Maternità in affitto: seleziona la specie e oscura spesso i genitori biologici

Afbeelding van Madlen Deutschenbaur via Pixabay

La maternità surrogata è un tema nuovo e sorprendente del nostro tempo. Perché modifica il ciclo biologico della vita, inserendo un nuovo ruolo procreativo e genitoriale nella relazione uomo-donna. Le persone coinvolte sono diverse. Il primo genitore che dona sperma e ovuli, la seconda madre che riceve l’embrione e ne completa la gestione nell’utero, e infine il padre e la madre che avviano la richiesta a un centro specializzato. In tempi così turbolenti, è legittimo chiedersi: qual è l’origine della vita e chi è l’autore della vita stessa? La sperimentazione e la scienza possono sostituire i processi naturali che avvengono nel grembo materno dopo il matrimonio/unione tra un uomo e una donna? La maternità surrogata unisce non solo il concepimento ma anche l’atto d’amore. Il processo, per sua stessa natura, è artificiale e controllato, con committenti molto esigenti che cercano il successo assoluto nel risultato finale.

La maternità surrogata consiste nella procreazione assistita e l’impianto di embrioni controllati e gestiti per garantire la salute del feto e i risultati desiderati dal cliente. Esiste un contratto e delle clausole da rispettare. Chi paga vuole un buon prodotto. Questa è l’eugenetica, la manipolazione e la sperimentazione che si fa per selezionare la specie umana. Gli embrioni sani e robusti vengono impiantati solo dopo un’accurata analisi genetica e biologica. Se l’embrione presenta dei difetti, viene rimosso, soppresso.

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– procreazione in vitro,

– fecondazione eterologa,

– aborto preimpianto,

– selezione degli embrioni,

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– selezione della specie.

Il denaro è alla base della domanda e dell’offerta di maternità surrogata. Donatori di sperma e di ovuli, madri surrogate, medici che eseguono interventi chirurgici: tutti offrono qualcosa e cercano di essere pagati in cambio. Sconti, punti, carte clienti, saldi, sconti dell’ultimo minuto: tutto può essere pagato in comode rate mensili.

È giusto che la vita umana venga compensata con il denaro? La vita in natura non nasce forse gratis? Chi dona sperma o ovuli può essere considerato estraneo a una nuova vita? La madre surrogata che porta in grembo il bambino per nove mesi è responsabile della creatura perché è nata dal suo grembo? Quali sono i diritti dei genitori biologici? Il donatore di sperma è il padre biologico? Quali domande può fare il bambino al padre? E il bambino può chiamare madre la donna che lo ha portato in grembo? Può avere parole di gratitudine verso quel padre o quella madre biologici che hanno partecipato alla nascita della sua vita? Viceversa, l’impossibilità di conoscere l’uomo che ha donato lo sperma, la donna che ha donato gli ovuli e la madre che lo ha messo al mondo (volendo rimanere anonima) non diventa una fonte di dolore per il figlio che non può realizzare il desiderio di conoscere le proprie origini? Sono domande che i nati “in affitto” si porteranno dietro per tutta la vita. Aiutiamoli a esporsi, a gridare l’ingiustizia che hanno subito e la necessità di cambiare le cose.

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