Maria, Gesù e i fratelli di Gesu’

Andando dalla Vergine Maria l’Angelo Gabriele la saluta chiamandola Piena di Grazia: l’Angelo sostituisce il nome proprio di – Maria – con Piena di Grazia ( Lc 1,28 ).

Elisabetta, piena di Spirito Santo, chiama Maria – benedetta fra tutte le donne – ( Lc1,42 ) e Maria stessa profetizza:- D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata – ( Lc 1,48-49 ).

La Chiesa ha meditato a lungo sul significato delle parole pronunciate dall’ Angelo Gabriele e lo Spirito Santo ha fatto emergere con crescente chiarezza tutta la verità che era contenuta nelle parole con cui l’Angelo Gabriele ha Chiamato Maria: la pienezza della grazia, infatti, comporta che Maria sia Immacolata, Sempre Vergine, Assunta in cielo e Madre nell’ordine della grazia.

Gesù è una persona viva che ci assiste continuamente attraverso la Chiesa:- molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il perso. Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future – ( Gv 16,12-13 ).

Il Magistero della Chiesa, assistito dallo Spirito di verità, serve per guidare alla verità tutta intera, cioè serve per approfondire la Parola di Dio, la cui profondità è insondabile e il cui tesoro è inesauribile.

Infatti dice Gesù:- (.) se un maestro della legge diventa discepolo del regno di Dio, è come un capofamiglia che dal suo tesoro tira fuori cose vecchie e cose nuove- ( Mt 13,52 ).

Che cosa significa Immacolata concezione? Maria è figlia di Adamo e nostra sorella, anche lei bisognosa di essere salvata da Gesù. Infatti anche Maria è stata redenta da Gesù ma redenta in modo ancora più sublime. Non viene tirata fuori dal fango come noi, ma in previsione del sacrificio di Gesù, viene preservata dal cadervi: Maria ha usufruito del beneficio di una redenzione preveniente ( cfr Cei, La Verità vi farà liberi, Catechismo degli adulti, n.764 ).

Che cosa significa Sempre Vergine? La Verginità prima del parto significa innanzitutto che Gesù è figlio di Dio(.) La Verginità nel parto indica che il dolore, toccato in sorte ad Eva come conseguenza del peccato ( Gen 3,16 ), viene trasfigurato nella gioiosa esperienza del Salvatore, che libera da ogni forma di corruzione.

La Verginità dopo il parto è segno che Maria si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio, rinunciando ad avere altri figli secondo la carne. Pur essendo unita a Giuseppe da un vero legame coniugale, non ha avuto con lui relazioni sessuali; ma insieme a lui si è consacrata al Signore.

Maria e Giuseppe hanno onorato la Verginità e il matrimonio: la loro convivenza è stata comunione e amicizia profonda, aiuto reciproco a vivere totalmente per Dio (.)

I -fratelli – di Gesù, più volte ricordati nel Nuovo Testamento, sono tali in senso largo: cugini, parenti. Due di essi, Giacomo e Joses, sono espressamente indicati come figli di un’altra donna, anch’essa di nome Maria ( Mc 6,3 ; 15,40 )- ( Cei, ibidem, 768, 769).

Nella Bibbia fratello è un termine elastico con cui si indicano i parenti:
Lot era nipote di Abramo e la Bibbia lo chiama fratello di Abramo ( Gn11,27; 12,5), Labano era zio di Giacobbe e la Bibbia lo chiama fratello di Giacobbe ( Gn 25,20; 29,15 ). Quando la Bibbia vuole indicare con precisione il – fratello uterino – si serve della frase – suo fratello, il figlio della madre- ( Gn 43,29; Dt 13,7 ).

Alcuni lettori della Bibbia, ma separati dal Magistero della Chiesa, citano Matteo 1,25 dove si dice che Giuseppe non conobbe Maria – fino a che partorì un figlio che chiamò Gesù-: dunque, essi dicono, che dopo la conobbe, cioè ebbe rapporti con lei. In realtà nella Bibbia – fino a che – vuole solo sottolineare con forza ciò che è avvenuto fino ad un dato tempo, senza includere che poi le cose sono cambiate. Infatti, dice il Signore a Giacobbe – non ti abbandonerò fino a che non avrò compiuto ciò che ti ho promesso- ( Gn 28,15 ): non significa che dopo Dio abbandonerà Giacobbe.

– Micol, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte- ( 2 Sam 6,23 ): non significa che dopo la morte ebbe figli.

– Ed ecco io sarò con voi ogni giorno fino alla fine del mondo – ( Mt 28,20 ): non significa che dopo non sarà più con noi.

Altri lettori della Bibbia citano Luca 2,7 dove si dice che Maria dette alla luce – il suo figlio primogenito -: dunque, essi dicono, primogenito suppone che ebbe altri figli.

In realtà per la Bibbia primogenito non significa, come per noi, soltanto primo figlio ma propriamente – colui che apre il ventre – ( ebraico: peter kol-rechem ): dunque, essere chiamato primogenito non implicava affatto che seguissero altri fratelli. In una tomba giudaica dell’anno 5 avanti Cristo, scoperta in Egitto nel 1922, è scritto: – durante le doglie del mio figlio primogenito il destino mi portò alla fine della mia vita- . Dunque, non si aspettava la nascita di un altro figlio per dare a quello già nato il titolo di primogenito ( cfr Giuseppe Crocetti, I testimoni di Geova a confronto con la Bibbia, p.131, ed. Ancora, Milano 1989).

I lettori della sola Bibbia dovrebbero tenere presente che la Bibbia, da sola, senza la spiegazione degli Apostoli illuminati dallo Spirito Santo, è facilmente fraintesa. Scrive, infatti, l’apostolo Pietro che nella Bibbia:” ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per la loro propria rovina- ( 2 Pt 3,16 ).

Scrive lo stesso apostolo Paolo che la Chiesa è stata voluta da Dio come un corpo e corpo implica gerarchia e diversità di funzioni:- E’ Lui ( Cristo ) che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri (.)- ( Efesini 4,11-14 ).

( Bruto Maria Bruti )

Bruto Maria Bruti
LA NOSTRA SESSUALITÀ
Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano

pp. 168 – € 15,50
ISBN 978-88-7198-593-0

Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).

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La nostra sessualità – Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano libro, Bruti Bruto M., SugarCo, giugno 2010, Sessualità e morale – LibreriadelSanto.it

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