Il terrorismo illuminista e terrorismo islamico

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Terrorismo illuminista e terrorismo islamico  (talebani giacobini e talebani islamico-rivoluzionari: fratelli gemelli eterozigoti )

Le tecniche di sterminio di massa nascono, in epoca moderna,  con i talebani giacobini della  Rivoluzione Francese.  La Vandea  aveva accolto con entusiasmo la Rivoluzione ma la luna di miele era presto finita a causa degli abusi compiuti dagli amministratori rivoluzionari.    Il direttorio impose la coscrizione militare obbligatoria ( mentre prima solo i nobili andavano in guerra e, per il tributo del sangue, erano esentati dalle tasse) e nello stesso giorno furono chiuse tutte le Chiese. Fu la scintilla: i contadini vandeani si ribellarono e imposero ai nobili di mettersi al comando dell’esercito cattolico.

Il governo rivoluzionario decise di sterminare tutta la popolazione della Vandea. Questa decisione, rimasta segreta per duecento anni, è stata recentemente scoperta, grazie a documenti ritrovati negli archivi militari, dallo storico Reynald Secher.  Il governo rivoluzionario studiò e mise in atto le prime tecniche di sterminio di massa, come i forni crematori con cui venivano uccise le donne affinché nessuno potesse più procreare e i bambini perché non diventassero i futuri oppositori della Rivoluzione. Il grasso umano ricavato da questi forni veniva utilizzato per ungere le armi e le ruote dei carri.

Vennero create concerie di pelle umana con la pelle ricavata dalle persone che venivano scuoiate vive e da questa macabra industria venivano creati gli stivali per i soldati: la storia insegna che un altro settario, Adolf Hitler, riprese con successo le tecniche di sterminio della popolazione la cui invenzione, in epoca moderna, spetta alla Rivoluzione Francese.    Furono massacrate 250 mila persone su di una popolazione di 600 mila abitanti. Una cifra impressionante che, se viene rapportata alla popolazione francese attuale, equivarrebbe a 8 milioni di vittime.  In Vandea tutte le famiglie presso le quali si trovava un crocifisso furono fucilate e le loro case incendiate, i preti furono uccisi o deportati.

– Bisogna massacrare le donne perché non riproducano e i bambini perché sarebbero i futuri briganti-, questo scrissero e questo fecero: firmato dal ministro della guerra del tempo Lazare Carnot.    Il generale Clébert si rifiutò di eseguire questo ordine:- Ma per chi mi prendete? Io sono un soldato non un macellaio.-. Allora i giacobini mandarono Turreau, un alcolizzato con un’armata di vigliacchi.  ( cfr Reynald Secher, Il genocidio Vandeano, effedieffe Milano 1989; cfr Antonio Socci, Come l’89 c’è solo Hitler, , intervista a Pierre Chaunu, Il Sabato 29 aprile 1989, pag 76 )  I talebani dell’illuminismo danno origine prima alla guerra civile e poi alla guerra  rivoluzionaria di conquista   La Rivoluzione francese inventa la guerra rivoluzionaria di conquista. Carnot, a nome del comitato di salute pubblica, trasmette ai generali il seguente ordine:

-Bisogna vivere a spese del nemico-.   Con questo ordine gli eserciti partono alla conquista del Belgio, della contea di Nizza, della Svizzera, della Renania, dell’Italia per riempire le casse del tesoro svuotatesi per il fallimento economico e finanziario del nuovo regime  ( cfr   cfr Jean Dumont, I falsi miti,effedieffe, Milano 1989,  pp. 73-77 )

TERRORISMO ISLAMICO:   Khomeini dà origine all’ideologia dei kamikaze ispirandosi all’opera del sociologo Alì Shariati.

Alì Shariati si laurea in sociologia alla Sorbona di Parigi nel 1964, stringe amicizia con Frantz Fanon, ideologo terzomondista, e frequenta la cerchia parigina del filosofo esistenzialista-marxista Jean Paul Sartre.  Shariati elabora  il concetto di martirio in chiave modernista, terzomondista e antimperialista, dando vita all’ideologia kamikaze che diventa il fondamento del nuovo scisma islamico.  Due anni e mezzo dopo la vittoria della rivoluzione islamica in Iran, l’11 settembre del 1981, si ha il primo atto kamikaze. Avviene in Iran: per la prima volta l’obbiettivo non è militare ma civile, addirittura viene colpito un esponente religioso mussulmano. Lo shaid-killer ( il martire assassino) si fa esplodere uccidendo l’hojatoleslam Madani: uccide sei persone e ne ferisce trentotto. Per la prima volta, nell’Islam, viene considerato “santo” un suicidio che provoca la morte non di militari in guerra, ma di civili inermi, di donne e bambini.

Nel Luglio del 1981 Khomeini aveva dato inizio ad una guerra all’interno dell’Islam , chiudendo la prima fase “pluralista” della rivoluzione e colpendo tutto il primo quadro dirigente rivoluzionario, compreso il presidente della Repubblica islamica, Banisadr ( CFR Carlo Panella, I Piccoli martiri assassini di Allah, Piemme, 2003, pp.80-83).  I talebani islamico-rivoluzionari danno origine allla guerra civile all’interno dell’Islam.   Tra il 1982 e il 1987, l’Algeria è il primo paese in cui si scatena il contagio del terrorismo islamico contro islamici dopo la rivoluzione khomeinista.

L’Algeria è assolutamente estranea al conflitto arabo- israeliano, non ha rapporti economici e politici con gli USA. Nasce in Algeria la guerra civile fra mussulmani, con gli stermini di massa, senza che ci sia di mezzo né Israele, né gli USA, né la guerra in Irak. Donne gravide sventrate, bambini uccisi.  Che cosa succede? Succede che nel modo islamico si diffonde la guerra civile tra conservatori e rivoluzionari e questa guerra civile coinvolge l’Occidente diventando guerra mondiale.  Se la prima, la seconda e la terza guerra mondiale ( la guerra fredda), sono state guerre civili europee che hanno coinvolto il mondo, la quarta guerra mondiale è la guerra civile islamica che coinvolge il mondo e assume le caratteristiche di una guerra terroristica mondiale.

( Bruto Maria Bruti )

Bruto Maria Bruti
LA NOSTRA SESSUALITÀ
Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano

pp. 168 – € 15,50
ISBN 978-88-7198-593-0

Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).

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