Oltre agli argomenti che abbiamo svolto finora, molti ancora solitamente se ne portano, a conferma della verità dimostrata; ne accenneremo due:
1) Argomento eudemonologico (dal termine greco che significa felicità). L’uomo sente un desiderio naturale di felicità che i beni finiti non possono saziare: il desiderio di un bene sommo, senza limiti, puro, senza mescolanza di mali e capace di soddisfare tutti i nostri bisogni. E’ un fatto di esperienza che è facile constatare. Ma questo desiderio non può essere vano, perché se al contrario di tutte le altre tendenze naturali, che possono raggiungere il loro fine questo desiderio dell’uomo fosse frustrato, l’uomo, re del creato, sarebbe l’essere più infelice della terra. Dunque esiste questo bene puro, infinito, capace di saziare il desiderio naturale dell’uomo: esiste Dio.
Fecisti nos ad Te, Domine, et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te. (S. Agostino, Confessiones).
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2) Argomento deontologico (dal termine greco che significa dovere), secondo il quale dall’esistenza della legge morale, in due modi possiamo risalire fino a Dio.
a) C’è una legge morale che si impone alla nostra condotta, indipendentemente da ogni nostra soddisfazione e vantaggio, da ogni pericolo esterno, anche della vita, in modo assoluto, universale, in tutti i tempi in tutte le età e presso tutti i popoli. Ora, una tale legge domanda un legislatore supremo e universale, cioè Dio. Infatti, quella legge non è fondata nella ragione, che la scopre ma non la crea; non nell’istinto, che spesso si oppone alla legge; e neppure negli altri uomini, che da quella stessa legge sono dominati. Essa non può che fondarsi, dunque, su un essere superiore a tutti: Dio.
b) L’argomento è rafforzato dalla necessità della sanzione. Il bene e il male meritano premio e castigo; ma non sono sufficienti le sanzioni di questa vita; è dunque necessaria una sanzione ordinata da un giudice ultramondano. Senza Dio il reo potrà vantarsi di aver violato l’ordine impunemente, il giusto avrà vanamente sofferto e il suo grido contro lo scandalo dell’empietà trionfante si sarà perduto nel deserto. Ancora una volta la coscienza proclama l’esistenza di Dio