
Le apparizioni mariane
Le apparizioni sono manifestazioni soprannutarali e sensibili per le quali un oggetto spirituale o corporale si rende presente ai sensi interni o esterni, è la manifestazione visibile di un essere la cui vista in quel luogo o in quel momento è inconsueta e inspiegabile secondo il corso naturale delle cose.
Si distinguono le apparizioni bibliche ed extra-bibliche. Le prime sono compiute da Dio o dagli angeli (Lc 1, 8-22; 1, 26-38; 2, 8-15; Mt 1, 20; 2, 13). Altre sono compiute da morti, risorti o no (Mt 17, 3; 27, 53; Mc 16, 9; Lc 24, 15; 24, 35). Esse sono narrate principalmente come percepite dai sensi esterni; non mancano però le apparizioni ai sensi interni o immaginative cui si collegano i sogni in cui si rivela la volontà divina (2 Mac 15, 11; Mt 1, 20; 2, 13). Terminata l’età apostolica cominciarono ad esserci apparizioni del Signore, della Vergine, di angeli, demoni o santi.
Sono universalmente note le apparizioni di Paray-le-Monial, La Salette, Lourdes, Fatima. Il riconoscimento ottenuto dalla Chiesa impone queste apparizioni all’attenzione e alla credenza dei fedeli non come articoli di fede ma come fatti storici la cui autenticità, considerata l’estrema prudenza della Chiesa ad ammetterli, non si può ragionevolmente dubitare.
Un punto di interesse è l’essenza corporale che si manifesta nelle apparizioni. Relativamente a Gesù si ammette comunemente da parte dei teologi che Gesù possa lasciare il cielo per rendersi visibile in terra nella realtà del suo corpo. A tal proposito scrive san Tommaso: “Dignitati mansionis caelestis non derogat si ex aliqua dispensatione Christus quandoque corporaliter ad terram descendat.” Per le apparizioni della Vergine, invece, il fatto che la Madonna appaia con sembianze sempre diverse sembra confermare che non sia il suo vero corpo che si manifesti, ma solo una forma sensibile che lo rappresenta. Non è facile descrivere come la Madonna si manifesta durante le apparizioni, anche perché gli stessi veggenti non sono mai riusciti a darne un resoconto preciso e hanno soltanto affermato che si presenta come una donna bellissima, vestita ogni volta in modo diverso, il cui carattere sempre riconoscibile è il taglio degli occhi che rimane sempre il medesimo. Le apparizioni sono continuate nella Chiesa fino ai nostri giorni, con modalità molto diverse. Per quanto riguarda la Vergine, sono citate numerose sue manifestazioni nell’antichità: a Gregorio taumaturgo, a Teofilo, a s. Giovanni Damasceno, nell’VIII secolo, a cui la Vergine avrebbe restituito miracolosamente la mano dall’emiro di Damasco.
In Europa, nel XIX secolo, occorsero varie apparizioni: tra le più importanti ci sono le tre manifestazioni prodigiose a Caterina Labourè, monaca novizia delle Figlie della Carità a Parigi. Tale manifestazione diede origine alla “medaglia miracolosa” assai diffusa in tutto il mondo. Queste apparizioni non furono mai ufficialmente approvate, ma furono tacitamente e favorevolmente accettate dall’autorità della Chiesa, tanto che i papi Gregorio XVI e Pio IX hanno usato la medaglia miracolosa. Ad essa fa riferimento anche Pio XII in Le Pelerinage de Lourdes, promulgata il 2 luglio 1957 in occasione del centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes.
La differenza tra apparizioni e locuzioni interiori
Apparizioni e locuzioni interiori sono fenomeni totalmente diversi che non vanno confusi tra loro. L’apparizione avviene quando una persona, mediante una grazia speciale, va in estasi e vede la Madonna o Gesù come realtà percepite fuori di sé. L’estasi ha una fenomenologia ben precisa, che ad esempio a Medjugorje è stata studiata in modo approfondito anche da un punto di vista scientifico.
Le apparizioni vennero studiate per la prima volta a Beauring, quando i cinque bambini, durante l’apparizione, cadevano contemporaneamente in ginocchio nel momento dell’estasi. Nelle apparizioni di Lourdes si è potuto verificare che Santa Bernadette perdeva il contatto con la realtà perché in una occasione, avendo in mano una candela che arrivò a bruciarle il dito, non se ne accorse. A Medjugorje il fenomeno della apparizione è più complesso perché durante l’apparizione al veggente, oltre al fatto che cadono in ginocchio e perdono la sensibilità col mondo esterno, scompare completamente la voce. Gli esami effettuati tramite encefalogramma escludono inoltre ogni forma di allucinazione o altra patologia conosciuta.
L’apparizione è dunque un fenomeno verificabile anche da parte dei presenti, che la Chiesa, anche prima che gli studi scientifici ne analizzassero la fenomenologia, ha sempre preso in considerazione come strumento di un messaggio divino rivolto alla Chiesa stessa: proprio per questo motivo la Chiesa è giunta alla approvazione di molte apparizioni o ne ha permesso il culto.
Le locuzioni interiori, al contrario, non sono mai state prese in esame perché non avviene l’estasi, non c’è un rapporto col mondo esterno, ma la persona coinvolta in questi fenomeni ritiene di avere dei messaggi interiori che poi esprime. La Chiesa non ha mai preso in esame l’origine divina delle locuzioni interiori perché ritiene che questi presunti messaggi debbano essere attribuiti alla esclusiva responsabilità individuale del soggetto. La Chiesa non ha dunque mai proclamato di origine soprannaturale il frutto di una locuzione interiore. Ad esempio Santa Caterina da Siena sosteneva che il Diario della divina provvidenza da lei scritto fosse dettato direttamente dal Padre Eterno, ma la Chiesa non ha mai stato riconosciuto tale libro come ispirato, bensì – dopo aver accertato che i contenuti fossero conformi alla fede – ne ha attribuito la diretta responsabilità a Santa Caterina proclamandola dottore della Chiesa in quanto autrice del libro.
La Chiesa dunque non si è mai preoccupata dell’origine soprannaturale delle locuzioni interiori dal momento che le attribuisce sempre alla diretta responsabilità del soggetto, mentre per le apparizioni avviene diversamente: quando la Chiesa ha approvato l’apparizione di Lourdes, la frase “Io sono l’Immacolata Concezione” non è stata attribuita a Bernadette ma alla Madonna stessa.
Il fenomeno dell’estasi
Le manifestazioni di Medjugorje, non ancora approvate dalla Chiesa perché tutt’ora in corso, sono state tra le più studiate dalla scienza. Tra gli aspetti più significativi delle apparizioni c’è sicuramente il fenomeno dell’estasi, che è visibile anche ai presenti.
Abbiamo davvero bisogno di te!
IBAN (BancoPosta intestato ad Amici di Lazzaro)
IT98P 07601 01000 0000 27608 157
PAYPAL Clicca qui (PayPal)
SATISPAY Clicca qui (Satispay)
Ma come si presenta l’estasi, e come può essere descritto da un punto di vista medico? Nel Dossier scientifico su Medjugorje curato dai dottori L. Frigerio, G. Mattalia e L. Bianchi e reso pubblico da questo sito si dà la seguente descrizione:
«Il fenomeno delle apparizioni di Medjugorje in Jugoslavia, studiato in diversi periodi dell’anno 1984 su 5 veggenti, si rivela scientificamente inspiegabile. L’osservazione clinica e strumentale condotta dall’equipe francese permette di affermare che questi giovani sono normali, sani di corpo e di mente. Gli studi clinici e paraclinici minuziosi realizzati prima, durante e dopo le estasi conducono alla conclusione che scientificamente non esiste nessuna modificazione patologica dei parametri oggettivi studiati: elettroencefalogramma, elettrooculogramma, elettrocardiogramma, potenziali uditivi. Quindi non si tratta di epilessia, non si tratta di sonno o di sogno, non si tratta di allucinazione, non si tratta di isteria, di nevrosi o di estasi patologica, non si tratta di catalessi.
I movimenti di attenzione del globo oculare dei ragazzi cessano simultaneamente all’inizio dell’estasi e riprendono immediatamente alla fine. Durante il fenomeno estatico gli sguardi convergono e c’è come un faccia a faccia tra i veggenti e la persona che è oggetto delle loro visioni.
Questi giovani hanno sempre un comportamento non patologico e ogni sera alle ore 17.45 essi cadono in uno «stato di preghiera» e di comunicazione interpersonale. Essi non sono degli emarginati, sognatori, stanchi della vita, angosciati: sono liberi e felici, ben inseriti nel proprio paese e nel mondo moderno. A Medjugorje le estasi non sono patologiche e non c’è imbroglio. Nessuna denominazione scientifica pare adatta a designare questi fenomeni. Si potrebbero definire come uno stato di preghiera intensa, separata dal mondo esterno, uno stato di contemplazione e di comunicazione coerente e sana, con una persona distinta che essi solo vedono, odono e possono toccare».
Ma perché si verifica l’estasi? A questo quesito risponde il teologo e mariologo René Laurentin in uno dei suoi volumi su Medjugorje. Ecco cosa scrive: «Il fatto è che la Vergine non appartiene al nostro cosmo. Il suo corpo glorioso, che il dogma dice risuscitato, non ha più le nostre caratteristiche spazio-temporali. Non è più nella nostra durata. Essa esiste in Dio e nella durata di Dio: una durata non più successiva ma simultanea, non più progressiva e temporale, ma eterna. La sua distanza non si misura più in base allo spazio e al tempo; e la “distanza” tra il tempo e l’eternità di Dio è più radicale di qualsiasi distanza spaziale. Perché un essere assunto da Dio, per farlo partecipare alla sua vita, si possa manifestare nelle vicissitudini della nostra storia, la comunicazione richiede modalità diverse da quelle del nostro mondo, e questo richiede l’estasi (la sospensione dei sensi) da parte del soggetto recettore». [cf. René Laurentin – Ljudevit Rupcic, La Vergine appare a Medjugorje? Un messaggio urgente dato al mondo in un paese marxista, Queriniana, 1984]
Il rischio di una religione dei miracoli
Nel considerare queste manifestazioni come fondamento della propria fede e come fenomeno personale slegato dalla vita ecclesiale vi è sempre un rischio: quello di cadare nel miracolismo e nella spasmodica ricerca del soprannaturale. Vi è però oggi anche un rischio opposto, ossia quello di negare aprioristicamente l’esistenza di manifestazioni soprannaturali e di irriderne il messaggio. La fede come sappiamo è un dono di Dio e dunque non dipende dai miracoli, ma il Concilio Vaticano I afferma anche che i miracoli e le profezie costituiscono importanti segni di credibilità della fede. Per dirlo in altri termini, miracoli e profezie non producono la fede ma rafforzano la fede di chi già la possiede (perché anche gli stessi miracoli e profezie necessitano di essere creduti). Così infatti si esprime il documento conciliare appena citato: “perché l’ossequio della nostra fede fosse conforme alla ragione, Iddio volle che agli interiori aiuti dello Spirito santo si aggiungessero anche gli argomenti esterni della sua rivelazione: fatti divini, cioè; e in primo luogo i miracoli e le profezie, che manifestando in modo chiarissimo l’onnipotenza di Dio e la sua scienza infinita, sono argomenti certissimi della divina rivelazione, adatti ad ogni intelligenza”.
A. G.