
Le donne Hill versano in condizioni particolarmente gravi poiche’, oltre alle discriminazioni di cui e’ oggetto il gruppo di appartenenza in generale, subiscono i dettami di una cultura fortemente maschilista. Le politiche restrittive del governo hanno contribuito al peggioramento della condizione femminile, gia’ minata dall’impossibilita’ di accedere all’istruzione primaria ed all’apprendimento della lingua thai per via di una rigida tradizione di tipo esclusivista di genere. Allo stesso tempo, i cambiamenti accorsi negli ultimi vent’anni, con la necessità di inventare nuove forme di sostentamento, ha aumentato la pressione sulle donne per il mantenimento delle famiglie.
Prive di identità, di educazione, intrappolate tra la mancanza di opportunità nei paesi di origine e l’impossibilita’ di avere una educazione formale, le donne Hill migrano in cerca di mezzi di sostentamento per onorare gli obblighi verso la famiglia, oppure per cercare migliori opportunita’, o per sfuggire ai limiti imposti da una tradizione millenaria o alle limitazioni geografiche di un territorio impervio.
La condizione delle donne Hill le rende particolarmente vulnerabili al rischio di essere trafficate e sfruttate: dai datori di lavoro, da trafficanti, ma anche da gruppi corrotti delle polizie locali.
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Infatti, il 90% delle donne sfruttate nel mercato della prostituzione in Thailandia sono giovani tra i 12 ed i 16 anni di etnia Hill, trafficate nei bordelli della capitale e costrette a vivere in condizioni di vera e propria schiavitù. In realtà, il fenomeno del traffico di bambini presso questi gruppi ha origini lontane: per centinaia di anni, molti abitanti del Nord, in lotta per la vita, sono stati costretti a considerare i propri figli come merci: un cattivo raccolto, la morte di un capo-famiglia o un qualsiasi debito di una certa entità potevano portare a vendere una figlia – mai un figlio – come schiava o come domestica. Negli ultimi anni il fenomeno sembra aggravarsi: molte giovani, anche bambine, sono vendute dalle stesse famiglie, per disperazione, ai trafficanti.
La negazione dei diritti fondamentali ai membri delle tribù Hill influisce direttamente anche sull’accesso alla tutela sanitaria ed aumenta il rischio di infezione da HIV/AIDS ed altre malattie anche facilmente trattabili. Non è stato attivato nessun intervento per informare le donne Hill trafficate dei rischi sanitari legati allo sfruttamento sessuale ed all’esercizio della prostituzione, nella condizione in cui sono costrette a lavorare: motivo per cui il tasso di infezione da HIV/AIDS tra le tribù Hill è altissimo e rappresenta un’emergenza sanitaria ancora da affrontare.