Le schiave della strada (Roberto Pelleriti)

Foto di AHTmedia da Pixabay

Si chiama “Amici di Lazzaro” l’’associazione che dal 1997 ad oggi si occupa degli emarginati, ossia dei poveri, dei senza casa, degli immigrati, delle prostitute. Della gente che vive nella strada e che nella strada trova una dimensione umana di solitudine o di schiavitù. L’’idea nasce da Jean Paul, un giovane padre gesuita francese, che nella sua permanenza a Torino forma diversi gruppi di giovani, tra i venti e i trent’’anni col fine di sfatare il tabù dell’’incomunicabilità con la gente di strada cercando di creare un legame umano che, oltre agli indispensabili aiuti per dormire e mangiare o abbandonare la strada, possa creare un legame di fiducia con persone abbandonate allo sconforto. Proprio per questo motivo uno dei gruppi si occupa specificatamente delle animazioni nei dormitori per continuare l’’amicizia nata in strada. Nasce di conseguenza, l’’associazione di volontariato sotto l’’organizzazione di Paolo Botti, che con grandi fatiche spese nell’’impegno sociale, incentra l’’impegno sul problema più amplificato nelle strade, quello della prostituzione. “Abbiamo iniziato con un solo gruppo-dichiara Paolo- che si occupava di avvicinare i senzatetto a Porta Nuova e prestava servizio nei dormitori, gradualmente si sono formati diversi gruppi che hanno iniziato ad operare nelle varie zone della città e da poco ne sono sorti altri a Settimo, Pinerolo e Candiolo.
Ogni gruppo si ritrova una volta alla settimana e inizia a percorrere la zona assegnata cercando di avvicinare le ragazze. Il nostro lavoro è continuativo,  un po’ per volta cerchiamo di instaurare amicizia e fiducia sperando che prima o poi arrivi la richiesta di aiuto”.

Come sono le loro reazioni e soprattutto come accolgono il contatto con l’’associazione?
“Le ragazze di origine africana sono molto disponibili a parlare,
improvvisare una canzone o raccogliersi in preghiera lì sulla strada insieme a noi, perché la maggior parte è profondamente religiosa; le ragazze dell’’est, invece, necessitano di più pazienza perché più intimorite e controllate.

Noi ci presentiamo come un gruppo di amici e solo successivamente porgiamo la possibilità di affidarsi a noi per uscire dalla strada.

Esiste infatti l’’art 18, un progetto a livello nazionale che garantisce alle ragazze costrette a prostituirsi un programma di inserimento con permesso di soggiorno, protezione dagli sfruttatori e possibilità di borse lavoro e abitazione. Si può contattare direttamente il numero verde 800290290 oppure mettersi in contatto con l’’ufficio stranieri di Torino (o ovviamente contattando noi Amici di Lazzaro).

Il programma di protezione prevede la denuncia degli sfruttatori per i reati di traffico di traffici di clandestini, sequestro di persona, violenza e induzione alla prostituzione e ovviamente una sistemazione tempestiva e temporanea in comunità super protette. Il passo successivo consiste nell’’inserimento graduale in comunità diversificate fino alla ricerca dell’’autonomia economica e lavorativa delle ragazze.

Grazie alla nostra mediazione e alla collaborazione con il gruppo Abele, la Caritas, l’’ufficio stranieri e la Tampep (progetto europeo per informazione e prevenzione sanitaria  per la prevenzione dell’AIDS) moltissime ragazze (leggi la storia di Jennifer clicca qui) hanno iniziato il cammino di liberazione ma il dato significativo è che in questo ultimo periodo dalle 400 ragazze avvicinate giungono un concreto numero di appelli per la richiesta di aiuto”.

Roberto Pelleriti – Il Punto

E’ possibile incontrarci su appuntamento:  340 4817498
info@amicidilazzaro.it

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