Cos’e’ la tradizione? (Bruto Maria Bruti)

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Quando citi San Paolo Apostolo, Leone XIII o Pio XI molti pseudo-cattolici ti dicono che sono sorpassati, che risentono della mentalità del tempo.
Dunque, bisognerebbe seguire coloro che sono al passo con il tempo, con l’epoca in cui si vive, con le convinzioni del momento.
Ma è così che bisogna leggere il Magistero della Chiesa Cattolica? Bisogna leggerlo in contrasto o in continuità con gli insegnamenti passati?
Ma se il magistero attuale deve essere letto in contrasto con il magistero passato come fidarsi del magistero attuale dato che un domani esso stesso sarà “sorpassato” e smentito da quello futuro??
Ma questa mentalità non è forse quella del materialismo dialettico?
Così Engels spiega l’essenza del materialismo dialettico:
“”Questa filosofia dialettica dissolve tutte le nozioni di verità (…) non esiste altro per essa che il processo ininterrotto del divenire e del transitorio””.

Al contrario, insegna Giovanni Paolo II:” Nel periodo postconciliare siamo testimoni di un grande lavoro della Chiesa per far sì che questo -novum- costituito dal Vaticano II penetri in modo giusto nella coscienza e nella vita delle singole comunità del Popolo di Dio. Tuttavia, accanto a questo sforzo si sono fatte vive delle tendenze, che sulla via della realizzazione del Concilio creano una certa difficoltà. Una di queste tendenze è caratterizzata dal desiderio di cambiamenti che non sempre sono in sintonia con l’insegnamento e con lo spirito del Vaticano II, anche se cercano di fare riferimento al Concilio. Questi cambiamenti vorrebbero esprimere un progresso, e perciò questa tendenza è designata con il nome di -progressismo-. Il progresso, in questo caso, è una aspirazione verso il futuro, che rompe con il passato, non tenendo conto della funzione della Tradizione che è fondamentale alla missione della Chiesa, perché essa possa perdurare nella Verità ad essa trasmessa da Cristo Signore e dagli Apostoli, e custodita con diligenza dal Magistero.

La tendenza opposta, che di solito viene definita come -conservatorismo- oppure – integrismo-, si ferma al passato stesso, senza tener conto della giusta aspirazione verso il futuro quale si è manifestata proprio nell’opera del Vaticano II. Mentre la prima tendenza sembra riconoscere come giusto ciò che è nuovo, l’altra invece vede il giusto soltanto in ciò che è -antico- ritenendolo sinonimo della Tradizione. Tuttavia non è l’ – antico- in quanto tale, né il nuovo- per se stesso che corrispondono al concetto giusto della tradizione nella vita della Chiesa.

Tale concetto infatti significa la fedele permanenza della Chiesa nella verità ricevuta da Dio, attraverso le mutevoli vicende della Storia. La Chiesa, come quel padrone di casa del Vangelo, estrae con sagacia – dal suo tesoro cose nuove e cose antiche- (cfr. Mt 13,52) rimanendo assolutamente obbediente allo Spirito di verità che Cristo ha dato alla Chiesa come Guida divina. E la Chiesa compie questa delicata opera di discernimento attraverso il Magistero autentico ( cfr. Lumen Gentium, 25 )” ( Lettera di Giovanni Paolo II al Cardinale Joseph Ratzinger, Al Venerato Fratello Joseph Cardinale Ratzinger prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, Osservatore romano 9 aprile 1988, pag.1).

Lo sviluppo è una verità chiaramente affermata dalle Scritture, quando il Signore ha detto agli Apostoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Giovanni 16,12-13).
Esso significa che in un tempo successivo il Magistero della Chiesa – assistito dallo Spirito Santo – può approfondire quanto detto precedentemente.
Il Magistero della Chiesa, assistito dallo Spirito, serve per guidare alla verità tutta intera, cioè serve per approfondire il senso della Parola di Dio, la cui profondità è insondabile e il cui tesoro è inesauribile.

Bisogna accuratamente distinguere sviluppo da contraddizione:
” le cose nuove” che lo Spirito Santo estrae dal “deposito” della fede devono essere sempre in continuità e mai in contrasto con ” le cose antiche”.

Questa continuità nell’insegnamento dello Spirito è espressa in modo forte dall’Apostolo Paolo la cui parola, per la Chiesa Cattolica, è Parola di Dio.
San Paolo dice: ” Se noi stessi o un angelo venuto dal cielo vi dicesse cose diverse da quelle che vi abbiamo detto, che sia anatema””

( Bruto Maria Bruti)

Bruto Maria Bruti
LA NOSTRA SESSUALITÀ
Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano

pp. 168 – € 15,50
ISBN 978-88-7198-593-0

Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).

Il libro si puo’ trovare e chiedere (talvolta ordinandolo) in qualsiasi libreria.
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La nostra sessualità – Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano libro, Bruti Bruto M., SugarCo, giugno 2010, Sessualità e morale – LibreriadelSanto.it

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