Hayden e’ madre e padre e il figlio non sa più chi e’

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Certa “genitorialità creativa” rischia di non fare più notizia, il che la dice lunga sul grado di assuefazione alle nuove inquietanti forme di filiazione. Eppure ci sarebbe tanto da dire, per esempio sull’ultima novità britannica. Hayden Cross è una donna inglese di 20 anni che da tre vive come un uomo – è un uomo transgender, secondo il gergo della situazione – e desiderando da sempre di avere un bambino legato geneticamente a sé. Prima di completare la transizione da donna a uomo, chirurgicamente, ha cercato di congelare i propri ovociti per usarli in un momento successivo (non sappiamo bene come, ma per adesso lasciamo stare), ma il Servizio sanitario non ha concesso la prestazione. Allora la giovane ha cercato su Facebook un donatore di sperma che, gratis, le ha dato il proprio liquido seminale – la Hayden non ne ricorda neppure il nome – e lei è rimasta incinta. Secondo la stampa inglese è “lui”, Hayden, a essere in attesa di un bambino, perché il politically correctvuole che il pronome da usare per i transgender sia quello con cui chiedono di essere chiamati, a prescindere dall’anagrafe.

Quindi nei giornali inglesi si legge che Hayden Cross è il primo uomo britannico in gravidanza grazie a un donatore di sperma. Hayden ha precisato che dopo il parto completerà la transizione con gli interventi chirurgici per eliminare il seno e le ovaie, e diventare uomo fisicamente: il piccolo che nascerà avrà quindi una madre biologica che allo stesso tempo sarà anche padre anagrafico, mentre il padre biologico sarà difficilmente rintracciabile. È difficile opporsi a questi percorsi: la fecondazione non è avvenuta in clinica, e nessuno può garantire che ci sia stata donazione di gameti e non un rapporto sessuale fra Hayden Cross e l’anonimo donatore. E d’altra parte non si può impedire a una donna che voglia cambiare sesso di restare incinta. Potrebbe anche essere una bufala, una trovata per far parlare di sé: in fondo siamo nel tempo della post-verità. Ma la drammaticità della faccenda è proprio nel fatto che qualcuno l’abbia immaginata, ritenuta fattibile e molto probabilmente messa in pratica. Il dramma è quindi nella sua plausibilità. Si tratta di fatti già accaduti nel Nuovo Mondo che viviamo, dove la tecnoscienza trasforma l’umano: una sola persona padre e madre al tempo stesso, perché i tempi glielo consentono, è cosa già vista e raccontata dalla letteratura scientifica ma anche dai media, oramai, nonostante ancora non ci sia una lingua in tutto il pianeta nella quale si sia riusciti a coniare un termine per individuare una figura del genere, e cioè due genitori in uno.

Nessuno si chiede che ne sarà dei bambini venuti al mondo in questa maniera, e di tutte le conseguenze per la loro persona che ne potrebbero derivare. Al tempo dei nuovi diritti esigibili pare non ce ne siano, di diritti, per i piccoli che nascono così: tacciono gli intellettuali, gli scienziati, i medici, gli psicologi, i giuristi, i bioeticisti, e persino i giornalisti, che in Inghilterra riportano il fatto senza particolari commenti. Viene il dubbio che questa afasìa generalizzata sia perché di cose da dire, semplicemente, non ne abbia più nessuno. Ed è forse questo silenzio colpevole, più che il fatto stesso, a dirci che il Nuovo Mondo è già il nostro mondo.
Assuntina Morresi – Avvenire

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