
E’ possibile arrivare a Dio con la ragione?, dimostrarne l’esistenza, ma la sola dimostrazione valida è quella a posteriori, cioè dagli effetti alle cause. E’ questa la vera via, che, unica, ci conduce sicuramente a Dio, la via degna dell’uomo dotato di ragione, la via additataci già da S. Paolo: Invisibilia enim Ipsius a creatura mundi per ea quae facta sunt, intellecta conspiciuntur (Ep. ad Rom., 1, 20), raccomandata e consacrata autorevolmente nelle dichiarazioni solenni della Chiesa, nonché seguita costantemente non solo dai grandi apologeti cristiani, ma anche dai più illustri teisti di qualunque epoca, scuola e religione.
Considerando i fatti reali che cadono sotto la nostra esperienza sensibile, noi vedremo che non c’è modo di interpretarli razionalmente senza ammettere Dio, poiché:
1) la natura delle cose che costituiscono il mondo esige un Dio Creatore;
2) l’ordine che regna in tutto l’universo esige un Dio sapiente e ordinatore;
3) la voce di tutti i popoli proclama unanimemente un Dio supremo Signore.
Questi argomenti, studiati e discussi nel corso di lunghi secoli, hanno convinto le menti più elette dell’umanità; se certi moderni non ne percepiscono la forza, non è per difetto di luce della verità, ma per molte cagioni che, rendono le menti indisposte: tali sono le prevenzioni contrarie, la mancanza di attenzione, la scarsezza di ingegno, l’affetto che l’intelletto lega, l’uso di seguire gli altri fra i quali si vive, il non volere essere trascinati a conseguenze temute e la particolare inclinazione a studi più materialmente determinati nei fatti storici e nei fenomeni sensibili, apprendendo quasi avvolto di nebbia tutto ciò che si presenta come ragione astratta.