
Nel mondo arabo le Crociate non lasciarono traccia alcuna, talchè il primo lavoro storico appare tra i musulmani soltanto nel 1899, in seguito a quel che se ne dice in Occidente.
Da noi si comincia a parlarne nel 1700, con l’ILLUMINISMO e con la rivoluzione francese. Sono gli illuministi che inventarono la parola “Crociate”, per indicare fenomeni lontani nel tempo che gli stessi illuministi non comprendono, non avendo alcun senso storico.
Infatti va ricordato che l’Illuminismo processò la storia ma non la studiò. Di qui le condanne sommarie, per slogan, senza argomenti perchè senza documenti. Fanno eccezione, ma solo per le Crociate, Voltaire e Gibbon.
Gli altri illuministi condannano tutto, in blocco, come “fanatismo”, dato che per loro “fanatico” era da considerare tutto il Medioevo, epoca di “superstizione” e di “tenebra”.
Fa ridere, o piangere, ricordare questi stupidi processi sommari davanti alle Cattedrali, alle Università, alle Madonne di Giotto, ai Crocifissi di Cimabue, alla Maestà di Duccio, ai mosaici di Ravenna e di Roma… Nel calderone illuminista finirono anche le Crociate e da allora, e soltanto da quel calderone, attingono le nostre babbee che insegnano, gli editorialisti ottuagenari di Repubblica e del Corriere e in genere tutti i fans del Club stronzetti anticattolici.
In seguito, dell’argomento se ne impadronì il MARXISMO per rinfocolare il proprio odio anticristiano, visto che tutto quanto fa riferimento alla Chiesa per Marx è oppio, alienazione mentale o “sovrastruttura”, come lui ama esprimersi nel suo contortissimo stile.
Per i marxisti le Crociate furono guerre motivate dal bisogno di espansione economica.
Lo scrivono obbedendo al loro principio, secondo cui tutto si spiega soltanto in chiave economica, senza naturalmente portare argomenti e documenti, giacchè non ce ne sono che darebbero sostegno a tesi così rigide e preconcette.
I marxisti, anche gli storici marxisti, non si sono mai liberati di un vizio che, proprio in storia, è pessimo : quello di fabbricare il vestito prima della persona. Sicchè le misure non sono mai giuste; o risultano troppo strette o son larghe da sbracamento.
Negli ultimi anni, a dare addosso alle Crociate per colpire la Chiesa, si son dati da fare i MASSONI.
Ecco allora comparire Steven Runciman con i tre volumi della sua “storia delle Crociate” apparsi tra il 1951 e 1954.
Non soltanto Runciman ripete la filastrocca degli illuministi e dei marxisti, ma ci aggiunge del suo : una rivalutazione, fantasiosa e falsissima, del punto di vista islamico.
Vale a dire : le nostre guerre crociate furono un peccato contro lo Spirito Santo e contro il mondo islamico, che Runciman crede e descrive come raffinato, civilissimo, idilliaco…un mondo delle meraviglie insomma, che noi cristiani, fanatici, saremmo andati a sporcare e a distruggere.
Sembra la favola di cappuccetto rosso, non la storia delle Crociate.
Infine, a sigillare il tutto, appare nel 1995 un documentario della BBC. Il titolo è “the Crusades”; il contenuto è stato definito da storici attuali come Madden “famigerato”.
Furono quattro puntate di errori storici, di tesi riprese dal Runciman, di presentazione del mondo islamico come di luogo idilliaco prima che arrivassero i cristiani a insegnare ai mussulmani la crudeltà…
Raramente l’occidente ha espresso con più chiarezza l’odio di sè e della propria storia.
Tutto si può dire di quel documentario, tranne che si tratti di storia.
Subito dopo, lo ricordo molto bene, apparve per la tv spagnola, e immediatamente per quella italiana, una brutta dolciastra “fiction” sull’ultimo regno islamico d’Europa : quello di Granada.
Anche qui si diceva che la Granada mussulmana fosse idilliaca, raffinata, civilissima…fanatico e crudele invece il mondo cristiano che liberava tutto un popolo da secoli di truce tirannide.
Va da sè che un numero illimitato di professoresse, di studenti e di persone comuni videro in quella fiction una pagina di storia, mentr’era comizio, e dei peggiori.
Due secoli di propaganda non si spazzano via in due giorni.
Occorre la fatica dello studio, dell’argomento e del documento…per contrastare mode tanto stupide.
Oggi vi invito a leggere di Thomas Madden “le Crociate, una storia nuova”. Vi si dice e vi si documenta come i crociati non fossero cadetti esclusi dalla successione ereditaria o bastardi alla ricerca di soldi e di terre. A prendere la Croce non fu chi aveva meno da perdere, ma chi possedeva di più e conosceva i rischi di un viaggio che sfiorava le 2.000 miglia.
Impoverire la propria famiglia per la remota e incertissima possibilità di accumulare ricchezze in Palestina era una cosa da pazzi. Le possibilità di ritornare erano scarsissime…
Perchè allora migliaia di cavalieri si accollarono un sacrificio tanto oneroso? Erano medievali! Avevano fede!
E poi il loro problema era l’accessibilita’ dei luoghi santi, non la conquista di ricchezze, di territori…
Per questa ragione già prima del 1096 vi erano stati pellegrinaggi armati e vi era stata la campagna di liberazione della Sicilia ( 1061-1091 ).
Il fine originario di questi pellegrinaggi armati non era la conquista di territori o la conversione degli infedeli. Nessuna guerra santa, dunque; nessuna guerra di religione Il problema era un altro: la semplice protezione dell’accesso a Gerusalemme.
Mai i cristiani hanno potuto o potrebbero tollerare che quei luoghi siano loro resi inaccessibili, siano distrutti, o che, per recarvisi, debbano pagare taglie insostenibili, correndo il quotidiano pericolo di finire schiavi o sgozzati.
Le stragi mussulmane non si contano : da Palermo ad Edessa, da Gerusalemme a Otranto, da Anagni a Farfa…
E mentre se i cristiani uccidono lo fanno disubbidendo al Vangelo, le stragi “mussulmane” sono suggerite e benedette dal corano.
Questa è la ragione sostanziale per cui tra il 700 ed il 1700 lo scontro di civiltà tra cristiani e mussulmani è stato durissimo. Fu per noi una questione di vita o di morte.
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