La prima struttura del Catecumenato (4/16)

IL CATECUMENATO SI STRUTTURA DALL’INTERNO (II° e III° secolo)

Con alcuni esempi chiave tratti dalle testimonianze del tempo cercheremo di vedere come l’accesso al battesimo e quindi alla vita in pienezza in seno alla Chiesa si struttura e si articola.
Dobbiamo, innanzitutto, considerare che in questo tempo, fino al 313, la Chiesa vive in un contesto eminentemente missionario, i suoi aderenti sono numericamente pochi, socialmente i suoi membri sono immersi in un mondo pagano, politicamente non è riconosciuta e soffre le persecuzioni; insomma una situazione difficile in fondo, per certi aspetti, non così lontana da quella che si ritrova a vivere nella nostra generazione ed in quelle che si prospettano.

UNA COSTANTE PREOCCUPAZIONE DI AUTENTICITÀ

Ecco, in questo contesto la Chiesa missionaria del II° e III° secolo svolge la sua funzione materna con una costante preoccupazione di autenticità, vagliando la sincerità della conversione dei candidati al battesimo, ben sapendo che la potenza salvifica di Cristo non può svilupparsi in un ambiente sfavorevole, dove cioè manca la fede (Mt. 13,58). In altri termini il sacramento non può essere accordato a una persona con cattive disposizioni o la cui fede non ha realmente trasformato la sua vita. Ascoltiamo due testimononianze in merito.

Tertulliano si rivolge così, verso il 200, ai catecumeni di Cartagine, lenti a completare la conversione per poter accostarsi al battesimo da lui definito il “sigillo della fede”:

“Il Signore comincierà con vagliare la qualità della penitenza, prima di concederci una ricompensa così grande come la vita eterna. -9. Infatti, chi oserebbe concedere a te, la cui penitenza è così poco sicura, l’aspersione di una qualsiasi acqua? -11. Alcuni credono che Dio sia costretto ad accordare anche agli indegni qualcosa di quanto ha promesso: costoro trasformano la sua generosità in schiavitù. -16. Il lavacro del battesimo è il sigillo della fede: ma questa fede ha il suo punto di partenza e la sua garanzia nella sincerità della penitenza. -17. Noi non veniamo immersi nell’acqua per mettere fine ai nostri peccati, ma perchè già vi abbiamo messo fine, perchè gia siamo lavati nel (nostro) cuore: questo infatti è il primo battesimo di chi ascolta (la Parola). Ne scaturirà un timore perfetto che il Signore riconoscerà, una fede sana e una coscienza che ha abbracciato la penitenza una volta per sempre. -22. Chi è secondo te il più degno se non colui che si è meglio corretto, e chi si è meglio corretto se non colui che ha il più sincero timor di Dio e che, per ciò stesso, ha fatto veramente penitenza?” (Tert. De paenitentia VI,1-22)

“Coloro che ne hanno l’ufficio sanno che il battesimo non deve essere dato alla leggera. ‘Dà a chiunque ti chiede’ (Lc. 6,30) riguarda propriamente l’elemosina. (Per il battesimo) occorre invece prendere in considerazione le seguenti parole:’Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci’ (Mt. 7,6), o ancora:’Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui’ (1Tm 5,22)”. (Tert. De bapt. 18,1)

A Tertulliano fa eco Origene a Cesarea, verso il 240:

“Voi che desiderate ricevere il battesimo e meritare la grazia dello Spirito, dovete anzitutto purificarvi in base alla legge; dovete anzitutto, ascoltando la Parola di Dio, sradicare i vostri vizi abituali e ammansire i vostri costumi barbari, perchè rivestiti di dolcezza e di umiltà possiate ricevere la grazia dello Spirito Santo.
Venite, catecumeni, fate penitenza per ricevere il battesimo in remissione dei peccati. Riceve il battesimo per la remissione dei peccati colui che cessa di peccare. Ma se qualcuno venisse al battesimo continuando a peccare, per lui non c’è la remissione dei peccati. Perciò vi supplico,non venite al battesimo senza considerarlo attentamente e senza una riflessione approfondita; fate prima vedere ‘opere degne della conversione’
(Lc. 3,8). Trascorrete un certo tempo in un buon comportamento, e conservatevi puri da ogni vizio e da ogni (specie) di sozzura; otterrete la remissione dei peccati quando avrete cominciato anche a detestare i vostri peccati”. (Origene, Hom. in Luc. 21,4)

Noto, en passant, come davvero il sacramento della riconciliazione diventi alla luce di quanto detto da Origene, un vero rinnovare il proprio battesimo, rinascendo a nuova vita.
La prima tappa verso il battesimo è la conversione, un ‘esci dalla tua terra’ (Gn. 12,1) per un ‘andare’ come le folle verso il Battista (Lc.
3,7); uscire dal peccato, dalle vecchie abitudini e da se stesso, per entrare in un’esperienza di fede e di vita eterna. Questa disposizione d’animo è essenziale affinchè l’amministrazione del battesimo non resti cosa vana:

“Fate ben attenzione, catecumeni; ascoltate e traete profitto da quanto vi dico per preparare voi stessi, finchè non siete ancora battezzati. Venite alla fontana e siate lavati per la vostra salvezza; non accontentatevi di essere lavati, come alcuni che lo sono stati, ma non per la loro salvezza, che hanno ricevuto l’acqua ma non hanno ricevuto lo Spirito Santo, mentre coloro che vengono lavati per la salvezza ricevono nello stesso tempo l’acqua e lo Spirito Santo”.
(Origene, Hom. in Ezech. 6,5)

Vedremo le prossime volte, come queste esigenze si realizzano nella concretezza del catecumenato.

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