Lavoro e condizione occupazionale nella comunità peruviana in Italia (2019)

Foto di Edward Jamaed Tuero Góngora da Pixabay

Un’analisi dei dati disponibili sul mercato del lavoro rivela come le condizioni occupazionali della comunità peruviana nel nostro Paese siano migliori di quelle relative al complesso della popolazione non comunitaria, con una quota maggiore di occupati e più bassi livelli di inattività e disoccupazione. Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati peruviani è quello di un soggetto femminile canalizzato verso il settore degli Altri servizi pubblici, sociali e alle persone. Il 71,4% della popolazione peruviana di 15-64 anni in Italia risulti occupata, un valore superiore di oltre 10 punti percentuali rispetto a quello rilevato sul complesso dei non comunitari. L’andamento tendenziale dell’occupazione mostra però un leggero calo: rispetto al 2017 il tasso di occupazione è diminuito di un esiguo 0,5% per la comunità in esame, a fronte di una crescita di quasi un punto per il complesso della popolazione proveniente da Paesi Terzi. Relativamente al tasso di disoccupazione la comunità in esame fa rilevare una quota di persone in cerca di occupazione sulle forze lavoro pari all’11,3%, valore sensibilmente inferiore a quello rilevato sul complesso dei non comunitari (14,3%). Negativo l’andamento tendenziale: rispetto allo scorso anno il tasso di disoccupazione della popolazione peruviana in Italia è in lieve aumento (+1,1%), a fronte del calo relativo al complesso della popolazione non comunitaria (-0,6 punti).

Il tasso di inattività tra i cittadini peruviani è pari al 19,7%, valore inferiore di quasi 10 punti rispetto a quello rilevato sul complesso dei non comunitari. All’interno della comunità in esame, risulta d’altronde lievemente inferiore alla media non comunitaria anche la quota di giovani esclusi dal mondo lavorativo e della formazione: su 100 ragazzi, di cittadinanza peruviana, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, circa 20 sono NEET (Not engaged in Education, Employment or Training), a fronte di una media pari al 34,6%. È la componente femminile della comunità a spiccare positivamente nel confronto con la media delle donne non comunitarie, facendo rilevare un tasso di NEET pari al 19,8% a fronte di un ben più rilevante 45,5%.

Le differenti performance tra la comunità in esame e il complesso dei non comunitari nel nostro Paese sono legate proprio all’elevato coinvolgimento della componente femminile peruviana nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione femminile tra i cittadini peruviani regolarmente soggiornanti in Italia risulta infatti piuttosto elevato (67,8%) e – sebbene inferiore al dato relativo alla componente maschile della comunità (76,6%) – risulta decisamente migliore di quello relativo al complesso delle donne non comunitarie (46,9%). Situazione analoga anche per gli uomini peruviani, sebbene il divario rispetto al complesso dei cittadini non comunitari sia meno rilevante (76,6% a fronte del 73,4%). Le donne peruviane fanno registrare dati positivi anche per i tassi di disoccupazione e inattività: quest’ultimo è inferiore di oltre 10 punti rispetto alla media delle donne di Paesi Terzi, mentre la disoccupazione femminile è al 12,4% a fronte del 17,1% relativo alle donne non comunitarie complessivamente considerate. L’analisi diacronica mostra tuttavia come il tasso di occupazione femminile abbia registrato una diminuzione di 2,5 punti percentuali nell’ultimo anno, a fronte di un aumento registrato sull’indicatore relativo alla sola componente maschile (+2,3%). Peggiora anche il tasso di disoccupazione, tanto maschile quanto femminile, che aumenta per entrambi i generi di poco più di un punto percentuale. Migliora invece il tasso di inattività maschile (-3,4%), che invece aumenta per le donne dell’1,2%. La distribuzione per genere degli occupati mostra come i lavoratori peruviani abbiano una polarizzazione di genere opposta a quella registrata sul complesso dei non comunitari: è di genere femminile il 55,2% degli occupati della comunità, a fronte del 39,5% per i lavoratori comunitari complessivamente considerati. L’incidenza femminile tra gli occupati peruviani ha però registrato un leggero calo rispetto al 2017 (-0,6%), mentre è rimasta sostanzialmente inalterata per il totale dei cittadini di Paesi Terzi.

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Tra i cittadini peruviani occupati nel nostro Paese prevale un livello di istruzione medio-alto: più della metà dei lavoratori appartenenti alla comunità in esame ha conseguito al massimo la licenza media (54,5%), valore inferiore di 7 punti percentuali rispetto a quello rilevato sul complesso della popolazione non comunitaria, mentre il 36% circa possiede un titolo secondario di secondo grado e il 9,4% ha conseguito anche un’istruzione terziaria. Il grafico 5 mostra inoltre come, all’interno della comunità in esame, le donne presentino livelli superiori agli uomini per quanto riguarda l’educazione terziaria (11,2% a fronte del 9,2%), ma quote inferiori per istruzione primaria e secondaria.

La distribuzione degli occupati di origine peruviana tra i settori di attività economica (grafico 6) fa emergere il grande coinvolgimento dei lavoratori della comunità nei Servizi pubblici, sociali e alle persone, che arriva quasi al 60%. Il settore è il prevalente anche per il complesso dei lavoratori non comunitari, ma con un’incidenza pari circa alla metà (31%). In termini percentuali segue il settore Trasporti e servizi alle imprese, che occupa il 14% dei lavoratori peruviani a fronte del 12% dei non comunitari in generale. Al terzo posto, per la comunità in esame, troviamo invece il settore Commercio e ristorazione, con un’incidenza inferiore di oltre 10 punti rispetto a quella registrata per i lavoratori di Paesi Terzi (13% contro il 24%). Una percentuale identica di occupati peruviani è assorbita nell’Industria (13%), che invece coinvolge il 26% dei lavoratori di Paesi Terzi. Da sottolineare la sostanziale irrilevanza del settore primario per la comunità in esame: gli occupati peruviani nel settore Agricoltura, caccia e pesca sono infatti solo lo 0,1% del totale.

In riferimento alla tipologia professionale, il 40% dei lavoratori peruviani è coinvolto in lavori manuali non qualificati e altrettanti sono Impiegati, addetti alle vendite o ai servizi personali: le due tipologie professionali fanno registrare entrambe incidenze superiori a quelle rilevate sul totale dei lavoratori di Paesi non comunitari. Il 15% degli occupati della comunità è invece coinvolto nel Lavoro manuale specializzato, a fronte del 28% dei lavoratori di Paesi Terzi complessivamente considerati. Infine, un residuale 5% degli occupati peruviani è dirigente o coinvolto in professioni intellettuali o tecniche.

I dati fanno emergere per la comunità in esame retribuzioni medie mensili superiori ai lavoratori non comunitari nel loro complesso, sia per gli uomini che per le donne.

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A livello di gender pay gap appare evidente, dai dati, come le lavoratrici siano piuttosto penalizzate sul fronte retributivo, per quanto riguarda il lavoro dipendente, con una differenza di oltre 250 euro. Nel lavoro domestico invece, oltre a una sostanziale uguaglianza retributiva tra i due generi, emerge come siano soprattutto gli uomini peruviani a essere pagati di più della media dei lavoratori di Paesi Terzi (oltre 100 euro di differenza), sebbene anche le donne della comunità siano pagate sensibilmente meglio delle media delle lavoratrici non comunitarie. Va infine sottolineato come un confronto retributivo sia impossibile per il settore agricolo, considerata la ridottissima presenza di lavoratori peruviani nel Primario.

Fonte: Rapporto annuale della presenza dei migranti (2019) Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

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