Costrette a prostituirsi, torturate: storie di nigeriane vittime del voodoo

Alcune vagano per la città senza meta, parlano da sole, sperdute; altre ricevono assistenza farmacologica dal reparto psichiatrico dell’ospedale della loro città: generalmente sono seguite dalla Caritas o dai servizi sociali, che alla fine non sanno come guarirle. Sono donne nigeriane con problemi psichiatrici con un percorso di prostituzione spesso anche legato a riti voodoo. Ne parlo’ anni fa Rosanna Paradiso, ora ex presidentessa dell’Associazione Tampep di Torino (ora lavora alla Procura della Repubblica), che ha aiutato alcune donne a tornare in Nigeria, forse unica soluzione a situazioni estremamente difficili.

Esemplare la storia di una ragazza nigeriana di Torino con disagi psichiatrici legati al voodoo. “Questa donna è arrivata a noi perché segnalata dagli uffici del comune che non riuscivano a gestirla. Aveva delle ossessioni. Per esempio voleva sposarsi con un tizio di Parma che sembrava non esistesse. Non si capiva cosa succedesse dentro di lei: “Mi hanno fatto un voodoo, diceva. Mi sento addosso gli insetti, dappertutto. Si grattava in continuazione, si sentiva pungere da tutte le parti, se li sentiva camminare addosso. E questo era un disagio che aveva quotidianamente” . Da qui la scelta di farla rimpatriare. Un percorso molto lungo. “Lei portava questo disagio, ma non parlava. Poi ha iniziato ad aprirsi. E ci raccontò la sua storia: per punirla la Madame le aveva fatto un voodoo che le procurava questi problemi; e che lei doveva tornare in Nigeria per liberarsene. L’associazione Tampep cerco’ la famiglia d’origine,  e vide la disponibilità ad accoglierla, ed intanto il padre propone di mandarle nel frattempo qualche medicamento per alleviare le sofferenze della donna. L’associazione pensa a un ritorno assistito: la giovane torna in Nigeria e da quel momento i suoi problemi psicologici cessano”.

I casi di ragazze nigeriane con questi problemi psichiatrici legati al voodoo sono sempre di più. Un altro esempio e’ quello di una ragazza nigeriana che, pensando di essere colpita da voodoo rimaneva chiusa in comunità e non faceva altro che mangiare, per cui era diventata obesa, convinta di essere malata non partecipava a nessuna attività. Il voodoo viene fatto a casa e secondo tutte le fasi previste dal rituale magico: le ragazze incontrano lo sciamano; viene coinvolta la famiglia d’origine che spesso impegna la casa, i beni e si impegna con un contratto. In genere il voodoo viene fatto perché il viaggio vada bene, e la donna abbia fortuna in Europa. Se questo non succede, la famiglia perde la casa, la terra, e può capitare che la ragazza vittima di tratta impazzisca. È una delle conseguenze se non si osserva il patto realizzato durante il rituale magico. La ragazza perde la memoria, diventa pazza. Per questo molte ragazze che qui hanno problemi psicologici è perché si sono convinte di essere matte perché hanno subìto il voodoo. Il rituale in sé ha molti elementi che hanno a che fare col macabro: vengono usate ossa umane, liquidi, con elementi che hanno una certa influenza sulle donne. Le ragazze sono in genere molto giovani, spesso non alfabetizzate e molto soggiogabili.

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“Il problema è l’uso del tutto negativo che ne fa chi le sfrutta coloro che hanno fatto questo rito affinchè il viaggio vada bene. Alle ragazze viene detto: sei arrivata in Italia, devi lavorare come prostituta per portare a casa 50.000 euro. Se il lavoro ti va male, ricordati che ti è stato fatto un voodoo che servirà a noi per punirti. Ti manderemo il doctor a casa perché punisca la tua famiglia” . (rf)

da Redattore Sociale 2008 http://www.progettoroxana.it/roxana/content/view/749/2/

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