Lo scenario nazionale in materia di stupefacenti (molto triste)

Negli ultimi anni le principali caratteristiche dello scenario nazionale in materia di stupefacenti hanno subito mutamenti radicali, che ci spingono a rileggere anche i fenomeni noti alla luce delle nuove informazioni disponibili. Da una parte si sono stabilizzati, e in taluni casi sono diminuiti, i consumi di alcune sostanze che avevamo visto diffondersi nello scorso decennio e grazie ai livelli di prevenzione e trattamento erogati si è riusciti a ridurre il contagio di malattie infettive e la mortalità correlata. Dall’altra, stiamo osservando l’ingresso sul mercato di un numero crescente di Nuove Sostanze Psicoattive, che per loro stessa natura hanno una vita sul mercato relativamente breve, sostituite in tempi rapidissimi da nuovi ritrovati. Il dato risulta ancora più interessante se letto insieme al fatto che nell’ultimo anno sono aumentate le azioni di contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti svolte in Italia dalle Forze di Polizia, come dimostra l’aumento del numero di operazioni che hanno interessato indistintamente tutte le droghe il cui traffico e commercio è vietato dalla legge. A fronte di un maggior numero di operazioni, sono tuttavia diminuiti i quantitativi totali di sostanze sequestrate, in particolare nelle aree di frontiera. Questo dato potrebbe essere collegato alla diffusione di queste sostanze, molto difficili da individuare con i metodi tradizionali.

LA CANNABIS E I SUOI DERIVATI: DIFFUSIONE SEMPRE MAGGIORE

L’analisi di tutte le fonti istituzionali evidenzia che, in termini di quantità, la cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato nazionale delle sostanze illecite. L’importazione di cannabis da molteplici Paesi di approvvigionamento e l’aumento della produzione interna costituiscono una notevole sfida per l’attività di contrasto. I quantitativi di sostanza sequestrati corrispondono, infatti, ad oltre il 90% del totale dei sequestri. Inoltre, le segnalazioni per detenzione di cannabis per uso personale rappresentano l’80% del totale, dato in aumento rispetto agli anni precedenti. La cannabis è la sostanza psicoattiva più diffusa sia tra la popolazione adulta che tra i giovanissimi. Circa un terzo della popolazione ne ha sperimentato gli effetti almeno una volta nel corso della propria vita, oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ne ha fatto uso nel 2016. Si osserva inoltre un aumento della disponibilità di prodotti derivati della cannabis, con un’alta variabilità di principio attivo. Le foglie di cannabis, possono avere un alto potere stupefacente assumendo un ruolo potenzialmente preoccupante in termini di salute pubblica. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico. Tuttavia l’utenza in carico ai servizi per VIII cannabis rappresenta l’11% del totale dell’utenza trattata, ed i ricoveri ospedalieri da imputare a questa sostanza rappresentano il 12% di quelli droga correlati.

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LA SPICE: UNA SOSTANZA DA MONITORARE

I cannabinoidi sintetici, conosciuti genericamente come “Spice”, rappresentano il più largo gruppo di sostanze monitorate in Europa dai sistemi di allerta nazionale. Questi prodotti, totalmente chimici, che si presentano come misture di erbe e che pur non contenendo cannabis ne riproducono gli effetti, rappresentano una nuova frontiera per il mercato delle sostanze illecite e sono facilmente reperibili sul web. La grande varietà di cannabinoidi sintetici e le differenti composizioni chimiche rendono queste sostanze molto pericolose e difficilmente identificabili: non appena uno di questi composti sta per essere messo al bando come sostanza illegale già è disponibile per il mercato un prodotto sostitutivo, con una composizione chimica leggermente modificata. Non si sa molto di come queste sostanze funzionino e dei loro effetti a livello di salute, ed il fatto che la SPICE sia diventata in pochissimi anni la seconda sostanza più diffusa fra gli studenti dopo la cannabis (l’11% ne ha fatto uso) rappresenta senza dubbio un dato da tenere in considerazione. Essenziale in questo senso è il ruolo del sistema di allerta, in grado di coordinare informazioni e segnalare in modo rapido la comparsa sul mercato dei nuovi ritrovati. Il commercio di queste sostanze attraverso circuiti alternativi rispetto a quelli tradizionali, è confermato anche dal fatto che sono pochi i quantitativi che le Forze di Polizia riescono ad intercettare.

LE NPS UN FENOMENO CHE CORRE SUL WEB
+Una sfida altrettanto impegnativa per le politiche nazionali consiste nell’individuare il modo di fornire una risposta efficace al mercato dinamico e in costante evoluzione di tutto il mondo delle sostanze psicoattive che imitano gli effetti delle sostanze illegali: le cosiddette NPS – New Psychoactive Substances (che comprendono ad esempio catinoni sintetici, quali il mefredone, ketamine, fenetilamine e oppiacei sintetici). Sono infatti disponibili informazioni molto limitate sui loro consumi. Un dato, seppur preliminare dell’indagine IPSAD®, rilevato per la prima volta nel 2017, descrive la diffusione delle NPS nella popolazione generale. Dietro alla loro larga diffusione, un ruolo molto importante è giocato dall’uso di internet. Nel complesso in Europa, così come nel nostro Paese, le NPS risultano più diffuse di altre sostanze più comuni come amfetamine, ecstasy, cocaina o LSD, per le quali si rilevano percentuali di consumo più basse. La difficoltà di individuare questi tipi di nuove sostanze è confermata dai quantitativi di sostanze sequestrate, che nel 2016 rappresentano lo 0,1% del totale. Si evidenzia dunque la necessità di approfondire e sviluppare il monitoraggio delle nuove droghe che vengono quotidianamente immesse sul mercato.

IL TRATTAMENTO

L’Italia si è per lungo tempo contraddistinta in Europa per il suo sistema di trattamento delle tossicodipendenze: il consolidato e capillare sistema di SerD e la sinergia con la rete dei servizi del Privato Sociale Accreditato, nonostante significative differenze interregionali, hanno permesso di fare grandi progressi nel trattamento delle dipendenze da eroina e cocaina. Sono infatti diminuiti i decessi drogacorrelati, sia per intossicazione acuta che quelli con causa iniziale droga correlata. Significativi progressi sono stati osservati anche per quanto riguarda i danni correlati al consumo di droghe: negli ultimi anni si è infatti assistito ad una diminuzione del numero di casi di epatite virale acuta soprattutto di epatite B e C, e contestualmente sono diminuiti i nuovi casi di HIV e AIDS tra gli utilizzatori per via iniettiva di sostanze psicotrope. Questo quadro riguarda tuttavia l’ambito delle cosiddette “droghe tradizionali”. Nonostante la diffusione di nuove sostanze e l’incremento nei consumi, osservato anche fra i giovanissimi, la maggior parte dell’utenza presa in carico per trattamento da parte dei Servizi per le Dipendenze è in cura per uso di eroina ed ha un’età media di 39 anni. Sappiamo tuttavia che, soprattutto tra le fasce di popolazione più giovani, una percentuale crescente di soggetti fa uso di droghe sintetiche e in generale di quelle che vengono definite “nuove droghe”. Spesso, i giovani che ne fanno uso sembrano non interessarsi troppo a conoscere ciò che stanno consumando né le relative conseguenze, mettendo in atto quindi comportamenti estremamente rischiosi per la salute. L’insieme di queste informazioni, se incrociate con quelle riguardanti offerta e domanda, sembra dunque indicarci come il fenomeno droghe stia assumendo IX rapidamente nuovi profili, e come l’attuale sistema di interventi riesca solo in parte a farvi fronte. In quest’ottica, sembra dunque rendersi necessario lo sviluppo e l’affiancamento di strumenti di analisi e intervento dinamici, in grado tener conto e adattarsi alla rapida evoluzione dei vari aspetti.

I MINORI E SOSTANZE PSICOATTIVE: UN FENOMENO CHE STA EVOLVENDO

In un mondo fluido come quello della diffusione e consumo di sostanze psicoattive illegali, i minori costituiscono una popolazione che necessita di particolare attenzione, tanto per il fatto che un ingresso precoce nel consumo di sostanze aumenta la probabilità di uso problematico in età adulta, quanto per l’elevata propensione dei giovanissimi alla sperimentazione, anche di tipo esplorativo. Questo trova conferma nei dati disponibili: l’uso sperimentale di sostanze psicoattive sembra infatti coinvolgere circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori. Pur limitando quindi la probabilità di incorrere in seri problemi sanitari, legata maggiormente ad un uso assiduo, questi giovani si espongono ad alti rischi di conseguenze negative. Questo fenomeno sembra trovare conferma tanto nel numero di minori ricoverati per conseguenze derivanti dall’uso di sostanze, quanto in quelli fermati dalle Forze dell’Ordine e segnalati ai Prefetti per detenzione di sostanze per uso personale, o coinvolti in attività criminali legate a traffico e detenzione. Negli ultimi anni sono infatti aumentate le denunce e i procedimenti giudiziari aperti a carico di minori, nonché il numero minori affidati ai Servizi Sociali della Giustizia Minorile per reati droga correlati. A fronte di questo fenomeno la prevenzione, soprattutto in ambito scolastico, continua ad essere uno degli strumenti più efficaci.

UNA PROSPETTIVA DI GENERE

Tra le più interessanti evoluzioni caratterizzanti il mondo delle sostanze psicoattive illegali, un posto di particolare rilievo è occupato dal ruolo crescente delle donne in termini di consumi. Nonostante il genere femminile sia caratterizzato da una percezione dei rischi correlati all’uso di sostanze più alta rispetto al genere maschile, è aumentata sia la percentuale di studentesse delle scuole secondarie superiori che ha sperimentato almeno una sostanza psicoattiva illegale (30%), sia la percentuale di quelle che hanno sperimentato nuove Sostanze Psicoattive (3%). A conferma di questa tendenza, si osserva anche un incremento del numero di ragazze che ha un consumo di sostanze definibile “ad alto rischio”, come la poliassunzione o l’uso quotidiano. In ambito di richiesta di aiuto e trattamento, la gran parte delle utenti risulta essere in carico presso i Servizi per le Dipendenze per uso di oppiacei. E’ inoltre da rilevare come sembri emergere una tendenza delle donne a chiedere aiuto in età sempre più avanzata, con le complicazioni cliniche che ne possono derivare. In questo senso, pur a fronte di una positiva diminuzione complessiva dei decessi droga-correlati, è preoccupante notare l’aumento dei nuovi i casi di HIV registrato fra le donne. L’impressione generale è dunque che complessivamente il mondo “donne e droga”, pur caratterizzato da livelli di consumi, denunce, arresti e richieste di trattamento molto inferiori rispetto a quello degli uomini, assuma in alcuni ambiti caratteristiche molto preoccupanti.

“Relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in italia 2017”

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