
Se è vero che alcuni italiani – gli intellettuali, gli aristocratici e i borghesi più influenzati dalla cultura illuminista – si rallegrarono del terremoto che 200 anni fa portò all’occupazione della penisola da parte delle truppe del rivoluzionario governatore di Parigi, non pochi furono quelli che non lo fecero” (Ret). Soprattutto i ceti più bassi erano insoddisfatti del crollo delle vecchie istituzioni e diedero vita a una serie di resistenze e lotte contro le innovazioni politiche introdotte dai francesi, che andavano dalla disobbedienza civile alla vera e propria rivolta popolare, dalla guerriglia alla guerra contro le forze antinapoleoniche, oggi note come “Insorgenza”.
È uno dei pochi eventi che raramente compare nei libri di testo scolastici e viene censurato. Le carte geografiche della penisola sono piene di numerosi “fuochi” di ribellione durante il dominio napoleonico, che spaziano per estensione e durata dalle valli alpine al mare Adriatico, dalla Pianura Padana agli Appennini.
Nel 1796 ci furono rivolte spontanee a Pavia, Lucca e Lugo di Romagna, in cui i ceti rurali furono ampiamente mobilitati, e l’anno successivo ripresero e si rafforzarono in Valtellina e nelle “Pasque Veronigi” del Montefeltro pontificio e nel “Viva Maria” della Liguria.
Nel 1798 si ribellarono il Lazio pontificio e l’intero territorio marchigiano e all’inizio del 1799 si ribellò l’Abruzzo borbonico e il popolo napoletano difese per tre giorni la capitale dall’invasione delle truppe francesi, come aveva fatto contro i tedeschi nel settembre 1943, uccidendo centinaia di persone.
Nel 1799, tutta l’Italia, dalla Valtellina alla Calabria, si sollevò e, a costo di una guerriglia brutale e sanguinosa, scacciò le truppe francesi e distrusse la nuova repubblica da loro fondata. È questo il periodo dei grandi movimenti di rivolta in cui si organizzarono migliaia di combattenti, tra cui la rivolta contadina di Massa Cristiana in Piemonte, il “Viva Maria” ad Arezzo e in Toscana, la “Santa Chiesa” guidata dal cardinale Ruffo nel Regno di Napoli e la rivolta tirolese di Andreas Hofer nell’estate del 1809. La Grande Rivolta che investì il Veneto e la pianura padana nello stesso periodo fu altrettanto massiccia e potente.
Gi italiani, che soffrivano per le azioni spregevoli del Comitato rivoluzionario, che assistevano con orrore alle profanazioni dei giacobini e dei soldati francesi, che si ribellavano quasi automaticamente quando vedevano nella polvere i leoni e l’aquila, emblemi dei regni e dei ducati dei secoli passati, perché erano nati “dal basso”, sentivano che la libertà sancita dal diritto privato era stata persa da un giorno all’altro e dovevano sopportare il peso di tasse più alte, di una nuova burocrazia, del servizio militare obbligatorio e della graduale scristianizzazione della società.
La rivolta non fu un fenomeno frammentario e temporaneo, ma un fenomeno unificante, diffuso che ha lasciato il segno. Sebbene l’innesco della rivolta sia stato quasi esclusivamente religioso, la repressione delle comunità religiose non si limitò alla distruzione di monasteri e chiese, ma il regime impose senza pietà una radicale ristrutturazione della società basata su nuove e inquietanti premesse come il secolarismo, l’individualismo giuridico e il cosmopolitismo. D’altra parte, possiamo leggere in questi acquerelli un progetto di rivolta che va oltre la mera restaurazione dell’assolutismo illuminista, cercando invece di ripristinare antiche libertà e forme più concrete di politica partecipativa, ma anche di restaurare monarchie religiose e legittime.
Bibliografia
- I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo XVIII (1796-1800), Giacomo Lumbroso, con un saggio introduttivo di Oscar Sanguinetti, Maurizio Minchella editore.
- Insorgenti e sanfedisti: dalla parte del popolo, Storia e ragioni delle Insorgenze anti-napoleoniche in Italia, Francesco Pappalardo e Oscar Sanguinetti, Tekna.
- Insorgenze antigiacobine in Italia (1796-1799). Saggi per bicentenario, Istituto per la Storia delle insorgenze, a cura di Oscar Sanguinetti, Istituto per la Storia delle Insorgenze.
- 1799: la grande insorgenza, Lazzari e sanfedisti contro l’oppressione giacobina, Francesco Mario Agnoli, Controcorrente.