Lo Jugendamt, il nemico tedesco dei diritti dei minori

Jugendamt è un termine che a molti italiani suonerà nuovo. La sua espressione tipicamente teutonica, del resto, appare poco sui media. Eppure, accompagnato in patria dalla fama di baluardo della protezione sociale, questo ente di Stato tedesco svolge una funzione di difesa degli interessi della Germania presso le aule di Tribunale, a discapito di quelli dei genitori stranieri e dei minori. Marinella Colombo è una dei tanti italiani che lo hanno conosciuto sulla propria pelle. Lo Jugendamt, nel 2008, si è insinuato nella causa di separazione tra lei e suo marito, tedesco. Nonostante la donna avesse ottenuto l’affidamento, un giorno, a sua insaputa, i suoi due figli sono stati prelevati da scuola e riportati a Monaco di Baviera dal papà. Come se non bastasse, si è ritrovata un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minori. Su questa vicenda personale ha scritto un libro dal titolo Non vi lascerò soli (ed. Rizzoli), simbolo di una battaglia che sta portando avanti per ottenere giustizia. Le sue istanze e quelle di tanti altri cittadini che vivono situazioni simili, sono state raccolte anche presso il Parlamento europeo, finora senza che ciò producesse alcun effetto.

È stata protagonista, suo malgrado, di una spiacevole vicenda con la legge tedesca. Vuol parlarcene e spiegare ai lettori cos’è lo Jugendamt?

Marinella Colombo: Jugendamt significa letteralmente “amministrazione per la gioventù”, lo Jugendamt è il genitore di Stato, il terzo genitore che prende parte, allo stesso titolo dei genitori (e non come consulente del giudice), a tutti i procedimenti nel quale sono coinvolti dei minori, come per esempio, ma non solo, le separazioni. La finalità delle azioni dello Jugendamt non è il “bene del bambino”, ma il bene che la comunità dei tedeschi trae nel trattenere ogni bambino nella propria giurisdizione. Ha anche funzioni di funzionario dell’anagrafe, redige il registro delle dichiarazioni di affido congiunto nei casi in cui la madre non sposata decida di concederlo al padre del bambino, ecc.. Il mio caso personale non è giuridico, ma politico. “Se la Germania vuole quei due ragazzini, diamoglieli!”, è stato dichiarato.

Quali iniziative finora sono state compiute nel Parlamento europeo per far luce su questo sistema e quali nuove iniziative intende adottare, se sarà eletta?

Marinella Colombo: Al Parlamento europeo, controllato come è dai tedeschi, non solo non sono state fatte iniziative per far luce su questo problema, ma si è cercato fortemente e a più riprese di boicottare ogni tentativo di informazione in merito, intrapreso da pochi eurodeputati impegnati come l’on. Cristiana Muscardini. Ad esempio, il convegno del 2012 al Parlamento europeo sullo Jugendamt ha visto l’ingerenza di Martin Schulz per limitarne la diffusione, mentre nell’aprile di quest’anno, la discussione delle Petizioni contro lo Jugendamt è stata arbitrariamente cancellata dall’ordine del giorno e reinserita all’ultimo momento solo a seguito delle nostre proteste espresse in una conferenza stampa internazionale. Questo sistema, inammissibile all’interno di Europa civile e rispettosa dei diritti, va pertanto fermato e abolito.

Un approfondimento da:
http://www.huffingtonpost.it/niccola-rinaldi/i-tremendi-abusi-dello-jugendamt-tedesco-sui-bambini-e-il-quieto-vivere-dei-nostri-governanti_b_5047912.html

lo Jugendamt ha le idee chiare: i figli restano in Germania, con la madre o il padre tedesco. L’altro genitore si accontenterà di una frequentazione limitata, a volte con l’obbligo di comunicare col figlio solo in tedesco. Questo anche in caso che il genitore tedesco abbia abbandonato il tetto coniugale, o sia responsabile di violenze domestiche, di alcolismo, d’indifferenza verso i figli. Il criterio della nazionalità primeggia su qualsiasi altra considerazione, con una minaccia latente anche per le coppie miste che non si separano ma che sono indotte a seguire i dettami dello Jugendamt. Al genitore separato e non tedesco resta soprattutto un onere: contribuire agli alimenti e all’educazione del figlio, anche se ha perso ogni ruolo nelle scelte della crescita. Chi non accetta queste regole è ulteriormente penalizzato, vedendosi negata anche una breve vacanza con i figli; e chi si sottrae per impossibilità o protesta al pagamento degli alimenti, o allontana il figlio dalla Germania, diventa vittima di un mandato arresto europeo emesso dal tribunale tedesco, pedissequamente applicato dagli altri paesi europei. Di fatto la Germania ha creato un meccanismo perfetto, approfittando da una parte degli automatismi dello spazio giudiziario europeo, e dall’altra della mancanza di norme europee nel diritto di famiglia – che rimane gelosamente sovranità degli Stati nazionali, con un costo della “non-Europa” altissimo in quanto a mancanza di diritti umani.

C’è un’eccezione: per i figli disabili l’affido è di norma al genitore non tedesco. Lo Stato germanico preferisce disfarsi di questi “soggetti deboli” e più costosi da assistere….

 

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