Cos’è la Sindone

La Sindone è un telo di lino di circa 4,41 m x 1,13 m, tessuto a spina di pesce, che raffigura una coppia di immagini attaccate alla testa del cadavere di un uomo crocifisso e torturato. Intorno alla scultura sono presenti due linee nere e diverse lacune. Ciò è dovuto ai danni causati da un incendio a Chambéry nel 1532.
Nei Vangeli esiste una tradizione secondo la quale il corpo di Gesù sarebbe stato avvolto da un lenzuolo. Sebbene questa tradizione sia stata confermata da alcuni studi scientifici sulla Sindone, è ancora lontana dall’essere provata in modo definitivo. È certo, però, che la Sindone, grazie alle sue caratteristiche, è un riferimento diretto e immediato per aiutarci a comprendere e a riflettere sulla drammatica realtà della Passione di Gesù. Per questo Papa Giovanni Paolo II l’ha definita “lo specchio del Vangelo”.
Ecco quel che si vede:

  • Sulla Sindone è visibile un’immagine di uomo.
  • Nell’immagine è identificabile non solo la condizione di morte, ma anche la causa della morte: la crocifissione.
  • L’immagine presenta qualche difficoltà di lettura a causa dell’inversione di toni chiaro-scuri simili a quelli del negativo fotografico.
  • Tuttavia, si distinguono alcuni caratteri come quello della rigidità cadaverica e dell’assenza di qualsiasi segno di putrefazione.
  • Sono presenti numerosissimi segni di ferite da flagellazione sul corpo.
  • Sono presenti anche i segni dei chiodi alle mani e ai piedi e numerose punture sul cuoio capelluto.
  • Vi è una grande ferita al fianco sinistro (sulla Sindone, e dunque fianco destro sull’uomo che vi fu avvolto).

La Sindone riporta quindi segni di tutti gli eventi che hanno preceduto la crocifissione:

  • La flagellazione
  • I colpi al volto
  • La corona di spine
  • L’uso dei chiodi nella crocifissione
  • Le ferite inferte da uno dei soldati con una lancia leggera

Nessuna gamba fu spezzata, in accordo con la profezia riportata in Esodo 12:46 e citata in Giovanni 19:36: “Queste cose infatti sono accadute affinché si adempisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso».”

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Le caratteristiche del liquido che esce dalle ferite, identificato sulla Sindone come sangue umano del gruppo AB, possono essere osservate sul lenzuolo e si possono distinguere in base al momento in cui sono state create, prima o dopo la morte (sangue cadaverico). Si può dire che c’è una straordinaria corrispondenza, unica nel suo genere, tra la testimonianza dell’evento della resurrezione descritto nei Vangeli e la Sindone.

I racconti nei Vangeli sulla sepoltura di Gesù sono meno facili da interpretare rispetto a quelli sulla crocifissione. Questo perché i Vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca) offrono meno dettagli, mentre Giovanni parla di “teli” al plurale, di un sudario usato per Gesù e del ritrovamento della sua tomba vuota, dove si vedono ancora i panni funerari senza il corpo del defunto.

La Sindone è custodita a Torino, in Italia, presso la Cattedrale.


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