I metodi naturali, strumento per conoscersi, capirsi, scegliere

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Conoscere è avventura che stimola e avvince la ragione umana, a questo orientata, e che interpella in modo significativo i giovani, in un’età in cui si interrogano sul senso della vita. Bisogna conoscere per riempiere di senso la realtà. La ragione ha gli elementi per conoscere ma l’uomo, stupenda unità di corpo, psiche, ragione e spirito, sente il bisogno di conoscere con la propria totalità, come pure di conoscersi in questa totalità. Uno dei doni più preziosi che, in quanto creature umane, possediamo e possiamo conoscere è certamente il dono di trasmettere la vita a un’altra persona. Ciò accade nell’istante della fecondazione, quando due cellule, la cellula uovo e lo spermatozoo, si incontrano all’interno dell’apparato riproduttivo femminile, precisamente nella parte distale della tuba di Falloppio, in seguito a un rapporto sessuale tra l’uomo e la donna. Il processo che rende possibile tale evento e i meccanismi legati al prosieguo della gravidanza vanno sotto il nome di fertilità umana. La fertilità dipende da molti fattori: fattori endocrini, anatomici, metabolici, ma non bisogna dimenticare che la fertilità riguarda la coppia e, come tale, porta con sé il vissuto di due persone e della loro relazione.

Fertilità umana e regolazione naturale della fertilità

La fertilità non è sempre presente nella persona umana. In particolare, essa matura nella fase adolescenziale e scompare con l’età avanzata. C’è, inoltre, una significativa differenza tra la fisiologia maschile e femminile: la fertilità è continua nell’uomo, perché relativa alla produzione quotidiana degli spermatozoi. Nella donna, invece, la fertilità è assente in alcune fasi della stessa vita riproduttiva finisce con la menopausa e si presenta solo per pochi giorni all’interno del ciclo mestruale, esattamente nel periodo dell’ovulazione. La fertilità, nella coppia, assume quindi un ritmo periodico, che alterna periodi fertili e non fertili, in relazione ai tempi della fertilità femminile. Inoltre, diversamente dagli animali, che sono determinati ad unirsi proprio dalla fertilità, nei coniugi l’unione fisica diventa una scelta di libertà e perciò esperienza d’amore. La fertilità non è costrizione all’unione fisica come, d’altra parte, l’unione fisica non è orientata soltanto alla procreazione. C’è un mistero più profondo da penetrare: e la conoscenza della fisiologia lo conferma. Il corpo diventa rivelatore di una verità nascosta ma presente, che in esso e attraverso esso può essere manifestata. Quello della fertilità è un linguaggio, biologicamente diverso per ogni donna e ogni coppia, che può essere conosciuto e rispettato nelle diverse scelte procreative che la coppia si trova a compiere. È questa la base della Regolazione Naturale della Fertilità, una scienza che si concentra sull’identificazione di segni e sintomi che possano dare alla donna la possibilità di identificare il proprio periodo fertile e i periodi non fertili, riconoscendo l’evento ovulatorio. Tale conoscenza mette la coppia in condizioni di sapere quando un atto coniugale può portare all’instaurarsi di una gravidanza e, di conseguenza, di decidere riguardo al proprio comportamento sessuale. I metodi naturali sono un prezioso strumento di conoscenza: non sono essi, infatti, a “regolare la fertilità” ma permettono la conoscenza di quel disegno di fertilità che è, per natura, regolato secondo un andamento periodico. I diversi metodi naturali valorizzano, in tal senso, differenti segni o sintomi che, accompagnando l’ovulazione, la possono indicare alla donna: i calcoli basati sulla lunghezza del ciclo secondo l’antico metodo di Ogino e Knauss, il rialzo della temperatura basale corporea che si verifica con l’ovulazione, il muco cervicale, sul cui riconoscimento si basa il metodo Billings (Sito Ufficiale www.thebillingsovulationmethod.org)  e che i metodi ciclo-termici e i metodi sintotermici utilizzano in combinazione con altri segni e sintomi della donna. Noto alla scienza medica già da fine Ottocento, il muco, prodotto a livello del collo dell’utero, è un importantissimo fattore di fertilità femminile e subisce tipiche variazioni in relazione ai cambiamenti ormonali del ciclo: durante la maturazione del follicolo, esso consente agli spermatozoi l’ingresso nelle vie genitali femminili, aiutandone la sopravvivenza e la selezione. Prima dell’inizio della maturazione follicolare e dopo l’ovulazione, al contrario, il muco costituisce una sorta di “tappo”, che chiude il collo uterino bloccando l’accesso agli spermatozoi (Cfr. E. Odeblad, The cervix, the vagina and fertility, in E.L. Billings, J.J. Billings, M. Catarinich, Billings Atlas of the Ovulation Method. The Mucus Patterns of Fertility and Infertility, Advocate Press,
Melbourne 1989).

Il metodo dell’ovulazione Billings: scientificità e semplicità

 Gli studi sul metodo dell’ovulazione hanno avuto inizio in Australia nel 1953 quando un sacerdote, padre Maurice Catarinich, responsabile della pastorale familiare della diocesi di Melbourne, spinse il dottor John Billings ad approfondire ricerche che potessero dare basi scientifiche più sicure alla regolazione naturale della fertilità, profondamente convinto del grande beneficio che essa avrebbe potuto portare alla famiglia e del fatto che il Creatore stesso dovesse aver posto la chiave per la conoscenza della fertilità nel corpo della donna. Riesaminando la letteratura medica relativa al tema, Billings si rese conto del frequente riferimento al muco cervicale e alle sue relazioni con l’evento ovulatorio e si fece l’interessante domanda che poi pose a centinaia di donne: può questo muco diventare un indicatore del periodo fertile anche per la donna stessa?

Gli studi sul metodo dell’ovulazione, ai quali si aggiunse dopo qualche anno la collaborazione della dottoressa Lyn Billings, hanno avuto inizialmente un’impronta clinica, partendo dal cogliere l’importanza e la ripetitività, nelle diverse donne, delle caratteristiche che il muco presenta. Ricerche successive hanno confermato l’attendibilità delle osservazioni fatte dalle donne correlandole:

– ai livelli degli ormoni ovarici nel ciclo, come dimostrarono Brown e collaboratori (E.L. Billings, J.B. Brown, J.J. Billings, H.G. Burger, Symptoms and hormonal changes accompanying ovulation, in “Lancet” (1), 1972; J.B. Brown, Scientific basis of the Ovulation Method, in E.L. Billings, J.J. Billings, M. Catarinich, Billings Atlas of the Ovulation Method, cit; J.B. Brown, Basi ormonali della
regolazione naturale della fertilità, in L. Leuzzi, E. Giacchi (a cura di), Scienza ed etica per una procreazione responsabile, Libreria Cortina, Verona 2008) ;

– al “modello a mosaico” che il muco forma nel canale cervicale. Secondo gli studi di Odeblad (E. Odeblad, The cervix, the vagina and fertility, cit., pp. 85-94; Id., The biophysical properties of the cervical-vaginal secretions, in “International Review NFP” 1983, 7,1; Id., L’importanza del fattore cervicale nella fertilità della coppia, in L. Leuzzi, E. Giacchi (a cura di), Scienza ed etica per una procreazione responsabile, cit.; Id., Cervical mucus and their functions, in “Journal Irish Colleges of physicians and surgeons”, 1997, 26,1.), in particolare, la differente percentuale di diversi tipi di muco nei vari giorni del ciclo è responsabile delle variazioni nel sintomo del muco. Il metodo dell’ovulazione Billings considera il muco cervicale un “sintomo”, la cui percezione è soggettiva, cioè affidata alla singola donna. Tale sintomo unisce due modalità di rilevazione: una prima – e più importante – è la vulvare; la seconda è l’osservazione visiva della secrezione, qualora fuoriesca dai genitali esterni.

Per le rilevazioni richieste dal metodo è essenziale che la donna ponga attenzione alla sensazione percepita ai genitali esterni, durante la giornata, mentre svolge le sue normali attività, e all’eventuale presenza di muco visibile. Alla sera, ella compila una semplice cartella di registrazione, che l’aiuta a tenere con ordine il “diario” delle proprie osservazioni quotidiane, coinvolgendo il marito nella scoperta della fertilità, nella consapevolezza e condivisione delle decisioni. Tali osservazioni permettono alla donna di identificare l’infertilità pre-ovulatoria, di determinare l’inizio della fase fertile in ogni ciclo, di seguire l’aumento della potenziale fertilità fino al suo massimo, di accorgersi dell’ovulazione e di stabilire l’inizio dell’infertilità post-ovulatoria (E.L. Billings, J.J. Billings, M. Catarinich, Il Metodo della Ovulazione. Atlante. Paoline, Milano 1986; A. Cappella, Secondo Natura. Il Metodo Billings, BBE, Torino 1985).

Alla fine della mestruazione, se la donna avverte una sensazione di totale asciuttezza senza presenza di muco visibile, significa che ella si trova in un periodo di non fertilità, dovuto al fatto che deve ancora iniziare la maturazione della cellula uovo. Se si verifica un rapporto coniugale gli spermatozoi non sono in grado di sopravvivere, ma vengono in pochi minuti eliminati in vagina data l’impenetrabilità del muco a livello cervicale. Non appena tale situazione si modifica – al primo variare, cioè, della sensazione, che diventa di non più asciutto – è segno che ha avuto inizio la maturazione follicolare: gli ormoni estrogeni stimolano la secrezione del muco da parte della cervice e tale muco è percepito e può essere visto dalla donna. Il muco cervicale permette la sopravvivenza spermatica, la selezione degli spermatozoi più adatti alla fecondazione e la loro spinta verso le tube: il periodo fertile ha avuto inizio. La sensazione di umidità avvertita dalla donna aumenta gradualmente, di giorno in giorno, fino ad arrivare al bagnato e ad una netta lubrificazione: questo andamento cosiddetto evolutivo è tipico ed è dovuto all’aumento degli estrogeni che accompagna la maturazione del follicolo, modificando il muco cervicale. Quando la donna sperimenta un cambiamento netto nella sua sensazione, che dalla lubrificazione passa all’asciuttezza o all’appiccicosità, si accorge dell’evento ovulatorio. L’ultimo giorno di tale bagnato o lubrificato, denominato giorno del Picco, è, infatti, in rapporto temporale con l’ovulazione. Si tratta di un sintomo tipico, che ha caratteristiche simili ma diverse da donna a donna, e che la donna impara a riconoscere con grande facilità e precisione, dal momento che si tratta di qualcosa di davvero individuale. L’ovulazione si verifica entro due giorni dal Picco, e la cellula uovo, se non è fecondata, muore al massimo nell’arco delle 24 ore. Il Picco è il giorno più fertile del ciclo, data l’imminenza dell’ovulazione e grazie anche alle caratteristiche più favorevoli che il muco cervicale presenta nei confronti degli spermatozoi. La produzione di progesterone, che è legata all’ovulazione, determina successivamente la formazione di una sorta di “tappo”, che renderà il muco al collo dell’utero impenetrabile da parte degli spermatozoi. Dal quarto giorno dopo il Picco inizia dunque una fase di infertilità, che continuerà fino alla mestruazione. La fase non fertile post-ovulatoria ha una durata costante, 11-16 giorni. La fase non fertile pre-ovulatoria ha invece una durata variabile, per le diverse donne e, anche per la stessa donna, nei diversi cicli: in alcune circostanze (ad esempio l’allattamento, lo stress, la premenopausa, la sospensione della pillola contraccettiva) si può prolungare anche per parecchi mesi o per anni.

Date le sue caratteristiche, il metodo Billings può essere usato in cicli di diversa lunghezza, in cicli regolari o irregolari, e anche in tutte quelle circostanze della vita riproduttiva in cui la donna può sperimentare un notevole ritardo o addirittura un blocco della stessa ovulazione. Non è, infatti, importante il calcolo dei giorni, non è neppure indispensabile che si verifichi l’ovulazione: l’importante è che la donna impari a osservarsi per riconoscere in se stessa e da sé i segni della fertilità e dell’infertilità. Questa conoscenza aiuterà sia la coppia che desideri distanziare un concepimento o debba evitarlo del tutto, sia la coppia che ricerchi una gravidanza. Anche per affrontare il problema dell’infertilità di coppia, oggi purtroppo in significativo aumento, il metodo Billings è un aiuto prezioso: da una parte, infatti, esso permette alla coppia di individuare il momento più fertile del ciclo, al fine di mirare con più attenzione i rapporti coniugali; d’altra parte, però, il metodo consente di studiare lo stesso ciclo al fine di mirare con maggiore precisione eventuali analisi e terapie. La conoscenza di sé che il metodo permette possiede anche un’importante valenza diagnostica e preventiva di patologie di origine disendocrina, infettiva e neoplastica dell’apparato riproduttivo, delle quali la donna che si conosce può accorgersi più repentinamente. Nella fase puberale, inoltre, aiuta la ragazza a seguire il normalizzarsi dei cicli evitando, in casi di irregolarità, il danno frequentemente provocato dalla somministrazione di contraccettivi ormonali i quali, piuttosto che “regolarizzare il ciclo”, non faranno che bloccare quel processo che si sta gradualmente avviando e che fisiologicamente può essere piuttosto lento.

I metodi naturali sono efficaci?

Tutta la moderna letteratura scientifica ci rassicura: i metodi naturali, se correttamente appresi e applicati, hanno un tasso di sicurezza elevatissimo qualora siano usati per distanziare una gravidanza. Ma un tale dato, sia pure incoraggiante, non deve limitare l’orizzonte della nostra riflessione e l’orizzonte da proporre alle coppie che si accostano al cammino della regolazione naturale della fertilità. “L’obiettivo primario di un qualsiasi metodo per la regolazione della fertilità – scrive John Billings – è quello di aiutare marito e moglie a vivere felici fra di loro e con i loro figli, e farli crescere nell’amore reciproco, in modo tale che la famiglia acquisti stabilmente sicurezza e felicità”(E.L. Billings, J.J. Billings, M. Catarinich, Il Metodo della Ovulazione, cit., p. 136.).

Il criterio con il quale guardare all’efficacia dei metodi naturali non è dunque assolutamente un criterio “contraccettivo”: ci troviamo dinanzi ad un’esperienza che è positiva non solo se consente sicurezza nell’evitare il concepimento ma se aiuta la coppia anche a ricercare la gravidanza; se permette ai coniugi di maturare nella libertà di scelta, nella serenità del rapporto coniugale, nella comune responsabilità, nella crescita dell’amore, nell’apertura alla vita. La chiave di tutto, da un punto di vista concreto, è la conoscenza del ciclo, dunque la consapevolezza della fertilità che poi porta a scelte libere e responsabili nei confronti della procreazione. Quando si parla di efficacia dei metodi naturali, è necessario pertanto esplicitare alcune voci, che rispecchino la scelta della coppia e l’attendibilità dei dati scientifici (E.L. Billings, J.J. Billings, M. Catarinich, Il Metodo della Ovulazione, cit., p. 138-139).

  1. Efficacia del Metodo: viene valutata in base alla percentuale di gravidanze che si verificano quando il metodo sia applicato correttamente, secondo le direttive per evitare il concepimento.
  2. Efficacia dell’insegnamento: si parla di “gravidanze riferibili all’insegnamento” qualora si verifichi una gravidanza causata da un errore nell’applicazione del metodo, usato per evitare il concepimento, che può essere a sua volta dovuto a insegnamento inadeguato o a mancanza di attenzione da parte della coppia nell’applicazione del metodo.
  3. Gravidanze “da scelta consapevole” sono, infine, le gravidanze che si verificano qualora la coppia scelga di avere un rapporto coniugale in giorni riconosciuti come potenzialmente fertili. Queste gravidanze, da un lato confermano la validità del metodo e delle regole, dall’altro rappresentano il valore della libertà di scelta che accompagna il metodo naturale, mettendo la coppia in condizione di riflettere ogni giorno in modo nuovo riguardo la procreazione.

Un significativo studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei diversi continenti, su coppie provenienti da differenti culture, religioni e grado di istruzione, ha evidenziato dati molto interessanti circa la semplicità e l’efficacia del metodo Billings. Il 91% delle coppie che si riferivano agli appositi Centri per l’insegnamento dimostrava una comprensione eccellente o buona del metodo già dopo solo il primo ciclo di osservazione. L’applicazione delle regole per evitare la gravidanza dimostrava inoltre un’efficacia pari al 97,8% (solo il 2,2%, cioè, di “gravidanze riferibili al metodo”) (World Health Organization, A prospective Multicentric Trial of the Ovulation Method of Natural
Family Planning. II The effectiveness phase, in “Fertility and Sterility”, 1981, 36,5, pp. 591-598.).

Molto interessanti, poi, alcuni studi condotti in Cina, nei Centri di insegnamento del metodo Billings riconosciuti dal Ministero della Salute, che hanno dimostrato tassi di gravidanza molto bassi (tra 0 e 1,61%) qualora il metodo sia usato per rinviare o evitare un concepimento(S.Z. Quian, Billings Natural Family Planning in Shangai – China, in “Advances in Contraception”, 10 (3), 1994; S.Z. Quian et al., Evaluation of the Effectiveness of a Natural Fertility Regulation Programme in China, in “Journal of Practice Andrology”, 2, 1996.).

Inoltre, attingendo ai dati provenienti da diversi Centri di insegnamento del metodo Billings in Italia e raccolti dal Centro Studi per la Regolazione Naturale della Fertilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel periodo 2001 – 2007, su un campione di 422 donne che hanno appreso e utilizzato il metodo Billings per ricercare la gravidanza, nell’arco di 12 mesi il 65% (274 coppie) ha ottenuto il concepimento (E. Giacchi, A. Saporosi, P. Pellicanò, La finestra fertile: evidenze statistiche e cliniche, in A. Bompiani
(a cura di), Atti del Seminario sulla Fertilità ed Infertilità Umana, Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI di Ricerca sulla Fertilità ed Infertilità Umana per una Procreazione Responsabile, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, 6 dicembre 2006, p. 85-103.) .

La chiave per il successo: l’insegnante dei metodi naturali

Per essere appresi correttamente e nel loro pieno significato, tuttavia, i metodi naturali vanno insegnati. L’insegnante del metodo naturale è una vera e propria figura professionale, preparata a svolgere il proprio compito tramite specifici corsi di formazione. È la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a riconoscere come i servizi per la regolazione naturale della fertilità siano prevalentemente educativi e la disponibilità di insegnanti qualificati sia la chiave del loro successo (World Health Organization (WHO), Natural Family Planning, A guide to provision of services. Ginevra 1988.).

In Italia, la Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità fornisce un elenco di insegnanti qualificati di vari metodi, per garantire la precisione scientifica e lo stile di vita che accompagnano il percorso di apprendimento proposto alla coppia; si tratta di persone competenti e fortemente motivate a un servizio alla persona e alla famiglia, all’amore e alla vita. L’insegnamento, infatti, non è un lavoro semplicemente tecnico ma un compito che, per la sua delicatezza, arriva a coinvolgere in profondità le scelte personali, configurandosi come spirito di servizio e convinta testimonianza di vita della bellezza della legge naturale. Ed è proprio il rispetto della natura dell’uomo e dell’amore a rendere tale proposta comprensibile e vivibile da tutti, indipendentemente dalle convinzioni religiose o dalla maturità di fede. L’esperienza di insegnamento dei metodi naturali conferma questo dato, a motivo della loro diffusione in tutte le culture, le religioni, gli ambienti, quale che sia la precedente esperienza della coppia o la motivazione per l’apprendimento del metodo. Nel guardare attraverso i metodi naturali alla bellezza e all’armonia della corporeità, scorgiamo dunque la possibilità della conoscenza e comprensione del “senso”. La conoscenza della fertilità, infatti, è una splendida chiave per una conoscenza più intima, che aiuterà prima di tutto la donna a comprendere la bellezza del proprio corpo e la preziosità della fecondità: è grande il valore educativo che ne deriva, anche nella delicata e preziosa fase dell’adolescenza, in cui la ragazza deve essere orientata a riscoprire ed offrire se stessa come degna di rispetto e amore. Si apre così un’autentica e concreta strada di promozione umana, la possibilità di un percorso educativo che renda i giovani capaci di cogliere il senso della sessualità e di crescere nella libertà, proteggendo la propria dignità con un comportamento maturo e responsabile. Come con convinzione affermava Giovanni Paolo II, “l’importanza degli educatori in ogni opera educativa e apostolica è decisiva. In questo campo ciò è ancora più vero per la delicatezza del compito e per i valori in questione!” (Giovanni Paolo II citato in P. Pellicanò, Mandato d’amore, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, p. 96.).
Nel vasto panorama aperto dalla “sfida educativa” specie nel settore decisivo della crescita nel rispetto per la corporeità, la sessualità e l’affettività, i metodi naturali si presentano dunque come strumento valido e prezioso, per accompagnare i giovani nell’avventura affascinante del conoscere e verso la pienezza gioiosa dell’amare.

di Paola Pellicanò (Centro Studi e Ricerche per la Regolazione Naturale della Fertilità, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; presidente Coordinamento Nazionale Insegnanti Metodo Billings)
da Quaderni Scienza e Vita n.14

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