Lavoro e condizione occupazionale nella comunità ecuadoriana in Italia (2019)

Un’analisi dei dati disponibili sul mercato del lavoro rivela come le condizioni occupazionali della comunità ecuadoriana nel nostro Paese siano migliori di quelle relative al complesso della popolazione non comunitaria, con una quota maggiore di occupati e più bassi livelli di inattività e disoccupazione.
Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati ecuadoriani è quello di un soggetto impiegato in lavori manuali non qualificati nell’ambito dei Servizi pubblici, sociali e alle persone.
Il 65,3% della popolazione ecuadoriana di 15-64 anni in Italia risulta occupata, un valore superiore di oltre 5 punti percentuali rispetto a quello rilevato sul complesso dei non comunitari.
L’andamento tendenziale dell’occupazione mostra segnali ulteriormente positivi: rispetto al 2017 il tasso di occupazione è aumentato del 3% per la comunità in esame, a fronte di una crescita di quasi un punto per il complesso della popolazione proveniente da Paesi Terzi.
Relativamente al tasso di disoccupazione la comunità in esame fa rilevare una quota di persone in cerca di occupazione sulle forze lavoro pari all’11,3%, valore sensibilmente inferiore a quello rilevato sul complesso dei non comunitari (14,3%). Positivo, anche in questo caso, l’andamento tendenziale: rispetto allo scorso anno il tasso di disoccupazione della popolazione ecuadoriana in Italia è calato di oltre 4 punti percentuali, a fronte di una riduzione relativa al complesso della popolazione non comunitaria di 0,6 punti.

Il tasso di inattività tra i cittadini ecuadoriani è pari al 26,5%, valore inferiore di circa 3 punti rispetto a quello rilevato sul complesso dei non comunitari.
All’interno della comunità in esame, risulta d’altronde decisamente inferiore alla media non comunitaria anche la quota di giovani esclusi dal mondo lavorativo e della formazione: su 100 ragazzi, di cittadinanza ecuadoriana, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, circa 15 sono NEET (Not engaged in Education, Employment or Training), a fronte di una media pari al 34,6%. Sia per la componente femminile che per quella maschile della comunità il tasso di NEET è meno della metà di quello registrato sul complesso dei non comunitari.

Le differenti performance tra la comunità in esame e il complesso dei non comunitari nel nostro Paese sono legate proprio all’elevato coinvolgimento della componente femminile ecuadoriana nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione femminile tra i cittadini ecuadoriani regolarmente soggiornanti in Italia – sebbene inferiore al dato relativo alla componente maschile della comunità (76,6%) – risulta decisamente migliore di quello relativo al complesso delle donne non comunitarie (58% a fronte di 46,9%). Le donne ecuadoriane fanno registrare dati positivi anche per i tassi di disoccupazione e inattività: quest’ultimo è inferiore di circa 12 punti rispetto a quello rilevato sulle donne di Paesi Terzi complessivamente considerate, mentre la disoccupazione femminile è al 15,7% a fronte del 17,1% relativo alla media delle donne non comunitarie. L’analisi diacronica mostra inoltre segnali positivi, con un aumento del tasso di occupazione femminile (+2,9%) e una riduzione dei tassi di inattività e disoccupazione (rispettivamente -0,9%% e -2,7%).
La distribuzione per genere degli occupati (grafico 4) mostra come i lavoratori ecuadoriani abbiano una composizione di genere decisamente più equilibrata di quella registrata sul complesso dei non comunitari: è di genere femminile il 48,3% degli occupati della comunità, a fronte del 39,5% dei lavoratori non comunitari complessivamente considerati.

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Tra i cittadini ecuadoriani occupati nel nostro Paese prevale un livello di istruzione medio-alto: più della metà dei lavoratori appartenenti alla comunità in esame ha conseguito almeno un titolo secondario di secondo grado (53%), valore superiore di circa 15 punti percentuali rispetto a quello rilevato sul complesso della popolazione non comunitaria, benché sia inferiore alla media la quota di occupati in possesso di un’istruzione terziaria (6,5% a fronte di 10,8%).
A un’analisi che tenga conto delle variabili di genere emerge come le donne della comunità abbiano livelli di scolarizzazione mediamente superiori, con una quota di diplomate pari al 52% (a fronte del 41,6% rilevato tra gli uomini della comunità) e una quota di laureate pari al 6,7% (a fronte di 6,3%).

La distribuzione degli occupati di origine ecuadoriana tra i settori di attività economica fa emergere un importante coinvolgimento dei lavoratori della comunità nei Servizi pubblici, sociali e alle persone, che arriva al 43%. Il settore è il prevalente anche per il complesso dei lavoratori non comunitari, ma con un’incidenza sensibilmente inferiore e pari circa al 31%. In termini percentuali segue l’Industria, che occupa un quarto dei lavoratori ecuadoriani, quota in linea con quella registrata tra i non comunitari in generale.
Seguono, per la comunità in esame, il settore Commercio e ristorazione e Trasporti e servizi alle imprese, in cui risultano occupate quote analoghe e pari al 16% dei lavoratori della comunità. Spicca, nel confronto con il complesso della popolazione non comunitaria, proprio la maggiore incidenza dell’occupazione nei servizi alle imprese (16% a fronte di 12%).
Da sottolineare la sostanziale irrilevanza del settore primario per la comunità in esame: gli occupati ecuadoriani nel settore Agricoltura, caccia e pesca sono infatti solo lo 0,1% del totale.

I può mettere a confronto, attraverso l’analisi dei dati INPS, la retribuzione mensile media dei lavoratori di cittadinanza ecuadoriana e di cittadinanza non comunitaria nel complesso, distinguendone il genere e la tipologia di occupazione. I dati fanno emergere per la comunità in esame retribuzioni medie mensili analoghe a quelle relative ai lavoratori non comunitari nel loro complesso.

I dati evidenziano tuttavia come le lavoratrici siano piuttosto penalizzate sul fronte retributivo, per quanto riguarda il lavoro dipendente, con una differenza di oltre 380 euro per la comunità in esame e di circa 370 per il complesso dei non comunitari. Nel lavoro domestico invece, lo scarto cambia di segno: sono gli uomini a essere pagati meno, divario che è pari a esigui 14 euro nel caso della comunità in esame e che arriva invece a 67 per la popolazione non comunitaria complessivamente considerata.

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Fonte: Rapporto annuale sulla presenza dei migranti 2019

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