Formarci all’Amore (Padre Andrea Gasparino)

Foto di Anjada Pixabay

Dal libro Il segreto della gioia
1) Fare piazza pulita dei pregiudizi sull’amore.

Molto spesso si confonde l’amore con il sentimento. Sono due cose molto distinte: l’amore è sempre legato alla volonta’ e può non essere legato al sentimento. Quando Camillo del Lellis baciava le piaghe degli appestati, non c’era di sicuro molto sentimento in quel gesto di amore: c’era la volontà, soltanto la volontà di esprimere il suo amore a Cristo presente nel povero. Ringraziamo quando il nostro amore è accompagnato anche dal sentimento, ma non squalifichiamo il nostro cuore quando c’è semplicemente lo sforzo di volontà. L’amore non va mai a braccetto con l’interesse. L’amore interessato è tanto diffuso, ma occorre squalificarlo con coraggio. Se prevale l’interesse l’amore non conta più nulla. Se l’amore fa dire: “che guadagno ne ho?” certo non è amore. L’amore è sempre libero. Quando l’amore risponde esclusivamente al dovere, è infido. Se nasce da un ordine: “devi amarmi”, è un assurdo. Nessuno può vincolare l’amore. Può farlo soltanto Dio, ma Dio rispetta sempre la libertà umana. L’amore è sempre legato a delle decisioni precise, non è mai campato in aria; l’amore a parole non regge. A ogni incrocio della vita,a ogni bisogno del fratello devo sapermi domandare: “Che cosa devo fare se amo veramente?”. L’amore ha i suoi livelli e le sue precedenze. Alcune persone hanno la precedenza sulle altre. Bisogna accettarlo e discernere. La mia dedizione deve rispettare delle graduatorie, perché c’è una graduatoria di dipendenza e di vicinanza. Ci sono vari livelli di donazione: la famiglia o la comunità prima degli amici, gli amici prima degli estranei, i poveri e i bisognosi prima di chi ha tutto, ma non devo calcolare troppo.

2) Partire da noi stessi: amare noi stessi.

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Chi non si ama non è attrezzato ad amare. L’amore comincia a casa tua. Dobbiamo amare noi stessi in modo giusto. Chi si ama in modo giusto e’ attrezzato ad amare i fratelli. Devo saper controbilanciare le mie esigenze con quelle dei fratelli. In alcuni momenti devo far prevalere le mie necessità, in altre circostanze gravi è doveroso far prevalere il bisogno del fratello.

3) Amare cercando a ogni costo il vero bene del fratello.

Devo prefiggermi il bene del fratello che può essere contrario a quello che lui vorrebbe, che gli altri vorrebbero o che io stesso vorrei. Anche la resistenza può essere amore. La norma è il bene del fratello, sia che lo comprenda, sia che non lo comprenda.

4) Tre mete particolari dell’amore.

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Amare! devo dare al fratello questa percezione: sono e sarò sempre al tuo fianco. Incoraggiare! Devo trasmettere al fratello fiducia piena in se stesso. Devo fargli capire: se ti appoggi troppo su di me, diventi debole e dipendente. Questo non è il tuo bene , è piuttosto il tuo male. Non posso condiscendere a questo. Provocare! Devo stimolare le sue energie in tutti i modi possibili, usando anche la durezza se necessario. Amare è un arte fatta di mille attenzioni. C’e’ l’ora dell’incoraggiamento e c’e’ l’ora della provocazione. Posso sbagliarmi tante volte, ma riparerò, mi scuserò. Il nostro amore è umano, ha i suoi limiti, le sue imperfezioni, non è possibile intuire sempre e tutto quello che dobbiamo fare.

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