Dal bullismo al cyberbullismo

Foto di fancycrave1 da Pixabay

Il sempre crescente utilizzo di Internet condiziona le relazioni sociali, quelle interpersonali e i comportamenti di tutti, coinvolgendo sia i “nativi digitali” sia i “migranti digitali” e ogni singolo utente, di qualsiasi età, che si trovi costantemente connesso al Web.
Nel momento in cui ci si affaccia al mondo di Internet, non si sta semplicemente acquisendo una via di accesso a nuove forme di informazioni e relazioni: il flusso è, infatti, bidirezionale. Ci si espone, quindi, a una pratica di scambio non banale, che necessariamente comporta dei rischi. La vera sicurezza non sta tanto nell’evitare le situazioni potenzialmente problematiche quanto nell’acquisire gli strumenti necessari per gestirle.

Il confronto è sempre un momento di arricchimento sul piano della conoscenza; ma ciò che è da tener presente, come emerge anche da recenti studi e statistiche, è che spesso e con facilità non si conosce chi sta al di là del monitor. Il confine tra uso improprio e uso intenzionalmente malevolo della tecnologia è sottile: si assiste, per quanto riguarda il bullismo in Rete, a una sorta di tensione tra incompetenza e premeditazione e, in questa zona di confine, si sviluppano quei fenomeni che sempre più frequentemente affliggono i giovani e che spesso emergono nel contesto scolastico. Chi agisce nell’anonimato e nella mancata interazione visiva, inoltre, non ha spesso la consapevolezza e la reale percezione delle offese e degli attacchi che la vittima subisce.
A differenza del bullo tradizionale, nel cyberbullo viene a mancare un feedback diretto sugli effetti delle aggressioni perpetrate a causa della mancanza di contatto diretto con la vittima.

Il cyberbullismo è, dunque, la manifestazione in Rete del fenomeno del bullismo: la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case e nella vita delle vittime, di materializzarsi in ogni momento, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite diversi device, o pubblicati sui siti web tramite Internet.
Rispetto al bullismo, che vede come attori soggetti con atteggiamenti aggressivi e prevaricatori, il cyberbullismo può coinvolgere chiunque poiché i meccanismi di disinibizione online sono più frequenti e diffusi. Il cyberbullo, grazie agli strumenti mediatici e informatici, ha libertà di fare online ciò che non potrebbe fare nella vita reale, avendo percezione della propria invisibilità, celandosi dietro la tecnologia e attribuendo le proprie azioni al “profilo utente” che ha creato, in una sorta di sdoppiamento della personalità. Anche le vittime possono a loro volta diventare cyberbulli grazie all’anonimato.

Accanto al cyberbullismo, vanno considerati come fenomeni da contrastare anche il “cyberstalking” e il “sexting”: il cyberstalking è un insieme di comportamenti insistenti commessi nei confronti di una vittima che si manifesta o in maniera diretta attraverso continue telefonate, sms, e-mail dal contenuto minaccioso o, in maniera indiretta, attraverso la diffusione online di immagini o recapiti della persona perseguitata , violando l’account della posta privata o del profilo sui social network e pubblicando frasi che danneggiano la reputazione della vittima; il sexting, invece, è la preoccupante moda, diffusa tra gli adolescenti , di inviare messaggi via smartphone e ed Internet corredati da immagini a sfondo sessuale.

Alla luce di queste considerazioni, la progettualità relativa alla tutela della sicurezza informatica in generale, e del contrasto al cyberbullismo, in particolare, deve operare su due livelli paralleli: la conoscenza dei contenuti tecnologici e la conoscenza delle problematiche psico-pedagogiche correlate.
E’ fondamentale, perciò, far comprendere la nozione basilare secondo cui la propria ed altrui sicurezza in Rete non dipende solo dalla tecnologia adottata (software anti-virus, antimalware, apparati vari etc.) ma dalla capacità di discernimento delle singole persone nel proprio relazionarsi attraverso la Rete.
Azioni mirate alla sicurezza nella Rete sono, dunque, necessarie per affrontare tali problematiche: non vanno, infatti, colpevolizzati gli strumenti e le tecnologie e non va fatta opera repressiva di quest’ultime; occorre, viceversa , fare opera d’informazione, divulgazione e conoscenza per garantire comportamenti corretti in Rete, intesa quest’ultima come “ambiente di vita” che può dar forma ad esperienze cognitive, affettive e socio-relazionali. Da qui l’esigenza di definire linee di orientamento destinate al personale della scuola, agli studenti e alle famiglie che contengano indicazioni e riflessioni per la conoscenza e la prevenzione del cyberbullismo e dei fenomeni ad esso riconducibili. Al fine cli un uso consapevole delle tecnologie digitali diventa, dunque, sempre più evidente e necessario per tutte le agenzie cli socializzazione promuovere da un lato l’educazione con i media per rendere l’apprendimento a scuola un’esperienza più fruibile e vicina al mondo degli studenti, dall’altro l’educazione ai media per la comprensione critica dei mezzi cli comunicazione intesi non solo come strumenti, ma soprattutto come linguaggio e cultura.

Anche la crescente e inarrestabile diffusione dei social network tra i giovani è un dato confermato dalle più recenti statistiche. L’espressione social network indica tutte le versioni informatiche e virtuali cli reti sociali nate attraverso Internet: la dimostrazione della continua evoluzione del panorama delle community consiste nella diffusione cli strumenti sempre più innovativi che promuovono la costituzione cli reti sociali, sfruttando le potenzialità del linguaggio Web 2.0.

Sono state individuate le principali motivazioni che spingono i giovani all’uso dei social network: bisogno di connessione per vincere la noia; bisogno di informazione; bisogno di relazione; bisogno di amicizia.
I social network offrono, infatti, sistemi cli messaggistica istantanea (instant messaging), di dating (incontri online), di inserimento di curricula e profili professionali in database disponibili sul Web e cli accesso alle community: è possibile giocare, chattare, condividere foto e video, esperienze e stati d’animo, news e informazioni, interagire con gruppi socio-umanitari e associazioni cli volontariato, partecipare a forum cli discussione, sentirsi connessi con il mondo, rimanere in contatto con vecchi amici e stringere relazioni con nuovi.

Nell’ambito del contesto scolastico, i social possono essere adottati come strumenti cli comunicazione validi ed efficaci sia per la divulgazione di materiali didattici, sia per la rilevazione del grado cli soddisfazione degli studenti rispetto alle attività scolastiche, sia per la sensibilizzazione all’uso corretto della Rete.
Gli studenti, infatti, devono essere responsabili della propria sicurezza in Rete e per questo diventa indispensabile che maturino la consapevolezza che Internet può diventare una pericolosa forma cli dipendenza e che imparino a difendersi e a reagire positivamente alle situazioni rischiose, acquisendo le competenze necessarie all’esercizio di una cittadinanza digitale consapevole, cosi come suggerito dai documenti ufficiali dell’Unione Europea.

A cura di Anna Lisa Tiberio, Coordinatrice Rete Cittadinanza Costituzione Legalità delle Scuole di Verona e provincia. Tratto da “Formazione continua sulla personalizzazione delle cure” di Viviana Olivieri, Verona, 2015.

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