In Veneto una scelta imprudente

Image by Gerd Altmann from Pixabay

Non Si Tocca La  Famiglia: “in Veneto Centro regionale per il cambio di sesso. Definita scelta di civiltà” .
Giusy D’Amico: ” Il governatore del Veneto avalla la realizzazione del centro regionale per il cambio del sesso, e la definisce “una scelta di civiltà”.

In Veneto, contrariamente ai passi indietro compiuti dall’Europa sulle transizioni di sesso (ad esempio entro primavera 2023 dovrà chiudere forzatamente la clinica Tavistock) definisce “scelta di civiltà” un provvedimento su cui è assolutamente necessario venga operata la massima prudenza e responsabilità.

Lo dichiara Giusy D’Amico presidente dell’associazione Non Si Tocca la Famiglia, sottolineando che la politica di partiti che rappresentano l’Italia in parlamento, deve fare molta attenzione a cadere in posizioni tanto sbilanciate dal punto di vista del dibattito nazionale e internazionale in atto sul tema, e senza tenere conto di quanti hanno votato questo o quel partito, non di certo per vedere attuate linee politiche tanto dubbie e divisive.

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È consapevolezza acquisita in moltissime realtà associative, scientifiche, educative, – prosegue D’Amico – il danno che ha provocato propagandare tesi senza fondamento scientifico sul gender, volte ad incoraggiare strade difficili e invasive come cambiare sesso, scelta per cui, molti denunciano vite distrutte, e non possono più tornare indietro.  Perlopiù questo condizionamento di tipo culturale investe i bambini e giovanissimi in quello che anche qui in Italia è definito come un contagio sociale ormai. Come si fa a non essere informati ad esempio sull’aumento vertiginoso di ragazzini con disforia di genere curati con farmaci altamente invasivi e che bloccano in modo innaturale la pubertà? Come tutto questo ad esempio trova anche radici nella propaganda sui media e nelle scuole a firma di noti influencer.”

Conclude D’Amico “La classe politica deve avere a cuore la salute fisica e mentale dei cittadini tutti e non può non sapere quanto sia grave medicalizzare bambini sani, bloccando loro la crescita per decidere da grandi chi vorranno essere. Nel mese di ottobre è stato lanciato e sottoscritto in Italia un Manifesto Europeo promosso da Francia e Belgio per denunciare i gravi rischi della propaganda gender su bambini e ragazzi, soprattutto sui media e nelle scuole, e già firmato da numerosissimi medici docenti, giornalisti.Invitiamo il governatore del Veneto a fare un passo indietro soprattutto per proteggere la fase più delicata di bambini e ragazzi nell’età dell’adolescenza che ricordiamo è già, di per sé, una transizione naturale. Bloccarla significherebbe medicalizzarla rendendo il processo di crescita innaturale e dagli esiti ancora incerti”.

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