La Quaresima è la radice di tutto l’anno (Padre Dolindo)

L’umanità ingrata non osserva la Quaresima, e si abbrutisce nel Carnevale; non sa che la Quaresima è un monte di benedizione e che il carnevale è un monte di maledizione. Se tutti osservassero la santa Quaresima con vero spirito di penitenza interiore e senza facili indulgenze, quante benedizioni discenderebbero nel mondo e nelle famiglie! La Quaresima è come la radice di tutto l’anno; se questa radice non prospera nel terreno, come vuoi che l’albero metta le foglie, produca i fiori e fruttifichi a suo tempo? Noi facciamo un massacro di tutte le grazie divine; e poi pretendiamo che la nostra vita passi nella prosperità e nella pace! Umiliamoci innanzi a Dio; uniamoci ogni giorno a Gesù Sacramentato; Egli è il monte della benedizione che ogni giorno santifica la nostra vita e rende sopportabili le nostre pene.

LE CENERI
Chi opera per Dio e chi opera per gli uomini 
La Legge soprattutto per i farisei, era diventata tutta una pratica esteriore, alla quale l’anima era quasi completamente estranea; la sua sterile osservanza costituiva un mezzo per farsi onorare e per gonfiarsi in una stupida vanità. Che cosa si guadagna a fare le cose per gli uomini? Nient’altro che un gonfiore fastidiosissimo di vanità, degna ricompensa di un’opera vana. L’unzione interiore della grazia di Dio, la sazietà del bene che appaga l’anima, la tranquilla pace di chi si è elevato in alto, là dove non si avverte più il soffio tempestoso delle passioni, l’amore soavissimo verso Dio che nelle opere buone s’infiamma di più, la libertà dello spirito, la calma e caritatevole relazione verso le creature, l’aspirazione al premio eterno che rende facile l’atto di virtù: tutto svanisce quando si fa il bene per rispetto umano.
Operare per Dio solo, sentirlo Padre, dover rendere conto a Lui solo, rinchiudersi nel suo amore come in una cella di pace: quale felicità! Essere contenti di piacere a Lui solo, e nel medesimo tempo riguardare come nulla quello che si fa per Lui solo, umiliandosi, rimpiccolirsi fino a farsi quasi come un cristallo, una limpida goccia che riflette la sua luce e ne è tutta inondata: quale nobiltà! Operare per Dio, significa essere piante feconde che danno frutti abbondanti; operare per gli uomini significa essere parassiti dello spirito, erbacce d’apparenza, piante selvatiche che danno un fiore velenoso e muoiono senza frutto. Operare per Dio è la vita, perché allora l’anima è terra fertilissima, irrigata nella pienezza dei raggi solari; operare per gli uomini è la morte, poiché l’anima, allora, è come la terra umidiccia di sepoltura che non produce nulla al lume dei moccoli fumiganti, o produce vermi di tabe cadaverica!
Dio solo! Egli è l’altezza che ci trae, monte d’infinita gloria, anzi, diremmo, turbine d’amore che ci solleva in alto, appena ci abbandoniamo teneramente a Lui. Il nostro Redentore, volendoci persuadere praticamente, con qualche esempio, a cercare Dio solo, parla di quelle opere nelle quali è più facile raccogliere la simpatia o il rispetto degli altri. E prima di tutto l’elemosina che i farisei facevano con ostentazione orgogliosa nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati come uomini benefici. Egli vuole tanta delicatezza e tanto riserbo in quest’opera di misericordia che quasi esige che la mano sinistra non conosca ciò che fa la destra. È mirabilmente psicologico poiché, nel fare l’elemosina, si può trovare l’ostacolo ad operare per Dio nella soddisfazione che prova chi la fa. È facilissimo ripensare con compiacimento all’opera buona, consolarsene, gonfiarsene, e tutto questo concentra l’anima in se stessa e la impoverisce. È necessario dare per amore di Dio, e distrarsi quasi dall’opera fatta, per non riflettervi e perderne così il merito.

Quale rimprovero al mondo che nelle sue opere di beneficenza suona letteralmente la tromba, annunciandole clamorosamente per averne lode e gloria! Quale riprovazione a quelle beneficenze fatte ipocritamente, promovendo feste da ballo e simili sconcezze, nelle quali l’ostentazione di sé stessi diventa il turpe prezzo della carità che si dona! Quale condanna anche a quelle opere sociali, ispirate dalla politica, le quali mirano solo ad incatenare le reazioni del popolo affamato e si riducono praticamente a favoritismi, fatti, molte volte, a chi meno ne ha bisogno!
Il Signore, comandandoci di fare l’elemosina per suo puro amore, ci ha dato modo di donare a Lui qualche cosa del nostro, pur essendo noi estrema miseria ed Egli infinita ricchezza. Tu dai al povero ma, in realtà, chi ti stende la mano è il Signore; se non dai per puro suo amore, tu elargisci a un bisognoso un soccorso e lo neghi a Dio che si degna di domandartelo per bocca del povero, promettendoti i doni immensi della sua generosità!

(Padre Dolindo – Servo di Dio)

SOSTIENI GLI AMICI DI LAZZARO E QUESTO SITO.
Abbiamo davvero bisogno di te!
IBAN (BancoPosta intestato ad Amici di Lazzaro)
IT98P 07601 01000 0000 27608 157
PAYPAL Clicca qui (PayPal)
SATISPAY Clicca qui (Satispay)

SOSTIENI INIZIATIVE MISSIONARIE!
Con il tuo 5 per 1000 è semplice ed utilissimo.
Sul tuo 730, modello Unico, scrivi 97610280014

Con la maternità in provetta i genitori divorziano dai figli

Cosa succede (successe) in Cambogia?