Gladys: so che non saro’ mai libera

Il racconto di una ragazza che non riesce a liberarsi…
Aiutiamole…

“Questo è un lavoro molto brutto, un lavoro dannato. Però per noi che veniamo qui dalla Nigeria è una fortuna, non solo per noi ma anche per le nostre famiglie rimaste in Nigeria che vivono aspettando che noi gli mandiamo i soldi che riusciamo a guadagnare facendo questo lavoro.
Sono nata a Lagos parlo sia la lingua Edo sia quella degli Yoruba, ho una sorella e quattro fratelli, sono di religione protestante e non credo tanto nel vudù. Anche se a dir la verità in Nigeria, al vudù ci credono tutti, è una cosa che c’è dappertutto, è una cosa che si respira nell’aria, si tocca con mano.
Prima di venire in Italia facevo la commessa in un negozio d’abbigliamento, era bello lavorare a Benin City. La decisione di venire in Italia l’ho presa per mettere insieme tanti soldi che mi sarebbero serviti per aprire un negozio d’abbigliamento tutto mio.
La proposta di partire me l’ha fatta una mia “amica”, per avere il visto e tutti gli altri documenti che servivano mi ha aiutato un conoscente di questa persona.

Ho aspettato circa un mese, non ho pagato niente e nessuno perché l’accordo era che avrei pagato dopo, qui in Italia, dovemmo stipulare un contratto con il rito vudù anche se io non ci credevo, però dopo averlo fatto ho iniziato ad avere un po’ di timore perché in Nigeria lo fanno tutti e tutti ci credono.
E’ proprio per questa mancanza nella fretta nel farsi pagare che ti rovinano: ad ogni ragazza questo sembra una bella cosa, invece è una trappola, lo scopri solo dopo, quando ormai è troppo tardi, quando ormai ti hanno bruciato i sogni e ti hanno rubato l’identità, che le spese del viaggio diventano un debito grande, enorme, che però devi pagare.
Vogliono tantissimi soldi, 70-45000 euro, perché la persona che ci aiuta a partire ci vende ad una maman che vuole tanti soldi, e tu quando arrivi sei costretta a pagarla, perché sei lontana dai tuoi affetti, in un altro mondo, in un posto dove la gente ti guarda male per come sei vestita per il colore della pelle, in mezzo a gente che parla in un’altra lingua e pensa in un altro modo, che ha abitudini diverse.

Io sono andata prima in Olanda con un passaporto nigeriano e là un amico della mia maman mi è venuto a prendere e poi mi ha tolto i documenti.
Dopo quasi un mese che eravamo rinchiuse in albergo, non ci facevano uscire per timore dei controlli, questo mi ha portata in macchina con un passaporto inglese, fino a Torino, era nel febbraio me lo ricordo bene perché faceva un freddo tremendo, mi sembrava di morire di freddo, non avevo mai provato cosi tanto freddo non mi sentivo più le mani e i piedi, ero congelata e pensavo solo a cosa sarebbe successo di me.
La mia madam aveva già altre ragazze che lavorano per lei. Il giorno del mio arrivo, in piena notte, lei mi ha subito fatto giurare che non sarei scappata, che non l’avrei mai denunciata alla polizia, che non le avrei mai nascosto i soldi, e mi tagliò un ciuffo di capelli, le unghie e i peli del pube, mi ha tolto le mutande per tenerle lei, mi aveva rifatto un nuovo rito vudù per farmi del male se non avessi rispettato il giuramento.

Avevo ricominciato a credere che davvero il vudù era potente, che davvero poteva farti morire se solo la madam avesse voluto.
Oggi abito ancora con la mia madame anche se ho già finito di pagare il mio debito, so che non sarò mai libera di fare quello che voglio perché non ho i documenti e ormai sembra che tutti mi conoscono per il lavoro che faccio e mi guardano male ma a me non importa perché adesso posso mandare tanti soldi a casa ai miei fratelli cosi loro possono aprirsi tanti bei negozi.
Vivo in un appartamento di due camere con altre sette ragazze che fanno tutte questo mestiere, a volte cercano di andare via ma hanno troppa paura della madam e dei suoi amici e quindi rimangono fino alla fine del debito ma so che poi faranno come me.

Due o tre cucinano sempre, e le altre fanno le pulizie a turno io sono una delle tre che cucinano.
E’ abitudine della nostra madam far cucinare solo le ragazze che hanno finito di pagare il debito e quando è toccato a me ho scoperto il motivo: nel cibo di quelle che devono ancora finire di pagare ci fa mettere una polverina nera fatta arrivare da uno stregone nigeriano, ci dice sempre che non fa male, dice che serve solo per renderle ubbidienti, per non farle ribellare e nascondere i soldi.
Ogni una di noi paga alla madam duecentotrenta euro al mese per l’affitto e ogni sabato trentacinque euro per il mangiare. Penso che lascerò questo lavoro solo se troverò un uomo che mi ama e che è disposto a stare con me, allora sarò contenta di andar via dalla strada perché questo è un lavoro brutto molto brutto!

Anche se ho pagato il mio debito molte volte la madam mi chiede altri soldi perché dice che mi sono comportata male, o perché mi minaccia dicendo che se non pago altri soldi può sempre farmi del male, io pago anche perché fortunatamente ne faccio tanti, ormai i clienti mi conoscono e pagano anche bene soprattutto se accetti di avere rapporti senza preservativo.
All’inizio quando ancora non avevo capito come dovevo fare per poter avere più soldi, e vedevo che non riuscivo a guadagnarne tanti quanti la madam mi chiedeva accettavo queste proposte dai clienti, ma ho avuto sempre paura perché sapevo che ci si poteva ammalare di Aids. molte ragazze si sono ammalate, io fortunatamente no! Ora per fortuna non accetto più, o quasi più solo con i clienti che sono abituali.

So di non fare un lavoro onesto, ma cosa potrei fare, mi dispiace per la mia famiglia, di non stare con loro ma almeno così riesco a mandare molti soldi a casa così loro staranno meglio.
Nessuno della mia famiglia sa quello che faccio, perché per me non è una bella cosa da dire, sanno che lavoro in un ristorante di un albergo almeno non si preoccupano.”
Gladys

Ps: le ragazze come Gladys sono quelle più fragili, che non hanno relazioni sane al fuori del giro della tratta e della strada.
Donne ormai rassegnate che usciranno dallo sfruttamento solo quando invecchiando, diventeranno inservibili per i loro sfruttatori.

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