
Joy (Nigeria) prima ha vissuto il dramma della tratta, poi è stata accolta per un periodo per vivere al sicuro dagli sfruttatori. Infine ha iniziato un percorso (la seconda accoglienza) per reinserirsi e diventare autonoma economicamente e socialmente.
Ecco cosa racconta della sua esperienza
La strada: “Ci ho lasciato i miei silenzi (tanto per cominciare) di quando mi caricavano e non sapevo una parola della loro lingua, e capivo solo a suon di schiaffi… “
La casa di fuga: “Della casa di fuga ricorderò sempre due cose: il lavoro e la fiducia. Il lavoro, perché è ciò che mi ha rimesso in piedi … la fiducia perché devi sapere quando puoi fidarti, e quando lo capisci devi farlo e basta”
La casa di seconda accoglienza: “Ne sono passati otto di mesi da quando sono arrivata, e guardo avanti … per superare le difficoltà servono due cose: gli amici di cui fidarsi e a cui voler bene, e la voglia di cantare”
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