
La procedura per l’approvazione di un miracolo:
1) a livello diocesano, raccolta testimoni oculari del fatto prodigioso, e raccolta della documentazione clinica e strumentale del caso in oggetto.
2) a livello di Congregazione delle cause dei santi,
accertamenti medici e teologici.
per l’esame medico vi è una Consulta composta da cinque medici specialisti e due periti d’ufficio, il loro giudizio è medico-scientifico, non si pronunciano sul miracolo.
La loro relazione sulla malattia riguarda la diagnosi, la prognosi, la terapia e la guarigione, che deve essere:
rapida, completa, duratura e scientificamente inspiegabile.
Se la Consulta da dei dubbi, vengono chieste perizie ad altri esperti del settore.
Se la Consulta medica trova l’accordo a maggioranza o unanimità sulla extranaturalità della guarigione si passa all’esame teologico che deve valutare un nesso tra le preghiere al servo di Dio e la guarigione stessa.
Se anche questo esame è positivo tutto va alla Congregazione dei vescovi e dei cardinali che danno un giudizio che verrà posto ancora al vaglio del Papa che eventualmente promulgherà il decreto del miracolo riconosciuto come tale.
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I miracoli non sono la base della fede, per questa ragione anche gli eventi negativi non fanno perdere la fede.
Vi sono a volte eventi medici inspiegabili, cui medici anche atei vengono chiamati a dare un giudizio sulla loro non spiegabilità.
I miracoli cattolicamente riconoscuti sono questi, ma non danno la misura dei santi, infatti non basta fare un miracolo per la beatificazione, ma ci vuole una vita santa e il miracolo è come una ciliegina su un mare di bene.
Poi vi sono eventi minori in cui i credenti scorgono l’opera di Dio, non sono miracoli, ne eventi prodigiosi ma esperienze in cui vediamo che la fede è diventata vita concreta e in cui si sperimenta l’aiuto o la presenza di Dio in maniera non eclatante ma silenziosa.