Ludopatia e gioco d’azzardo: una dipendenza in aumento

Tra le dipendenze un discorso a parte merita il gioco d’azzardo, su cui recentemente si è riaccesa la polemica tra quanti volevano porre un deciso argine al dilagare dell’azzardo e quanti con le motivazioni più disparate (che celano in realtà precisi interessi) si battevano per lasciare immutato il quadro.
Secondo i dati di Avviso Pubblico, lo scorso anno in Italia sono stati puntati sul gioco d’azzardo lecito (dunque il vasto sommerso è escluso da questa stima) oltre 101 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto al 2016. Secondo i dati ISPAD si evidenzia che nel corso del 2017 quasi 17 milioni di italiani hanno giocato d’azzardo almeno una volta. Il dato risulta in costante crescita dal 2007. Analogamente sono cresciuti i giocatori con un profilo problematico che hanno avuto un incremento sistematico e costante negli ultimi 10 anni.

L’aspetto più preoccupante è che il 35,4% dei giocatori ritiene che sia possibile diventare ricco giocando se si hanno buone abilità; tale convinzione è ancora più diffusa tra i giocatori con profilo problematico. Un dato su cui riflettere: sembra che siano più a rischio di sviluppare problematicità connesse al gioco coloro che sono in cerca di prima occupazione e gli studenti. Secondo i dati ESPAD Italia aggiornati al 2017 hanno giocato d’azzardo nel corso dell’anno 580.000 studenti minorenni. Le più recenti ricerche ISPAD ed ESPAD Italia non lasciano spazio a dubbi: il gioco nelle sue varie forme è diffusissimo in tutte le fasce d’età, sembra aver soppiantato altre forme di svago ed essere uno dei principali attrattori per giovani e adulti. I dati relativi al gratta e vinci (il 68,1 % degli uomini, l’82,8% delle donne) e per quanto riguarda gli uomini le scommesse sportive (40,7%) sono percentuali che confermano la pervasività del gioco d’azzardo.

La cosa importante da sottolineare è che, come già anticipato sopra, il gioco d’azzardo viene percepito come un’attività normale in cui si percepiscono come assenti sia tratti di pericolosità sia tratti di illegalità (nel caso dei minori). L’illusione che sia un gioco in cui mettere alla prova le proprie capacità e abilità continua ad essere un tratto forte del profilo di molti giocatori. Sia i più giovani sia gli adulti continuano a credere nella maggioranza dei casi all’esistenza della fortuna, e al peso dell’abilità e della bravura.
E questo spiega in parte le vicende rovinose di singoli e intere famiglie travolte dalla fragilità di uno dei componenti; storie in cui si finisce con facilità nel gorgo del sovra indebitamento e dell’usura.

Si va configurando la pericolosità estrema del gioco d’azzardo, che riesce ad attaccare anche persone corazzate da un capitale culturale e professionale relativamente positivo e da una situazione di stabilità affettiva. Stupisce che, per quanto riguarda le persone in cura per ludopatia presso i SerD a Roma, la percentuale più elevata sia costituita da persone occupate a tempo indeterminato (38,9%); il che conferma la più volte sottolineata insidiosità della dipendenza di questo tipo.

Da un’ intervista a Maurizio Fiasco, sociologo specializzato in sicurezza pubblica e fenomeni socioeconomici, emergono ulteriori dati e previsioni poco confortanti: nell’anno 2018 – dicono le proiezioni – si registreranno altri 3-4 punti percentuali
di crescita del denaro versato a scommesse, slot machine, lotterie, casinò on line e altri (da 102 miliardi di euro si passerà a 105-106). La propensione al debito, nella persona giocatrice d’azzardo, abbatte ogni soglia di ragionamento sullo scopo da raggiungere.

Nella legge di conversione del decreto “Dignità”, approvata a metà agosto 2018, vi sono dei segnali certamente apprezzabili. Il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni (dovrà entrare in vigore in due tempi, il primo gennaio e il primo luglio 2019) introduce un concetto sempre negato. Il gioco d’azzardo è un comportamento “a rischio” e quindi non è accettabile alcuna banalizzazione della scelta di scommettere, puntare on line, restare incollati davanti al terminale di una slot machine.
Dopo l’inserimento del Disturbo da Gioco d’Azzardo (Gambling Disorder) nei Livelli Essenziali di Assistenza (marzo 2017) il divieto di promozione commerciale era inevitabile.
Attendiamo ora che sia varato un decreto di contenimento del consumo, che ripercorra le tappe della “legge antifumo”, emanata nel 2003 e ben migliorata nel 2016.

Fonte: “La povertà a Roma: Un punto di vista” , Rapporto 2018 – Caritas di Roma

Le alunne dei nostri corsi di italiano (2023)

Tante conversioni e battesimi tra i cinesi. Servono missionari