare e anora fare non ci si può permettere di “perdere” del tempo in gesti che non portano ad un risultato…
ma se davanti a questi punti interrogativi, daanti a questi mille ma, però, se…davanti a tutto mettiamo una parola, una sola, tutto cambia, e non solo noi… “speranza”… otto lettere che cambiano il mondo…
quelle stessse otto lettere che si traducono in ogni gesto d’amore donato gratuitamente e con gioia… in ogni canto, ogni abbraccio, ogni sorriso, ogni parola…. ecco come tanti pomeriggi trascorsi con dei bambini che avevano la tristezza nel cuore, possano trasformarsi in gocce di speranza che non sttravolgono i cuori ma lli levigano e gli fanno scoprire piano piano che c’è ancora qualcosa per cui lottare, che la vita che abbiamo è preziosa perchè è unica, che se batti i piedi ottieni, e s e ci credi aancora di più..
un giorno un bimbo, mentre cera un forte temporale, ha detto “guarda, Dio mi fa le foto”e alla domanda postagli “ma tu credi in Dio”?..ha risposto “SI, perchè Lui crede in me”….queste parole sono uscite dalla bocca di un bambino che nella sua ancora giovane età aveva attraversato momenti molto duri, in cui era così difficile ricordarsi di essere bambini… eppure lui sapeva che qualcuno credeva in lui, e allora sorrideva!!…
davati a tante situazioni puoi fare poco, anzi non puoi prorio fare niente, devi lasciarle come sono… ma nel tuo cuore puoi inginocchiarti e pregare… e non importa quale sia il tuo credo…se preghi per quelle persone tu le stai amando, le stai ricordando, stai dando loro un posto nel tuo cuore… e in quegli istanti non sono più sole… e mi viene in mente una frase bellissima quanto vera “per imparare a stare in piedi, bisogna saper stare in ginocchio”.
Forse la missione più grande che chiede Dio è proprio quella…quella di non agire, di non essere l’eroe della situazione, quella di restare, avere il coraggio di farlo e partecipare a quel dolore, portere un angolino di quella grossa croce..di vivere quei silenzi che sanno di abbandono, di disperazione e colmarli con la preghiera.

Ogni giorno chiedo che il mio cuore diventi sempre più povero, più bisognoso di amore, più fragile, perchè un cuore svuotato può essere riempito di amore, perchè la fragilità ci spinge a ad accorgerci della presenza degli altri nella nostra vita come dono immenso.
non accontentiamoci di un surrogato del bene, di un amore affettato, andiamo alla fonte, cerchiamoloo nei luoghi in cui sembra esserci solo disperazione, come il Gesù bambino, che nacque in una mangiatoia, nel letame, in un posto dimenticato dal mondo…
Sara

Tutti connessi: serve un interruttore (davvero)

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