La ricerca della perfezione

Image by Daniel Reche from Pixabay

Se al desiderio di avere bambini perfetti si unisce la possibilita’ biotecnologica di averli, il risultato e’ che un numero crescente di bambini vengono destinati alla morte. La diagnosi preimpianto e le altre forme di screening che consentono di rilevare difetti genetici, portano all’eliminazione degli embrioni difettati prima del loro impianto, o al loro aborto in caso di gravidanza già in corso. Il filosofo Michael J. Sandel ha preso in considerazione alcune questioni etiche relative a questa pratica nel suo libro The Case Against Perfection, pubblicato a maggio da Belknap Press. Sandel, professore di Diritto pubblico presso l’Università di Harvard, da subito pone al lettore la questione se vi sia qualcosa di sbagliato nel desiderio dei genitori di ordinare figli con determinate caratteristiche genetiche.

L’impostazione di Sandel e’ aconfessionale e non rispecchia al cento per cento la posizione della Chiesa. Ad esempio egli difende la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Cio’ nonostante, il libro fornisce utili riflessioni che invitano il lettore a considerare le implicazioni relative all’eliminazione degli individui con difetti genetici e al tentativo di migliorare le capacità fisiche o psichiche. Questa spinta verso la perfezione, come la definisce, rischia di rovinare la nostra capacita’ di apprezzare il senso del dono delle facoltà umane e dei loro risultati.

In altre parole: non possiamo avere tutto a nostra disposizione a seconda dell’uso che ne vogliamo fare. Per quanto riguarda la famiglia, Sandel osserva che, diversamente da quanto avviene con gli amici, non siamo noi a scegliere i nostri figli. Apprezzare i figli come un dono significa accoglierli così come vengono e non come oggetti del nostro desiderio, prodotti della nostra volonta’, o strumenti della nostra ambizione. In questo senso – prosegue – voler scegliere i figli in base alle caratteristiche genetiche significa andare al di là del ruolo dei genitori, distorcendo il rapporto tra genitori e figli e venendo meno alla chiamata ad un amore gratuito che ogni genitore deve riservare ai propri figli.

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Sandel ha anche avvertito che se si erode il senso del dono delle capacità umane e dei suoi risultati, si reca danno a tre elementi essenziali della società: l’umiltà’, la responsabilità e la solidarieta’.

Scuola di umilta’ L’essere genitore è una scuola di umilta’, secondo Sandel, nella quale impariamo ad amare profondamente i nostri figli e ad essere aperti agli imprevisti. Riguardo al senso di responsabilità, più cerchiamo di determinare le nostre qualita’ genetiche, più sentiremo il peso dei nostri talenti e dei risultati che otteniamo. Per esempio, una volta, la sindrome di Down era considerata una questione accidentale. Oggi, i genitori di bambini affetti dalla sindrome di Down o da altre forme genetiche, si sentono in colpa per non averli eliminati del tutto prima della nascita. A sua volta, questo distorto senso di responsabilità potrebbe anche ripercuotersi negativamente sull’atteggiamento di solidarietà, in quanto i meno fortunati potrebbero essere considerati non come delle persone svantaggiate da aiutare ma semplicemente come non idonei. Sandel non e’ l’unico ad essere preoccupato della sorte dei meno fortunati dal punto di vista genetico. Diversi articoli di stampa negli ultimi mesi hanno affrontato la questione dell’eliminazione degli embrioni a cui è stata diagnosticata la sindrome di Down. Secondo un articolo pubblicato il 9 maggio sul New York Times, i medici avrebbero già iniziato ad offrire servizi di diagnosi della sindrome di Down a tutte le donne incinte di ogni età, in linea con la nuova raccomandazione dell’American College of Obstetricians and Gynecologists. Lo stesso articolo avverte che, normalmente, circa il 90% delle donne con figli a cui è diagnosticata la sindrome di Down decidono di abortire. Il quotidiano descrive poi lo sforzo che alcuni genitori compiono nel cercare di far capire ai medici il senso di piena realizzazione che i bambini disabili sono in grado di vivere. I progressi della medicina, insieme alle cure adeguate possono, pur con considerevoli difficoltà, consentire ai bambini affetti dalla sindrome di Down di ottenere molto nella propria vita. Moralmente sbagliato. Il New York Times è tornato sull’argomento il 13 maggio con un altro articolo. Fra le testimonianze riportate vi è quella di Sarah Lynn Lester, una sostenitrice del diritto all’aborto, che tuttavia ha deciso di continuare la sua gravidanza dopo aver saputo che il figlio era affetto dalla sindrome di Down. Ho pensato che sarebbe stato moralmente sbagliato abortire un bambino con disabilità genetiche , ha riferito al quotidiano. Qualche mese fa la Canadian Down Syndrome Society ha avviato una campagna informativa per contrastare la crescente tendenza alla diagnosi genetica, secondo il quotidiano National Post del 10 gennaio. La campagna fa seguito ad una raccomandazione emanata dalla Society of Obstetricians and Gynecologists of Canada che invita a sottoporre tutte le donne in stato di gravidanza a diagnosi genetica specifica per la sindrome di Down. L’articolo cita anche il Dr. Will Johnston, presidente dell’organizzazione Physicians for Life con sede a Vancouver, il quale ha riferito che gli aderenti alla sua organizzazione considerano con preoccupazione la spinta verso un maggio ricorso allo sceening prenatale.  Ritengo che ciò dimostri la nostra incapacità, come cultura, di essere inclusivi e accoglienti come ci piace pensare di essere, ha affermato. L’’Italia è un altro Paese in cui è in aumento il ricorso alla diagnosi genetica. Secondo un servizio pubblicato l11 marzo su La Repubblica, nel 2005 il 79% delle donne italiane si è sottoposta almeno a tre ecografie durante la gravidanza. Questi esami tuttavia possono essere motivo di decisioni drammatiche. Il 7 marzo, l’agenzia ANSA ha riferito del caso di un feto di 22 settimane che è stato abortito a causa di una diagnosi di difetto esofageo, poi rivelatasi errata. Dopo un esame ecografico che erroneamente sembrava rilevare un problema, la madre ha deciso di abortire. Il bambino è sopravvissuto all’’aborto, ma il giorno successivo l’ansa ha informato sul suo decesso.

Screening estetico Con l’evolversi delle biotecnologie, il ricorso allo screening genetico sembra destinato ad aumentare ulteriormente, con conseguenze fatali per i bambini. Il 6 maggio, il Sunday Times di Londra ha riferito che il Bridge Center Fertility Clinic aveva ricevuto il via libera dalla Human Fertilization and Embryology Authority per sottoporre a screening gli embrioni al fine di creare bambini non affetti da strabismo. L’articolo ha anche osservato che lo screening è iniziato ora anche per alcune forme di cancro e di Alzheimer ai primi stadi. Vedremo un ricorso sempre maggiore alla diagnosi per rilevare gravi condizioni estetiche , ha affermato Gedis Grudzinskas, direttore sanitario della clinica, al Sunday Times. David King, direttore di Human Genetics Alert, ha espresso critiche per la decisione di consigliare tali screening. Siamo passati dalla prevenzione della mortalità infantile a forme di malattia che si manifestano nell’età adulta, ha osservato. Ora scartiamo quelli che hanno un’aspettativa di vita come la nostra, ma che sono esteticamente imperfetti. Preoccupazioni per tali tendenze sono state espresse anche da Benedetto XVI in un discorso pronunciato il 24 febbraio davanti alla Pontificia Accademia per la Vita. Una nuova ondata di eugenetica discriminatoria trova consensi in nome del presunto benessere degli individui e, specie nel mondo economicamente progredito, si promuovono leggi per legalizzare l’eutanasia, ha avvertito il Pontefice. In un mondo sempre più secolarizzato, la nostra coscienza si trova fortemente ostacolata a formarsi in modo tale da saper delineare la via giusta per affrontare questo o quel problema, ha aggiunto il Papa. Questo è dovuto sia al crescente rifiuto della tradizione cristiana, sia ad una sfiducia nei confronti della capacità del nostro intelletto di percepire la verità, ha spiegato. La vita è il primo dei beni ricevuti da Dio ed è fondamento di tutti gli altri; garantire il diritto alla vita a tutti e in maniera uguale per tutti è dovere dal cui assolvimento dipende il futuro dell’umanità, ha concluso il Santo Padre. Un compito sempre più urgente di fronte alle pressanti tendenze alla manipolazione della vita. John Flynn

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