
In Nigeria chi vuole una vita migliore pensa che solo l’Europa sia la soluzione. Non conosce le opportunità presenti sul proprio territorio, e si illude che basti spostarsi per trovare facili soluzioni. Manca una progettualità per gli studi, o per aprire imprese, start up, piccole aziende. Manca l’idea di avere una professione in mano da spendere nel mondo globale. Manca il lavoro manuale professionale.
Due testimonianze inquadrano bene alcune delle conseguenze:
«Ora ci sono le vittime che cercano i trafficanti, al contrario di prima, o meglio, cercano chi li potrà aiutare ad arrivare in Europa. Non trafficanti che cercano vittime, ma vittime, potenziali, che vogliono migrare, e nel processo di trovare una via per migrare possono incappare nei trafficanti».
Intervista a Onome Oriak, Caritas Nigeria
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«Qualcuna ancora non lo sa, ma la maggioranza adesso lo sa.. quello che non sanno è come avviene lo sfruttamento, l’estensione dello sfruttamento, […] a quanto ammonta il debito,[…] quanti sono 40.000 euro, […] e pensano di poterlo pagare in due mesi, […] non sanno che prenderanno 10 euro a cliente, e che dovranno stare con 4.000 clienti in tre anni per ripagare il debito […] io penso che non si possa parlare di scelta se tu sei povera, sei affamata, e non hai opzioni […] è anche diventato molto più difficile arrivare in Europa, i confini sono più chiusi […] allora stanno cercando di fare soldi anche mentre le ragazze sono in Libia».
Intervista a Evon Idahosa, Pathfinders Justice InitiativeR
Ecco perchè vi chiediamo di aiutarci per:
– informare nei paesi di origine della migrazione sulla reale situazione del mondo del lavoro italiano oltre che sui rischi del viaggio.
– sostenere economicamente la formazione in Nigeria di donne a rischio partenza (prevenzione dell’emigrazione)
– sostenere economicamente la fomazione di qualità di donne ex vittime di tratta qui in Italia (reinserimento)
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