Il materno salverà l’umano

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Un documento che riassume bene le istanze di chiunque voglia lottare per l’abolizione dell’aborto. Iniziando dalla prevenzione e attuazione delle leggi vigenti puntando al loro superamento, in quanto ingiuste e lesive della vita dei nascituri.
(ass. Amici di Lazzaro)

I partecipanti al III Corso di Alta Formazione per operatori CAV “Roberto Bennati”, “Generare sorrisi”, svoltosi a Folgaria dal 23 al 30 agosto: 

– esprimono la loro più convinta disapprovazione nei confronti delle nuove linee di indirizzo ministeriali sull’aborto farmacologico (RU486) emanate il 12 agosto scorso e approvate dal CSS e dall’AIFA; 

– ritengono che le modalità introdotte dalle suddette linee di indirizzo – possibilità di assumere la RU486 fino a 63 giorni pari a 9 settimane compiute di età gestazionale presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure day hospital – costituiscono una ulteriore gravissima violazione del diritto a nascere dei figli che vivono e crescono nel grembo delle loro madri, dell’autentica tutela sociale della maternità durante la gravidanza, della salute fisica e psichica della donna; 

– considerano inaccettabile che tutto il processo di morte sia scaricato sulla donna lasciata sola a gestire gli effetti collaterali avversi della RU486, esponendola ad un reale rischio sanitario fisico non tutelato. Non inferiori sono gli aspetti psicologici che, vissuti in solitudine, rendono prevedibilmente ancora più pesante la ferita psicologica che l’aborto volontario reca comunque alla donna; 

– sostengono la necessità di rendere non operative tali linee di indirizzo che contrastano formalmente con alcuni articoli della legge sull’aborto 194/1978 la quale non rimanda a provvedimenti ministeriali la sua applicazione, prevede il ricovero ospedaliero (art. 8) e, pur nella sua totale iniquità, contiene alcune disposizioni che manifestano una preferenza per la nascita. Si ricordano a riguardo la tutela della vita umana sin dal suo inizio e il rifiuto di considerare l’aborto come mezzo di controllo delle nascite (art. 1); la ricerca di soluzioni dei problemi proposti, l’aiuto a rimuovere le cause che porterebbero la donna all’aborto, la promozione di ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari anche durante la gravidanza (art. 5); 

– ritengono che l’effettuazione dell’aborto nei consultori sia di particolare gravità data la funzione attribuita agli stessi di tutelare la salute della donna e del figlio chiamato “prodotto del concepimento” (art. 1 L. 405/1975) e di contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza (art. 2 lettera D L. 194/1978); 

– ricordano che la Corte Costituzionale nella sentenza n. 35 del 1997, facendo riferimento anche al diritto alla vita del concepito, ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum radicale che voleva ampliare la permissività della legge 194 nella stessa direzione in cui vanno le linee di indirizzo; 

– esprimono solidarietà nei confronti dei medici e di tutto il personale obiettore e chiedono che il diritto di sollevare obiezione di coscienza sia correttamente mantenuto per tutto il corso dell’intervento abortivo e che pertanto l’intero percorso dell’aborto farmacologico, dalla somministrazione della prima pillola all’espulsione del figlio fino alla chiusura della cartella clinica, avvenga sotto il controllo e la responsabilità dei medici e del personale non obiettore; 

– rivolgono un appello ai Governatori affinché, in virtù dell’autonomia organizzativa regionale del nostro Sistema sanitario nazionale, provvedano a stilare protocolli diversi da quelli indicati dalle linee di indirizzo ministeriali in modo da evitare la banalizzazione e la privatizzazione dell’aborto; 

– chiedono ai candidati alle prossime elezioni regionali (e allarghiamo anche a tutti i governanti ) un serio e formale impegno ad inserire nella propria agenda politica la tutela del diritto alla vita dal concepimento; la tutela della maternità nella fase, così unica e speciale, della gravidanza; l’attenzione ai consultori affinché svolgano reale attività di prevenzione dell’aborto una volta che il concepimento è avvenuto; il sostegno anche economico e la promozione di realtà che sul territorio si adoprano per favorire percorsi di nascita condividendo le difficoltà delle gestanti e liberandole dai condizionamenti che le porterebbero all’aborto; 

– osservano che ormai l’ultimo presidio della vita umana nascente è la coscienza individuale, familiare e sociale e, pertanto, ritengono di fondamentale rilevanza rivolgere lo sguardo sul concepito riconoscendolo un essere umano a pieno titolo, un figlio, uno di noi; che riconoscere l’uguale dignità di ogni essere umano dal concepimento è dovere basilare dell’intero ordinamento giuridico e sorgente da cui scaturisce un generale rinnovamento della società; che promuovere la consapevolezza del valore della fertilità umana maschile e femminile è una ricchezza della persona, della famiglia e della società; che nella difesa della vita nascente le donne hanno un ruolo di primaria importanza per quello speciale “cuore a cuore” col figlio che vive e cresce dentro la donna; che il materno salverà l’umano. 

Folgaria, 29 agosto 2020 

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