
Ad Addis Abeba si contano 8.134 esercizi collegati allo sfruttamento sessuale di ragazze tra i 15 e i 24 anni. Il tasso di Hiv tra coloro che si prostituiscono nei centri urbani supera il 20% ed in alcune citta’ arriva al 50%.
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In esclusiva da News from Africa NAIROBI – I night-clubs di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, svelano una fiorente industria sessuale. Qui migliaia di ragazze vestite succintamente commerciano prestazioni sessuali per garantirsi la sopravvivenza, esponendosi al rischio di contrarre l’Hiv e contribuendo alla diffusione della malattia. La poverta’ estrema ha costretto molte ragazze alla prostituzione. Helen Chane (nome di fantasia), una studentessa diciassettenne, e’ stata costretta a prostituirsi dopo la morte dei genitori per una malattia collegata all’Aids, avvenuta circa un anno fa. “Mantengo mia nonna e mia sorella; di giorno vado con gli studenti e di notte con i clienti che mi procurano i brokers” racconta. “Non ho bisogno di andare sulla strada, i brokers li portano da me”.
La prostituzione ad Addis si svolge principalmente presso esercizi quali ristoranti, bar, hotel e night-clubs , frequentati da stranieri facoltosi o da locali uomini d’affari, ma non è raro trovare case private che funzionano da bordelli illegali. Secondo un censimento del 2002 effettuato da un’agenzia americana, la Fhi (Family Health International), sarebbero stati individuati nella capitale 8.134 esercizi collegati alla prostituzione, il 60% della quale viene esercitata da ragazze tra i 15 ed i 24 anni. I clienti sono in aumento e si rivolgono particolarmente a studentesse di scuola superiore e casalinghe, ma anche a bambini – questi ultimi sono preferiti perchè hanno minori probabilità di aver contratto l’Hiv rispetto a coloro che si prostituiscono regolarmente. L’Fhi ha osservato che l’uso del condom è molto elevato Spesso però i clienti rifiutano l’uso del condom, mettendo così le ragazze a serio rischio di contagio di ‘Hiv/Aids .
Secondo uno studio dell’Fhi, il tasso di Hiv tra i le ragazze che si prostituiscono , nei centri urbani supera il 20% ed in alcune città arriva al 50%. Abebech Assfaw (nome di fantasia), 22 anni, è arrivata ad Addis Abeba a seguito di problemi coniugali. Racconta di aver tentato di usare il condom ad ogni incontro sessuale, ottenendo spesso il rifiuto ed anche il sarcasmo dei clienti.
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“C’è chi si prostituisce perfino a sessanta e settanta anni. Continuano a rischiare la vita perché non hanno mezzi di sostentamento”, dice Iyasu Haile Selassie, direttore del Msda. Circa metà della popolazione dell’Etiopia, 71 milioni di persone, vive con meno di 1 dollaro al giorno ed il governo stima che circa 1,2 milioni di persone abbiano contratto il virus dell’Hiv. Uno studio dell’Fhi ha stabilito un legame tra la povertà ed il commercio sessuale, dato che molti dichiarano di aver cominciato per motivi economici.
L’Msda ora sta addestrando 72 ragazze che si prostituiscono e 120 madri. “Insegniamo ad avviare attività che producano reddito anche alle loro madri, perchè una madre che non ha denaro per mantenersi cercherà di convincere la figlia a tornare alla vita di prima o si prostituirà lei stessa” sostiene Iyasu. Yeshimebet Mekuria (nome di fantasia), 16 anni, sta studiando per diventare parrucchiera, Ha rifiutato di sposarsi ed è fuggita dalla casa di campagna per andare ad Addis, dove ha lavorato come domestica, finché un amico, facendole intravedere un guadagno più alto ed una vita migliore, l’ha convinta ad avere incontri sessuali a pagamento con uomini. Ora lavora in un bar ed è costretta a versare metà dei suoi guadagni al proprietario, così non le resta quasi nulla. L’Fhi denuncia lo sfruttamento di queste ragazze da parte dei proprietari degli esercizi, per i quali lavorano a salari bassissimi o addirittura senza paga come cameriere durante il giorno. Yeshimebet spera che il lavoro di parrucchiera sarà il modo per uscire da quello squallido bar. “Smetterò di prostituirmi non appena avrò finito il mio apprendistato” assicura.