Le vittime minorenni. La tratta a 17 anni o meno

Foto di DanaTentis da Pixabay

È allarmante l’aumento di vittime adolescenti.
L’età sempre più bassa delle minori nigeriane in arrivo via mare è inversamente proporzionale alla coscienza di essere vittime di tratta, delle violenze e degli abusi che le vittime sono destinate a subire. Infatti, un numero consistente di adolescenti incontrate nei luoghi di sbarco dichiara all’OIM di non aver mai avuto rapporti sessuali, di non conoscere né l’esistenza di mezzi contraccettivi né il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Non sanno in cosa consista la ‘prostituzione’ che dovranno svolgere per saldare il debito contratto con i trafficanti.

Concause di questa scarsa consapevolezza sono, oltre alla giovanissima età, anche la provenienza da villaggi remoti e lo scarso livello d’istruzione, dovuto a condizioni economiche estremamente difficili delle famiglie di origine (l’istruzione in Nigeria non è gratuita).

Si consideri che, quando le vittime sono minorenni, la decisione di sfuggire dalla rete di trafficanti diventa più complessa e la scelta appare non più individuale, bensì collettiva, familiare. Decidere di essere inserita in un percorso di protezione potrebbe infatti comportare l’interruzione dei rapporti con la famiglia d’origine ed aggravare il già doloroso distacco con il paese di origine e le proprie radici.
L’estrema vulnerabilità della minorenne in quanto tale rende difficile l’accettazione del fatto che i familiari potrebbero essere a conoscenza dell’attività che è costretta a svolgere in Europa, come dimostrato dall’ampio numero di ragazze non ancora diciottenni che preferisce raggiungere i propri trafficanti nella convinzione di non essere state ingannate dai propri genitori o familiari.

L’approccio alla vittima di tratta diviene così cruciale. Per l’operatore che informa una giovane, porsi in contrapposizione con la famiglia d’origine potrebbe essere causa di un ulteriore trauma, con una conseguente chiusura della persona, già provata dalle condizioni del viaggio e spinta a partire dalla necessità di provvedere al sostentamento dei propri cari. In questi casi l’OIM suggerisce di fornire comunque alla minore tutti gli elementi necessari affinché sia lei stessa a mettere in dubbio la promessa familiare e a decidere autonomamente del proprio progetto di vita, fermo restando l’obbligo di segnalazione alla Procura per i Minorenni in caso di presenza di reati a danno di minori.

Tratto da “LA TRATTA DI ESSERI UMANI ATTRAVERSO LA ROTTA DEL MEDITERRANEO CENTRALE: DATI, STORIE E INFORMAZIONI RACCOLTE DALL’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI” di OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni).

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