I Metodi Naturali spiegati semplicemente

Spesso, quando si parla della regolazione della fertilità di coppia, si fa un uso improprio dei termini “mezzi contraccettivi o anticoncezionali” e “metodi di regolazione naturale della fertilità o metodi naturali”. Come insegnanti dei metodi naturali, ci confrontiamo quotidianamente con la sfida di trovare il linguaggio giusto per trasmettere i valori presenti in questa proposta di vita, anche all’interno delle comunità ecclesiali.

Il termine “mezzi” richiama all’idea di qualcosa che è funzionale al raggiungimento di un fine, mentre il termine “metodo” si riferisce a un percorso basato su principi e regole. Di conseguenza, il primo termine – “mezzi” – fa pensare alla tecnologia e viene spesso associato alla contraccezione, mentre il secondo – “metodo” – richiama la scienza, in particolare il metodo scientifico, e si riferisce specificamente ai metodi naturali. 

Emerge una netta differenza di prospettiva tra le due proposte di regolazione della fertilità. Parlare di “metodi contraccettivi” è una vera contraddizione in termini, dal momento che il termine “contraccettivo” fa chiaramente riferimento a ciò che è contro il concepimento e richiama anche ciò che è contro l’accettazione.

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In sintesi, i mezzi contraccettivi sono strumenti tecnici, artificiali ed esterni al corpo, utilizzati per manipolare la fertilità e prevenire il concepimento. Questa mentalità anti-vita vede il concepimento e il bambino che ne è il frutto come un pericolo da evitare o addirittura da eliminare, come dimostrano l’utilizzo di dispositivi come la spirale, la pillola del giorno dopo, la RU 486 e l’aborto volontario. Anche la pillola contraccettiva, spesso considerata innocua, può talvolta agire come abortivo.

Al contrario, il metodo naturale è uno strumento di conoscenza che permette alla coppia di sapere quando è presente la fertilità e quando è assente. A partire da questa conoscenza, la coppia può scegliere liberamente e responsabilmente di realizzare il gesto sessuale in periodo fertile o meno, secondo le finalità che intende raggiungere in tema di procreazione.

Tuttavia, anche il termine “naturale” può incorrere in equivoci. Troppo spesso viene ridotto ad una mera prospettiva ecologica, con l’idea che l’assenza di danni fisici per la salute sia l’unica preoccupazione. Oppure, viene inteso in senso psico-sessuologico, ovvero come l’assenza di mezzi di barriera nel rapporto sessuale. In realtà, il metodo naturale va oltre queste riduzioni, poiché si basa sulla conoscenza del proprio corpo e sulla responsabilità della coppia nella scelta di quando concepire.

Il termine “naturale” è molto significativo e indica una piena rispondenza del metodo alle caratteristiche proprie della natura umana. Si tratta di una scelta di vita in cui la coppia si impegna a utilizzare tutti i dinamismi spirituali propri dell’essere umano, come ragione, volontà, libertà e autodominio, per guidare le pulsioni istintuali, le passioni, le emozioni e i sentimenti al servizio del bene della persona e della coppia.

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In altre parole, i metodi di regolazione della fertilità sono definiti naturali perché rispettano la biologia dell’uomo e della donna, la loro libertà, dignità e capacità di autodeterminazione. Sono basati sulla conoscenza e sull’armonia con la propria natura umana.

È evidente che le due scelte sono profondamente diverse tra loro sul piano antropologico ed etico.

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