
L’ OMS ha proposto di sostituire al vecchio termine di tossicomania quello di farmaco-dipendenza.
Farmaco-dipendente è l’individuo che ha il bisogno incoercibile di assumere una sostanza di cui deve aumentare progressivamente le dosi per ottenere lo stesso effetto. (1)
Il termine droga potrebbe derivare dall’olandese droog che significa propriamente sostanza secca: tra le droghe devono essere collocate anche le spezie, ma oggi questo termine viene usato soprattutto per indicare le sostanze stupefacenti cioé quelle in grado di provocare stupore. Stupore sta a significare sia uno stato di meraviglia che uno stato di stordimento.
Per classificare queste sostanze stupefacenti occorre una definizione scientificamente più precisa.
Da un punto di vista farmacologico, si intende per droga o sostanza stupefacente una sostanza psicotropa ad azione psicodislettica in grado di produrre farmaco-dipendenza.
La sostanza psicotropa è quella che agisce sull’attività cerebrale: le sostanze psicotrope si possono dividere in psicolettiche ( che deprimono l’attività mentale), psicoanalettiche ( che eccitano l’attività mentale ) e psicodislettiche ( che provocano un’alterazione del giudizio ).
La sostanza psicotropa con effetto psicodislettico è quella sostanza che serve per uscire fuori da se stessi e dalla realtà e per rifugiarsi in un modo illusorio ed artificiale. (2)
Il tossico-dipendente ricorre alla droga per abolire la coscienza di sé e della realtà e la droga, progressivamente, distrugge la stessa coscienza, cioè distrugge progressivamente la struttura del fare volontario e cosciente. (3)
Scrive il professor Borgognoni Castiglioni dell’Università La Sapienza di Roma: – Il tossicomane, con l’andare del tempo, va fatalmente incontro ad un progressivo decadimento psichico e fisico per cui mentre da un lato la produzione intellettuale, l’attenzione e la memoria non sono più all’altezza di prima, la volontà diventa fiacca, i sentimenti etici si attutiscono, la capacità di lavoro diminuisce ed il soggetto privato dei suoi poteri critici discende inesorabilmente tutti i gradini della scala sociale-. (4)
Droghe leggere e droghe pesanti
Tutti i farmaci psicodislettici sono da ritenersi pericolosi: la distinzione tra piccoli e grandi stupefacenti può essere fatta solo nel senso che i piccoli generano dipendenza psichica e i grandi dipendenza psichica e fisica. (5)
La dipendenza fisica consiste in disturbi fisici violenti ( crisi di astinenza ) quando la somministrazione della droga viene interrotta.
La dipendenza psichica è il bisogno mentale di ricorrere alla droga, di rifugiarsi nel mondo artificiale della droga: si tratta sia di una dipendenza biologica cerebrale dovuta all’assunzione della sostanza, sia di una dipendenza dovuta ad un disordine dei fattori cognitivi e comportamentali ( abitudine di rifugiarsi in un mondo illusorio ed artificiale ).
Il professor Enrico Malizia, docente di tossicologia clinica e direttore del centro antiveleni dell’Università – La Sapienza- di Roma, dice che la dipendenza psichica produce una pulsione psichica ( spinta incontrollabile ) a consumare la droga ed essa – comporta alienazione da genitori, amici, religione, Dio; vuoto, una vasta e tediosa apatia, un continuo senso di insignificanza o anonimità o mancanza di scopo; inadeguatezza interiore che si riflette nello studio, nel lavoro, nei rapporti umani; incapacità ad eseguire i più piccoli compiti che implichino responsabilità- (6)
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Le droghe piccole o leggere non hanno, in genere, indicazioni terapeutiche: il professor Ottavio Gandolfi, docente di farmacologia all’Università di Bologna ed esperto delle droghe, dice che recenti esperimenti negli USA hanno accertato che, al massimo, un componente chimico ricavato dalla marijuana può ridurre la nausea indotta dai farmaci chemioterapici ( nausea che può essere benissimo controllata con altri farmaci anti vomito ) ma c’è sempre il problema della dipendenza: questa sarebbe l’unica indicazione terapeutica e quindi l’eventuale uso in medicina sarebbe molto ristretto.
( cfr AMG, Farmacologi sconcertati, proposte pazzesche e pericolose, Il Giornale 29 novembre 2000, p.3 ).
La marijuana contiene 60 elementi chimici chiamati cannabinoidi. La Federal Drug Administration ( FDA ) negli USA ha approvato solo l’uso terapeutico di 1 cannabinoide ( il thc: tetra-hydrocannabinol ) per la nausea causata dalla chemioterapia e per trattare l’inappetenza dei malati di AIDS: questo cannabinoide è stato sintetizzato con il nome di Marinol. Il fatto che un componente chimico, ricavato dalla marijuana, abbia un uso terapeutico, non rende la marijuana fumata una medicina.
Infatti, la Federal Drug Administration pone in categoria 1 quelle sostanze psicodislettiche e che generano dipendenza le quali non sono ritenute idonee per usi medici: eroina, LSD, la marijuana fumata, l’oppio fumato.
In categoria 2 sono classificate tutte quelle sostanze che, pur a rischio di dipendenza fisica e psicologica, tollerano impieghi in medicina: amfetamine, oppioidi come la morfina, i barbiturici e il cannabinoide Marinol.
Nessun ente scientifico ha approvato il fumo della marijuana per qualche uso medico. La marijuana fumata non ha altro effetto che quello di fare uscire l’individuo fuori da se stesso e dalla realtà, questo effetto si raggiunge con l’uso e non con l’abuso: la dipendenza psichica è provocata dall’uso e non dall’abuso delle droghe leggere.
L’uso abituale delle droghe leggere limita progressivamente la struttura del fare volontario e cosciente della persona.
Sono queste le conclusioni del I° Congresso europeo di farmacologia: lo hanno affermato, durante la conferenza stampa del congresso, il professor Giancarlo Pepeu, presidente della società italiana di farmacologia ed il professor Pier Francesco Mannaioni, presidente della società italiana di tossicologia.
La Società italiana di farmacologia ha pubblicato un documento in cui prende in esame gli aspetti di natura farmacologica e medica connessi con l’uso delle droghe leggere.
Secondo gli esperti, chi fuma cannabis ( il cosiddetto spinello ) deve sapere che:
1) I principi della marijuana fumata si accumulano nell’organismo di chi fuma lo spinello ed è necessario un mese per la loro completa eliminazione
2) l’incidenza della schizofrenia ( perdita di contatto con la realtà ) è 6 volte più alta nei fumatori di spinello
3) il rischio di cancro del polmone è doppio rispetto a chi fuma tabacco
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4) il sistema immunitario diminuisce le sue capacità difensive in modo da favorire devastanti infezioni da parte dei virus dell’epatite e dell’AIDS.
5) l’alterazione del senso del tempo e dello spazio è la causa dell’aumentato numero degli incidenti stradali ( 20 milioni di incidenti negli USA sono stati causati dalla cannabis )
6) i fumatori di spinello vengono colpiti da sindrome amotivazionale: mancanza di interessi, inadeguatezza interiore, incapacità di eseguire compiti che implichino responsabilità
7) la cannabis provoca dipendenza psichica: spinta mentale a rifugiarsi nel mondo artificiale della droga che ormai appare l’unico mondo normale e reale, perdita progressiva della personalità e della responsabilità ( cioè danneggiamento progressivo della struttura del fare volontario e cosciente )
8) l’80% degli eroinomani hanno iniziato il loro cammino verso la tossicodipendenza fumando lo spinello che viene considerato una droga-ponte: il processo della farmaco-dipendenza porta ad aumentare le dosi per ottenere lo stesso effetto fino a suggerire l’uso di una droga simile ma con efficacia psicotropa superiore.(7)
9) L’ultima ricerca scientifica, effettuata dal massimo istituto americano di studi sulla droga, ha dimostrato che la marijuana – brucia – i tessuti cerebrali con modalità analoghe a quelle della cocaina ( cfr Antonella Fiori, Spinello bruciacervello, L’Espresso , online, del 17-08-02).
L’uso della droga leggera uccide gradualmente la personalità fino a far diventare l’individuo una sorta di zombi, di morto vivente.
I paragoni che spesso vengono fatti tra l’azione degli stupefacenti e l’azione dell’alcool e del tabacco non sono del tutto idonei.
L’alcool etilico è una sostanza nutritivo-medicamentosa il cui uso è utile: – un uso moderato di alcolici è utile, in dose di 1 grammo per ogni chilogrammo di peso corporeo al giorno, ripartita tra i due pasti (…): è termodinamogeno, migliora la digestione e la crasi ematicaa ( azione stomachica e ricostituente ); aiuta il lavoro muscolare (…) aiuta anche a sopportare il freddo, mantenendo più elevata la temperatura interna-(8).
L’alcool etilico assume un’azione tossica e psicodislettica solo con l’abuso: la dipendenza ( etilismo cronico ) si instaura molto lentamente e solo a causa di un abuso abituale e prolungato. Il tabacco è una sostanza che ha solo un’azione tossica e nessun effetto psicodislettico: il benzopirene, che si forma dalla combustione della sigaretta, sarebbe responsabile dell’aumentata frequenza del cancro polmonare nei fumatori che sono geneticamente predisposti; l’uso prolungato del fumo, inoltre, provoca danni alle pareti vascolari.
Tuttavia il tabacco non ha un’azione psicodislettica, non provoca alienazione dalla realtà, non provoca una sindrome amotivazionale, non limita progressivamente la struttura del fare volontario e cosciente e con essa la capacità di adempiere ai doveri di solidarietà verso gli altri uomini: il tabacco nuoce alla salute ma non uccide gradualmente la personalità fino a far diventare l’individuo una sorta di morto vivente.
Bisogna sottolineare il fatto che alcuni farmaci, i quali hanno pure un effetto psicodislettico, hanno delle indicazioni terapeutiche – limitate, riguardanti casi particolari e il cui uso prevede un rigoroso controllo medico: è questo il caso dei barbiturici, delle amfetamine, della morfina, del Marinol. I gravi effetti collaterali di questi farmaci, pur previsti e conosciuti, vengono tollerati quando non esiste altra terapia possibile e solo per impedire un male maggiore.
I barbiturici, per esempio, vengono usati nelle anestesie generali, nelle convulsioni epilettiche, le amfetamine nelle terapie, per brevi periodi, dell’obesità, nella narcolessia, nelle depressioni da farmaci. La morfina nella sedazione dei gravi dolori non altrimenti trattabili.
Secondo gli esperti dell’organo internazionale di controllo degli stupefacenti, molte sostanze ad azione psicotropa dovrebbero essere soggette ad un maggiore controllo per i danni che il loro uso può comportare. (9)
Bibliografia:
1) Giuseppe Campailla, Manuale di psichiatria, Minerva medica, Torino 1982, pag 95; E. Borgognoni Castiglioni, Le tossicomanie secondo l’OMS, inserto de Il Medico d’Italia, febbraio 1989, n.15, pag 3
2) Giuseppe Campailla, ibidem, pag 96-97
3) A Semerari e A. Castellani, cit. in Mauro Ronco, Il flagello della droga, note su cause, effetti e rimedi, Cristianità n.155, marzo 1988, pag 4, nota n.17
4) E. Borgognoni Castiglioni, op. cit., pag 3
5) E. Bogognoni Castiglioni, ibidem, pag 3
6) Enrico Malizia, Le droghe, Newton Compton, Roma 1989, pag 18
7) Il punto di vista della società italiana di farmacologia sulla proposta di liberalizzazione delle droghe leggere, SIF Notizie. Periodico della Società Italiana di Farmacologia, anno X, numero 1, settembre 1995, pag 25-27; Lo spinello è cancerogeno, farmacologi e tossicologi si appellano al ministro della sanità, Il Giornale 14-O6-1995, pag 10; Enrico Malizia, ibidem, pag 66;
8) L. Magelli, Igiene, facoltà di medicina e chirurgia di Bologna, Monduzzi, Bologna, pag 64
9) E. Borgognoni Castiglioni, op. cit., pag 3
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